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Tecnica del pomodoro: 4 motivi per usarla quando studi

Aggiornato il 24/07/2019 da Armando Elle 3 Comments

tecnica del pomodoro

La Tecnica del Pomodoro è un metodo di gestione del tempo sviluppato alla fine degli anni ’80 dall’italo americano Francesco Cirillo.

Il suo nome deriva da quei ticchettanti timer da cucina a forma, appunto, di pomodoro.

Nonostante sia secondo me utilissima in un metodo di studio efficace, ha un problema: il suo funzionamento è talmente semplice da portare molti a sottovalutarla.

Grave errore,  perché efficacia e semplicità vanno spesso a braccetto.

Infatti la la tecnica del pomodoro, quando la usi bene, è veramente una potenza.

Non per caso, il libro di Francesco Cirillo sulla tecnica del pomodoro ha venduto due milioni di copie, e ha conquistato un posto permanente su wikipedia.

Vediamo allora in queso articolo:

  • Come funziona
  • Perché funziona,
  • Come usarla per studiare.

E quando, invece, non devi usarla.

Tecnica del pomodoro: come funziona

Bè, per prima cosa, devi avere lo strumento fondamentale: il pomodoro.

Se non hai uno di quei pomodori da cucina con il timer, scarica una delle tante App gratuite che lo simulano.

Una volta che hai il timer, segui queste 6 regole semplicissime per applicare la tecnica del pomodoro:

  1. Individua una attività da completare
  2. Imposta il pomodoro a 25 minuti
  3. Lavora sull’attività per 25 minuti, senza distrarti o farti distrarre
  4. Quando il pomodoro suona, metti una X su un foglio, vicino al nome dell’attività terminata.
  5. Fai 5 minuti di pausa e ricomincia con un altro pomodoro e un’altra attività.
  6. Ogni 4 pomodori, fai una pausa più lunga (15-30 minuti)

Come vedi, il completamento di un’attività, in questo schema, non è mai lasciato al caso.

Cioè:

  • non ci dedichi più o meno tempo a seconda dell’umore
  • non permetti a nulla e nessuno di distrarti (pena: l’annullamento del pomodoro e il ri-inizio della attività)
  • ti riposi quando e come stabilito, non come e quando ti viene.

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Tecnica del pomodoro per studiare

La tecnica del pomodoro è, essenzialmente, una tecnica di gestione del tempo.

E quando la usi per studiare, ti aiuta a far rendere al massimo il tempo che passi sui libri.

Il che significa poter studiare meno e meglio.

Vedi, fra il generico “studiare 4 ore” e lo specifico “fare 8 pomodori” , il tempo che ti serve è lo stesso, ma c’è una grande differenza di risultati.

Questa differenza dipende da 4 motivi principali:

#1 La tecnica del pomodoro ti rende un maestro della pianificazione

Quando usi la tecnica del pomodoro pianifichi le attività della tua giornata dividendole in pomodori. Quindi:

  • Per prima cosa, dovendo dividere il tuo lavoro in pomodori, sei costretto a stimare a priori difficoltà e tempi necessari. 
  • Poi, poiché ogni pomodoro è dedicato a una ed una sola attività, aumenti la tua concentrazione mentale evitando il multitasking.
  • Infine, attraverso il costante confronto fra pomodori stimati per fare un attività e i risultati ottenuti, diventi sempre più abile nelle tue stime.

Inoltre, quando usi la tecnica del pomodoro, ti ritrovi a visualizzare le cose in maniera completamente diversa.

Per esempio, quando studi, dirai cose come:

“oggi mi faccio 5 pomodori di diritto privato”

“mi mancano 2 pomodori alla fine del libro”,

“per imparare gli antibiotici beta-lattamici ci vogliono almeno 100 pomodori”

Ti abituerai insomma a dividere quello che devi fare in unità discrete, sempre uguali, e che per definizione vengono seguite da una pausa di 5 minuti. In pomodori, insomma.

E che per di più hanno un nome abbastanza accattivante da influire positivamente sul tuo atteggiamento psicologico.

Perché è più facile dire a sé stessi  “mi siedo e faccio un pomodoro” che “ mi siedo e studio la classificazione delle penicilline”.

Inoltre, altro vantaggio psicologico, non esistono pomodori più facili o pomodori più difficili: ogni pomodoro è uguale a se stesso.

Perché la sua sostanza è, in ultima analisi, 25 minuti di attenzione incondizionata che dedichi a qualcosa, seguiti da 5 minuti di riposo.

#2 La tecnica del pomodoro migliora la tua forza di volontà

Nell’articolo Bridget Jones e la forza di volontà ho evidenziato i due errori che ci fanno avere poca forza di volontà:

  • Concentrarsi su obiettivi troppo grossi
  • Concentrarsi su troppi obiettivi tutti insieme

E citavo anche la mitica frase zen:

“Come si mangia un elefante? Un boccone alla volta”

Da questo punto di vista, la tecnica del pomodoro è ideale quando sei in un periodo di mancanza di volontà per studiare.

Perché un pomodoro da 25 minuti è qualcosa che contemporaneamente:

  • è abbastanza piccolo da essere tollerato dalla nostra forza di volontà
  • è abbastanza grande da permettere lo svolgimento di una attività un minimo significativa

Insomma, un pomodoro da 25 minuti è un boccone ideale. 

E la somma di tanti bocconi di dimensioni ideali ti fa mangiare il tuo elefante rapidamente, e senza che ti rimanga sullo stomaco.

#3 La tecnica del pomodoro migliora la tua concentrazione

La tecnica del pomodoro favorisce la concentrazione per diversi motivi, intrinseci alle regole della tecnica stessa:

  • Quando applichi la tecnica del pomodoro, ogni pomodoro deve essere dedicato a una e una sola attività.
  • Se arriva qualche pensiero a distrarti, ti è permesso solo fermarti un attimo per segnarlo su un pezzo di carta.
  • Se qualcuno ti interrompe il pomodoro non è più valido, quindi telefono e internet sono spenti durante il pomodoro

Ma c’è un aspetto dimenticato da molti, e che per me è molto importante:

Il maledetto ticchettio del timer.

All’inizio può dare fastidio. E, se proprio non lo tolleri, puoi scegliere pomodori o App in cui puoi sopprimerlo.

Ma ti consiglio di provare a sopportarlo.

Dopo un po’ infatti, non solo quasi non lo senti più, ma ti aiuta in maniera quasi ipnotica a scendere a uno stato di concentrazione maggiore.

Per questo motivo la maggior parte delle App che simulano il pomodoro-timer che hai in cucina, permettono di mantenere il ticchettio.

#4 La tecnica del pomodoro fa diventare lo studio una abitudine

Nel mio libro Il Kata della Volontà spiego, in lungo e in largo, come costruirsi una volontà d’acciaio.

Ma uno dei noccioli della cosa è molto semplice: quando qualcosa diventa una abitudine, anche se si tratta di un’attività non particolarmente piacevole, ci costa poco sforzo di volontà.

E quindi è più facile farla.

Immagina allora di prendere in mano il pomodoro che hai comprato, ruotarlo di circa mezzo giro per caricarlo, e poi iniziare a studiare.

Sei ormai abituato al suo ticchettio, che non ti da per niente fastidio, anzi, ti accompagna con il suo ritmo.

Il tempo passa quasi senza che tu te ne accorga, e quando il pomodoro di colpo si mette a trillare, sai contemporaneamente

  • che hai finito un altro pomodoro. Wow!
  • che devi annotare la fine del pomodoro sul tuo quaderno
  • che hai 5 minuti di pausa per distrarti rilassarti

Quando penso a questa sequenza, le mie rudimentali cognizioni di psicologia comportamentale mi fanno capire una cosa:

La tecnica del pomodoro è, prima di ogni altra cosa, un rituale, con tanto di piccola gratificazione finale (pausa + annotazione di pomodoro finito).

E in quanto tale, come spiego nel mio libro, è in grado di fortificare l’abitudine allo studio, e metterti nella condizione psicologica di studiare al meglio.

Grazie alla routine che instauri con la tecnica del pomodoro, studiare diventerà insomma un po’ più automatico, e meno faticoso. 

Cosa fare nei 5 minuti di pausa??

I 5 minuti di pausa sono tanto importanti quanto i 25 minuti di attività.

Secondo Francesco Cirillo, inventore della tecnica, devi evitare in quei 5 minuti qualunque attività che richieda sforzo mentale.

Se paragoniamo la tecnica del pomodoro a un circuito di esercizi in palestra, i 5 minuti di pausa stanno ai 25 minuti di attività come lo stretching dei muscoli sta agli esercizi sotto sforzo.

Per prima cosa quindi, alzati dal tuo tavolo e allontanati.

In questa maniera farai corrispondere allontanamento mentale e allontanamento fisico dal lavoro.

Dal momento poi che, studiando, passi molto tempo seduto, ti consiglio ti fare una leggera attività fisica.

Tipo camminare, o provare qualche semplice posizione yoga.

Anche massaggiarti il collo e le spalle mentre respiri profondamente può andare benissimo, perché allenta la tensione prima del successivo pomodoro.

L’idea è quella di far circolare un po’ il sangue, sgranchirti gambe e schiena, e rilassarti.

Evita quindi di precipitarti su facebook o sulle email. Piuttosto, dedica invece un pomodoro intero all’interno del tuo pomeriggio di studio a queste attività.

Tecnica del pomodoro: quando NON usarla

Pe la maggior parte degli studenti, studiare è un’attività molto poco strutturata.

E sicuramente capita anche a te, spesso, di ritrovarti sui libri distratto, senza chiari obiettivi, e avendo pianificato poco o nulla.

La tecnica del pomodoro diventa allora uno strumento semplice e intuitivo per studiare in maniera strutturata:

  • Ti fa pianificare
  • Ti fa concentrare
  • Ti aiuta a non distrarti
  • Ti premia
  • Ti fa monitorare i progressi del tuo lavoro (in termini di quantità di pomodori)
  • Ti aiuta a strutturare lo studio in abitudine, diminuendo lo sforzo di volontà
  • Ti fa riposare a intervalli regolari

Insomma, come abbiamo detto, ti fa gestire bene il tempo di studio.

Tuttavia, anche la tecnica del pomodoro ha dei limiti, che peraltro sono l’altra faccia delle sue virtù.

Agilità e profondità mentale

Poiché le attività sono spezzettate a blocchi di 25 minuti, secondo me la tecnica del pomodoro è ideale per le attività in cui servono soprattutto agilità e velocità mentale.

Ma è invece scarsa quando si tratta di fare attività di studio che richiedono profondità mentale. Cioè attività che richiedono tanta riflessione e creatività.

Per queste ultime infatti il cervello ha bisogno di tempo per immergersi completamente, e solo allora è in grado di dare il meglio.

Per fare un esempio pratico, attività come lo skimming e la lettura veloce sono ideali da fare con la tecnica del pomodoro. Così come la memorizzazione di dati, con o senza le tecniche di memoria.

Mentre quando devi

  • Comprendere qualcosa di veramente difficile
  • Sviluppare una tua teoria
  • Stabilire connessioni profonde fra elementi di conoscenza apparentemente molto distanti fra loro
  • Risolvere dei problemi complessi

Bè, allora la tecnica del pomodoro non è la più adatta.

Infatti c’è una parte dello studio dove bisogna andare a fondo e immergersi completamente.

Questa parte normalmente è piccola rispetto alla ore da dedicare a tutto il resto che hai da studiare.

Ma è anche

  • più interessante, collegandosi meglio a dimensioni come l’ispirazione , l’autostima e la motivazione.
  • più difficile concettualmente, poiché esce dalla routine dello studiare per entrare nella dimensione del “pensare“

Per queste attività di studio piccole ma complesse, dove è necessario fare riflessioni ed elaborazioni profonde dei dati, il metodo ideale è l’esatto contrario dello spezzettamento che fai col pomodoro.

Il metodo ideale è infatti, secondo me, il cosiddetto Deep Work, teorizzato da Cal Newport nel suo bestseller.

Cioè l’immersione totale, senza interruzioni, ricercando i limiti della profondità del pensiero.

Col deep work insomma vai più lentamente, ma molto più lontano.

Tecnica del pomodoro: prova a usarla!

Allora, che ne dici della tecnica del pomodoro?

L’hai mai usata? Pensi possa funzionare?

E il deep work? Sicuramente ne hai provata la sensazione, anche se non sapevi che si chiamava così.

Adesso tocca a te, se vuoi: lasciami i tuoi commenti/dubbi/domande qui sotto.

Ma soprattutto, e’ arrivato il momento di provare la tecnica del pomodoro, sul serio, nel tuo metodo di studio.  Un saluto. Armando.

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Comments

  1. Andrea says

    25/10/2016 at 5:38 pm

    Grande articolo come sempre :)

    Rispondi
  2. matteo says

    25/10/2016 at 7:09 am

    Buongiorno!io sono matteo e sono molto interessato delle tue imail che mandi.Grazie mille ! sto provando i metodi di pomodoro e mi sta aiutando molto.Mi semplifica modo di studiare da sono contento.grazie infinite.Matteo

    Rispondi
    • Armando Elle says

      25/10/2016 at 8:09 am

      Ciao Matteo, grazie a te

      Rispondi

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