
La procrastinazione, ovvero la nostra tendenza a rimandare continuamente a dopo, è il grande nemico di chiunque voglia essere produttivo ed ottenere dei risultati.
Per questo, da termine semi-sconosciuto, è diventata l’argomento principale di decine di blog di crescita personale.
Con un approccio, diciamocelo, a volte un po’ dozzinale.
Tutti ti danno ricette in “5 facili passi”, ti elencano le “7 conseguenze negative”, ti svelano i “3 segreti di Fatima” …
Senza però andare davvero a fondo al problema e, soprattutto, senza menzionare un aspetto davvero importante: la procrastinazione ha anche dei lati positivi dai quali puoi trarre una vera miniera di vantaggi.
Nella vita infatti, per dirla col pensiero cinese, per ogni Yin c’è quasi sempre anche uno Yang.
E persino la procrastinazione non fa eccezione a questa regola ….
I vantaggi della procrastinazione
Frank Partnoy è un professore dell’università di Chicago, autore del libro pro-procrastinazione “Wait. The Art and Science of delay”.
Partnoy, nei suoi studi, porta avanti un assunto di questi tempi molto audace: la battaglia anti-procrastinazione ha, come conseguenza, un peggioramento globale della qualità delle nostre decisioni e delle nostre azioni.
Saper aspettare e rimandare infatti, spesso ci permette di fare le cose meglio.
Il concetto non è nuovo, anzi, è comune ritrovarlo nei grandi classici della strategia politica e militare (per esempio nella“Arte della Guerra” di Sun Tzu).
Tuttavia, a causa dell’eccesso di focus sulla produttività, è stato negli anni un po’ dimenticato.
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Secondo Partnoy, i vantaggi del saper procrastinare sono almeno 6:
1 -Ti fai un quadro di insieme più completo.
Anticipare le decisioni significa spesso prenderle sulla base di informazioni incomplete.
Aspettando fino all’ultimo puoi invece prendere in considerazione ogni eventuale nuova informazione.
Pensa al portiere che deve parare un rigore: se si butta troppo presto, inevitabilmente l’attaccante tirerà dal lato opposto.
Se invece riesce ad aspettare l’ultimo millisecondo prima del tiro, è in grado di smascherare ogni finta che gli venga fatta.
2- Hai tempo per fare le cose meglio.
Per esempio, se hai una settimana di tempo per consegnare un lavoro e la usi tutta, è possibile che il lavoro finale sia migliore che se fatto in soli 3 giorni (Sempre che tu non cada nel tranello della Legge di Parkinson).
In realtà la maggior parte dei procrastinatori cronici non approfitta di questo tempo in più che ha, perché invece di utilizzare al meglio l’intero periodo a disposizione concentra tutto lo sforzo negli ultimi giorni.
E’ quello che capita per esempio a chi si ritrova cronicamente a fare le nottate i giorni prima di un esame.
Nel mondo del lavoro poi, c’è anche una categoria speciale di persone: i pre-crastinatori (non cercarlo, non esiste sul dizionario).
Sono coloro che, per l’ansia di non finire in tempo, iniziano e finiscono troppo in fretta.
E ovviamente fanno le cose male.
3- Eviti di perdere tempo in cose inutili.
Rimandando, capita spesso che alcune cose si risolvano da sole.
O semplicemente ti rendi conto che in effetti non c’era necessità di farle, in quanto non prioritarie.
Sicuramente ti è già capitato, vero?
Buttarsi sistematicamente dentro una attività senza avere la certezza che sia necessario farla, causa a lungo termine un dispendio di energie e tempo enormi.
Aspettare un attimo e rifletterci su allora, magari utilizzando una matrice delle priorità, può farti selezionare meglio cosa è davvero da fare e cosa no.
4- Capisci cosa è veramente importante per te.
Rimandare più e più volte una cosa può essere semplicemente un segno che essa non è poi così importante per te.
La procrastinazione di una decisione o di una attività può essere insomma la spia di qualcosa di fondamentalmente sbagliato che senti a proposito dell’attività in questione.
Quindi, se dichiari un obiettivo ma procrastini continuamente le azioni necessarie al suo raggiungimento, forse il problema non è che sei pigro, ma risiede in qualcosa di più profondo e a monte.
Per esempio la mancanza di motivazione.
Oppure l’aver scelto un obiettivo in maniera sbagliata.
Ed è su questo qualcosa di più profondo che ti devi focalizzare per risolvere il problema.
5 – Coltivi la tua creatività
Questo forse è il vantaggio più importante di tutti.
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che la procrastinazione favorisce il “divergent thinking”.
Aiuta infatti il tuo cervello a mettersi in “modalità diffusa”, ovvero non focalizzata su un unico pensiero o compito.
In questa maniera hai l’opportunità di spaziare ed essere più originale e creativo.
Quando invece sei incalzato dalla necessità di essere produttivo, il tuo cervello tende ad affidarsi a schemi precostituiti, automatismi, pregiudizi e preconcetti.
Il risultato sarà quindi completamente all’interno della tua zona di confort, cioè conservatore e poco originale.
Questo è un bene in certe situazioni routinarie o che richiedono risposte rapide del tipo attacco-fuga.
Ma è molto limitante quando si tratta di immaginare soluzioni creative o valutare idee nuove.
6- Ti proteggi dalla iper – produttività e dalle sue neurosi
Ma chi l’ha detto che dobbiamo essere tutto il tempo iper-produttivi ed iper-efficienti?
Certamente non lo dice il nostro DNA, quello che è stato selezionato durante l’evoluzione.
Ricorda che:
ogni volta che trovi una qualche tendenza psicologica profondamente radicata nell’animo umano, devi farti venire il sospetto che, per quanto apparentemente negativa, essa debba avere avuto in passato una sua funzione fondamentale ai fini della sopravvivenza.
E infatti, se tendiamo a procrastinare, è proprio perché per centinaia di migliaia di anni ci ha fatto comodo farlo!
Vedi, una volta trovato un territorio ospitale in cui vivere, i nostri antenati di 300 mila anni fa si occupavano soprattutto di risparmiare energie per quando gli sarebbero servite.
Da qui la tendenza a rimandare tutto ciò che non era strettamente connesso con i loro bisogni primari.
L’esigenza di incrementare la propria produttività in vista di futuri guadagni è invece cominciata solo 10 mila anni fa, con l’agricoltura e l’allevamento.
E con essa sono arrivati stress e neurosi che gli uomini delle caverne non conoscevano neanche (certo, ne avevano di altri tipi, ma nessuno è prefetto, no?).
Gestire la procrastinazione
Come anticipato all’inizio dell’articolo, la nostra tendenza alla procrastinazione è un fenomeno ambivalente.
Da una parte, ha profonde radici biologiche e si accompagna a vantaggi che spaziano dalla maggiore creatività a un più efficace decision making.
Dall’altra, ci rende inadeguati alle necessità di una società esigente e in rapido cambiamento come quella attuale.
Per capire come gestire questa ambivalenza, voglio lasciarti con due idee fondamentali:
1 – “Il genio? 80% azione, 20% procrastinazione”
(Parafrasando Thomas Edison)
Certo, l’80% di “azione” è molto importante.
Ed è per questa ragione che, oltre a questo sui vantaggi della procrastinazione, ho scritto anche un articolo di segno opposto, che si intitola “procrastinare: perché lo facciamo e come puoi smettere“.
Leggendolo subito dopo di questo, avrai una visione equilibrata di vantaggi e svantaggi, e avrai imparato che, in realtà, la procrastinazione non si combatte, si dosa.
Come quasi tutto nella vita.
Un giusto mix di procrastinazione e azione infatti:
- ti rende più creativo
- ti fa prendere decisioni più consapevoli
- ti fa procedere nella vita con sicurezza e rapidità
Ovviamente però, le percentuali che ho messo nella mia parafrasi della frase di Edison sono del tutto arbitrarie.
Sei tu che devi scegliere di volta in volta quelle corrette.
E questo ci porta alla seconda idea fondamentale dell’articolo di oggi.
2 – “Tutto dovrebbe essere reso il più semplice possibile, non più semplicistico”
(Albert Einstein)
Le ricette contro la procrastinazione che ti vengono proposte in ogni dove, hanno il merito di cercare di correggere un modo di essere che ti danneggia, almeno nell’impostazione attuale della vita moderna.
Tuttavia, come abbiamo visto, si dimenticano completamente dei benefici che saper procrastinare porta con sé.
Sono, in una parola, semplicistiche.
Questo capita proprio perché non sono niente di più che ricette.
Vuoi smettere di procrastinare? Metti la farina dell’abitudine, le uova della pianificazione, lo zucchero della motivazione, e corri a produrre per il mondo.
Ma non è questa la maniera giusta di affrontare le proprie debolezze.
La crescita personale non può avvenire in maniera semplicistica, così come c’è una differenza fondamentale fra imparare delle ricette e imparare a cucinare.
Nel primo caso ti attieni a un set di regole molto ristrette, ottieni un risultato decente, e nulla di più.
Nel secondo caso invece, parti dalle regole ma le approfondisci, sperimenti alternative, conosci il loro significato e le eventuali eccezioni.
Il risultato è che diventi autonomo, indipendente, unico.
Per questa ragione, quello che trovi sul blog de GliAudaci non è semplicemente una collezione di ricette, trucchi e regolette.
E’ invece un maniera di analizzare i problemi e le soluzioni che si focalizza sul perché prima ancora che sul come.
Per questo motivo, quando mi chiedono cosa faccio su questo blog, qualche volta rispondo che insegno a cucinare.
Ed è per questo che questo blog non è per tutti; alcuni lettori infatti cercano solo una ricetta rapida per mettere insieme qualcosa di decente.
Non c’è niente di male, va benissimo se è quello che in quel momento gli serve.
Altri invece vogliono “imparare a cucinare”. E’ soprattutto per loro che è questo blog. Un saluto e a presto. Armando
Agnese dice
Da dove è presa la citazione semi-virgolettata del paragrafo intitolato “Ciao Darwin”?
Armando Elle dice
Ciao, è virgolettata perché la ritengo importante, ma non è una citazione, l’ho scritta io così come è.