
Uno dei lettori del Blog, Giuseppe, mi ha dato uno spunto di riflessione relativamente alla necessità di chiarire il rapporto fra tecniche di memoria e metodo di studio.
Molti, infatti, sono interessati alle tecniche di memoria non solo per passione o per giocare con carte e numeri, ma per l’apprendimento vero e proprio.
Pochissimi, però, riescono davvero a integrarle con efficacia nel loro metodo di studio..
Se conosci un po’ le tecniche, anche solo perché hai visto qualche dimostrazione in televisione o su youtube, sai che permettono di fare cose ai limiti dell’incredibile.
Per esempio, memorizzare l’ordine di un mazzo di 52 carte, ricordare decine di nomi in un paio di minuti, imparare lunghe sequenze random di numeri con grande rapidità.
Si tratta di sforzi mentali che sembrano, a chi non conosce i segreti delle tecniche di memoria, sovrumani, ma che in realtà, per chi le sa usare, sono (relativamente) facili.
C’è il rischio, però, nel vedere quelle dimostrazioni, che nella testa scatti una equazione pericolosa:
“Siccome per memorizzare un mazzo di carte io ci metterei 5 ore mentre con le tecniche ci vogliono 5 minuti, se le imparo potrò ricordare qualunque cosa in pochissimo tempo”.
E così capita di iscriversi a un corso di un week end che costa uno sproposito, imparare nozioni per le quali bastava acquistare un buon libro, tornare a casa super entusiasti …. e poi non riuscire minimamente ad applicarle con successo nella studio reale.
Lo so bene perché, praticamente tutti i giorni, ricevo mail nelle quali qualcuno mi racconta questo tipo di esperienze.
Perché applicare le tecniche di memoria allo studio è così difficile?
Quando studi l’ordine di un mazzo di carte, le informazioni sono certamente molto lunghe da memorizzare, ma hanno alcune caratteristiche molto specifiche:
- Non è necessario avere alcun background di conoscenze per memorizzarle: tutti infatti sanno come si chiamano le varie carte del mazzo.
- Sono di semplice comprensione: si tratta infatti, banalmente, del nome della carta (es. Jack di quadri) e della sua posizione (es. terza posizione).
- Non è necessario stabilire un ordine gerarchico di importanza: ogni carta e ogni posizione hanno cioè la stessa importanza di qualunque altra carta e posizione.
- L’obiettivo da raggiungere è stabilito in maniera esatta, sia in termini di tipo di informazioni da ricordare (carta e sua posizione) sia in termini di quantità (54 carte e 54 posizioni).
Per memorizzare un mazzo di carte quindi:
- Non è necessario avere alcun contesto in cui inserire le informazioni
- Non devi fare alcun tipo di elaborazione
- Non devi fare scelte fra le une e le altre
- Non devi fare alcuno sforzo di comprensione.
Sei in una situazione, insomma, ideale per applicare immediatamente le tecniche di memoria, ma che non rispecchia per nulla la realtà dello studio.
Quando invece studi un libro, normalmente le informazioni:
- Per essere efficaci, devono essere inserite in un contesto di riferimento: per esempio, sapere a memoria i nervi cranici senza avere idea di ciò a cui servono è inutile
- Devono essere comprese: se ricordi parole o frasi dei quali non capisci il significato, di fatto è come non ricordare del tutto.
- Non hanno una gerarchia prestabilita: devi quindi essere tu a decidere che cosa è più importante e cosa meno, che cosa è da ricordare e che cosa no (è qui che molti cadono nella trappola di cercare di ricordare tutto, cosa che paralizza lo studio invece di renderlo efficace)
- Sono di tipo e difficoltà estremamente variabili: e così, per esempio, per ricordare una pagina di libro puoi metterci da pochi minuti a ore intere.
- Non è indicato chiaramente che cosa ti permetterà di raggiungere il tuo obiettivo: e così capita di essere bocciati anche quando si è molto preparati, basta che arrivi una domanda che non ti aspettavi di dover sapere.
Quando inizi a studiare, insomma, non ti trovi davanti a una lista ben confezionata di dati semplici e ordinati, sapendo esattamente cosa devi ricordare e cosa no.
Ti trovi invece davanti a del materiale apparentemente caotico, costituito da un insieme complesso e integrato di concetti e dati per i quali devi trovare ordine, senso e gerarchia.
Chi, dunque, dopo aver acquisito una infarinatura di tecniche di memoria, prova ad usarle nello studio senza aver capito quanto ti ho appena raccontato, inevitabilmente le abbandona dopo pochissimo tempo.
Ma il problema non è nelle tecniche di per sé.
Il problema è che la memorizzazione è solo uno specifico aspetto di un metodo di studio.
Forse il più faticoso e lungo, ma pur sempre solo uno.
E quindi le tecniche di memoria non sono un metodo di studio completo, ma uno strumento che può essere usato solo se crei i presupposti per farlo.
Che tu utilizzi o meno le tecniche di memoria, per ottenere dei risultati avrai comunque una serie obbligata di passi da seguire, come per esempio:
- Pianificare quanto tempo ti servirà
- Decidere quando studierai
- Processare velocemente il materiale di studio per avere il quadro d’insieme (scopri come leggendo i post su skimming e lettura veloce)
- Leggere con attenzione, magari più di una volta, per comprenderlo a fondo
- Sottolineare, fare schemi e mappe (in realtà non è sempre necessario, ma inserisco per completezza anche questo punto)
- Ripetere quello che stai studiando
- Fare prove e simulazioni d’esame
La differenza è che, se vuoi utilizzare le tecniche, dovrai inserire in mezzo a questi un ulteriore passo: la creazione di immagini efficaci che rappresentino i concetti e i dati che vuoi memorizzare.
Studiare con i metodi tradizionali o con le tecniche di memoria sono dunque due percorsi largamente sovrapposti, che solo ad un certo punto si biforcano, e neanche totalmente.
Ritorniamo quindi all’equazione mentale che abbiamo visto all’inizio:
“Siccome per memorizzare un mazzo di carte ci metterei 5 ore mentre con le tecniche ci vogliono 5 minuti, se le imparo potrò ricordare qualunque cosa in pochissimo tempo”
Proprio per quanto detto finora, si tratta di un ragionamento sbagliato
Infatti, a differenza che quando memorizzi il mazzo di carte, dovrai comunque investire molto tempo in tutti gli altri passi del metodo di studio, quelli che ti permettono di preparare il materiale in maniera che le tecniche siano applicabili.
E solo allora potrai utilizzarle, risparmiando del tempo quindi nella fase di memorizzazione.
Ma in cosa consiste esattamente questa preparazione?
Integrare le tecniche di memoria in un metodo di studio
Ho detto poco fa che non si impara certo in un week end di corso, figuriamoci dunque se posso insegnartelo in un articolo.
Posso però raccontartene l’essenza.
Si tratta di svolgere, sul materiale di studio, tre azioni precise:
- Sintetizzare i concetti e i dati fondamentali
- Trasformarli in immagini che li rappresentino.
- Inserire le immagini in un archivio mentale dal quale le potrai continuamente richiamare
Azioni che sono quasi impossibili se non hai fatto tutto il lavoro preparatorio che si fa con un buon metodo di studio.
Ti faccio un esempio con una semplice frase di un testo di medicina:
“Il glomerulo renale è una fitta rete sferoidale di capillari arteriosi, deputata alla filtrazione del sangue. E’ circondato dalla capsula del Bowman, una struttura sferica cava a fondo cieco, che avvolge il glomerulo per raccogliere il filtrato. Ai due capi del glomerulo renale troviamo due arteriole che lo mettono in comunicazione con il sistema circolatorio. A monte troviamo un’arteriola, detta afferente, che trasporta il sangue da filtrare; a valle troviamo un’arteriola, detta efferente, che veicola il sangue parzialmente filtrato”
Se l’hai letta, capita a fondo, inserita nel contesto del resto del capitolo, rielaborata, sintetizzata, potrai allora facilmente ricordarla con 1-2 immagini molto espressive.
Se invece, come fanno quasi tutti quando iniziano ad usare le tecniche, cerchi di ricordarla come se le info che contiene fossero delle carte da gioco, ovvero senza averla prima studiata con un buon metodo, ecco che ti ritrovi con dieci e più immagini senza senso da collegare fra loro.
Cosa che, moltiplicata per le centinaia di pagine del libro, renderà l’utilizzo delle tecniche di memoria una inutile e frustrante tortura.
Conclusioni
Integrare le tecniche di memoria in un metodo di studio non è affatto indispensabile, si possono avere grandi risultati anche senza di esse.
Quindi, se sei uno studente, prima di provare ad utilizzare le tecniche di memoria, chiediti se il tuo metodo di studio è abbastanza buono.
Infatti, un po’ come non puoi mettere un motore nuovo e super potente ad una macchina che non è in grado di reggerlo, così non puoi utilizzare strumenti complessi come le tecniche di memoria se il resto del tuo metodo non è solido.
Quando invece hai un metodo non dico perfetto, ma abbastanza buono, ecco che inserire al suo interno lo strumento delle tecniche di memoria può farti fare un salto di qualità notevole, aumentando di molto la tua capacità di memorizzazione e ricordo.
Per capire come si fa, ti lascio alcuni articoli utili:
- Il palazzo della memoria, in cui potrai chiarirti molti aspetti del funzionamento di questo strumento e trovare alcuni piccoli esempio pratici
- Come studiare anatomia patologica, in cui dialogo con uno studente di medicina sulle difficoltà di calare le tecniche nella realtà dello studio
- Come imparare un copione teatrale, dove invece trovi una dimostrazione su come si memorizza quasi parola per parola
- Come memorizzare dati giuridici, con una dimostrazione pratica di come si studia per memorizzare dati giuridici
Buona lettura! Armando
luigi dice
grazie! bellissimo post. Io sono uno di quelli che si è fatto un corso di un week end, è uscito entusiasta, e non è riuscito ad usare le tenciche di memoria. Mi piace come hai chiarificato le cose, e mi hai dato anche la speranza di riuscire a farle funzionare.
Un saluto
armandoelle dice
Ciao Luigi, grazie a te per il bel commento. Un’altra cosa che voglio dirti: inserisci nella tua routine tecniche di memoria, metodo cornell, lettura veloce, etc, in maniera graduale. tanti studenti fanno l’errore di buttare a mare d aun giorno all’altro tutto quello che facevano prima senza padroneggiare ancora bene le tenciche nuove. Risultato: si ritrovano nel panico, con strumenti nuovi che ancora non sanno far funzionare bene. Procedi per gradi, e ogni gionro studierai meglio del precedente, ma non certo tutto di colpo!