
In questo lungo articolo ti voglio parlare dello skimming e di come utilizzarlo quando studi.
Molti lettori del blog infatti si sono stupiti dell’importanza che gli ho dato in questo articolo sul metodo di studio, e quindi ho pensato valesse la pena spiegare perché per me è così importante.
Riprenderò in gran parte alcuni contenuti del mio libro di lettura veloce, per cui se lo hai già letto sarà un utile ripasso, mentre se non l’hai letto sarà l’occasione per avere un primo contatto con una metodologia di studio più sofisticata.
Che cos’è lo skimming
Cominciamo con il demistificare lo skimming: magari te ne hanno parlato come se fosse una pratica druidica magica che dà superpoteri, ma in realtà è abbastanza banale.
Per esempio quando leggi il riassunto di un libro sul suo retro, stai facendo skimming.
Così come quando ne sfogli le pagine guardando le figure.
Lo skimming insomma lo fai ogni volta che all’interno di un testo cerchi degli elementi specifici che ti aiutino a farti un’idea generale dei contenuti del testo medesimo, e tralasci gli altri.
Questi elementi specifici hanno una caratteristica fondamentale: sono più importanti del resto.
Forse ti sembra anche questo banale, ma la realtà è che molti studenti leggono e studiano come se le informazioni fossero tutte sullo stesso piano, mentre non è affatto così: le informazioni seguono il principio di Pareto, ed è per questo che lo skimming funziona così bene.
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Skimming e principio di Pareto
Fare skimming significa leggere un testo un po’ si e un po’ no; anzi, un po’ si e molto no, saltandone blocchi consistenti (ovviamente non a caso, ma secondo strategie precise che vedremo).
Per questo motivo è una pratica che in molti studenti e professori desta perplessità e domande.
Quelle che sento più spesso sono:
- “Non è meglio leggere tutto?”
- “Non si rischia di lasciare per strada concetti importanti?”
- “Non si fa confusione?”
- “Poiché si memorizza poco, non serve a niente”
Per rispondere a questi dubbi, torniamo per un attimo al mitico principio di Pareto già visto in altro post, e che ti riassumo brevemente in caso tu non lo conosca.
Il principio di Pareto, o principio 80/20, è una regola empirica di efficienza che più o meno può essere espressa così:
In natura, il 20% delle cause è responsabile dell’80% degli effetti
Ovvero, in un qualunque fenomeno o azione, non tutto ha lo stesso peso: alcune cose sono molto più importanti di altre.
Secondo me basterebbe che l’umanità interiorizzasse bene quest’unica regola per cambiare drasticamente in meglio il destino del mondo!
E invece ci perdiamo nei dettagli! Non che non siano mai importanti, il fatto è che non sono importanti sempre.
Per esempio, come dico spesso agli studenti di medicina che seguono il blog e che mi scrivono, il medico ha oggi a disposizione metodologie diagnostiche estremamente sofisticate.
Eppure nell ’80% dei casi gli basta saper fare bene la visita clinica e richiedere un banale esame del sangue per fare una diagnosi corretta.
Mentre richiedere troppe analisi ed esami può addirittura fargli perdere tempo e creargli una confusione enorme.
E anche i campioni di scacchi applicano il principio di Pareto.
Si tende infatti a pensare che essi giochino analizzando contemporaneamente tantissime posizioni diverse, e calcolandone le varianti di sviluppo fino a 20-30 mosse in avanti.
Ma non è affatto così!
Una serie di interviste fatte ai più forti scacchisti ha svelato che essi non si mettono a calcolare centinaia di mosse e varianti, ma si concentrano ogni volta, grazie al loro intuito, su una ristretta serie di esse, scartando da subito le altre.
E anch’essi, come i medici, spesso perdono le partite proprio quando si incasinano ad analizzare e calcolare troppe cose.
Anche altre attività considerate molto difficili, come risolvere il cubo di rubik, appaiono diverse con gli occhi di Pareto!
Magari pensi che per risolvere il cubo serva analizzare e ricordare tantissimi dati alla volta; mentre in realtà, dell’intero pattern di faccette colorate che hai davanti ti devi concentrare, per ogni mossa, solo su 2-3 di esse (presto metterò sul blog un video-tutorial per risolverlo, visto che la cosa incuriosisce molti lettori).
Da queste osservazioni, e da mille altri esempi di questo tipo, mi sembra di poter dire che la capacità fondamentale dell’intelligenza dell’uomo risieda proprio nella capacità di escludere molte informazioni per concentrarsi sulle poche che contano, piuttosto che dal considerarle tutte fin nei minimi dettagli.
O per dirla con una citazione colta:
Importante è ricordare ma più importante è dimenticare.
(Rainer Maria Rilke)
Da questo punto di vista per me lo skimming non è solo una tecnica di lettura, ma una vera attitudine mentale: il suo scopo è selezionare quello che è veramente importante, e dedicare meno energie al resto.
Sembra strano che proprio io, che sono un esperto di memorizzazione e tecniche di studio, dica questo e che lo faccia proprio su questo blog.
Ma vedi, io non sono affatto un integralista: una cosa è saper memorizzare e imparare teoricamente qualunque cosa, altra cosa è decidere di farlo sempre.
Le tecniche di memoria e di studio sono la tua arma nucleare per passare gli esami, ma questo non significa che la devi lanciare indiscriminatamente su qualunque pezzo di testo che vedi!
Perché in effetti il cervello dell’uomo funziona meglio se è in grado di fare bene lo “skimming”, cioè selezionare in maniera intuitiva quello che conta, e tralasciare quello che conta meno.
Magari per tornarci su in seguito, se necessario, o magari anche per non tornarci su mai più.
Questo tipo di attività ha un unico problema: spaventa un poco perché ti dà insicurezza.
Probabilmente preferiresti agire avendo considerato tutto fin nei minimi dettagli, come fanno i computer.
E così anche quando studi procedi con lentezza per la paura di non ricordare qualcosa o di tralasciare cose importanti.
E come lo scacchista inesperto finisci per perderti in una marea di dettagli che continui a dimenticare prima ancora di aver costruito la visione d’insieme della situazione.
Per superare questa paura e imparare a fare skimming hai bisogno di:
- Esperienza, perché serve tempo per capire cosa scartare e su cosa focalizzarsi
- Riflessione, per convincerti che è veramente così: non tutto ha la stessa importanza, e questo è un dato di fatto in tutte le cose!
- Un po’ di strategia, cioè un po’ di regole fondamentali per cominciare ad applicare lo skimming ai testi.
Lascio a te il compito di rifletterci su per vedere se veramente è come ti dico, così come tuo è il compito di esercitarti.
Sulle strategie però posso darti una mano: fare skimming correttamente infatti non significa guardare a caso qua e là saltando quello che c’è in mezzo, ma cercare all’interno del testo, in maniera organizzata e logica, indizi precisi del suo contenuto.
Come un investigatore!
In questa maniera fai una prima processazione del materiale di studio non in maniera passiva, leggendo riga per riga mentre il tuo cervello pensa ad altro.
Ma in maniera attiva, con tutte le tue facoltà critiche ben accese, per valutare quello che conta e quello che puoi, per il momento, tralasciare.
Vediamo allora come iniziare a skimmare da bravo investigatore.
Strategia di skimming nello studio.
Parti da una semplice considerazione: qualunque testo, che sia didattico o di narrativa normalmente ha
- Un inizio, in cui vengono presentati gli elementi principali e generali del testo in termini di personaggi, luoghi, idee, concetti
- Uno svolgimento in cui vengono sviluppate le premesse e introdotti nuovi elementi
- Una fine, in cui si tirano le somme o si concludono i fatti iniziati delle due parti precedenti.
Per esempio un libro di biologia normalmente non inizia dal ciclo di krebs, ma comincia dicendoti che cos’è la biologia, o cos`è una cellula.
E così praticamente quasi qualunque testo, che sia la Divina Commedia o un manuale di Fisica, non procede a caso, ma segue un filo logico che si articola in tre parti (premesse -svolgimento- conclusione), figlie di una metodologia di esposizione che è nata molti secoli fa con i filosofi Greci
Ora, se consideri l’intera complessità di un libro, questo serve a poco: pensare di aver letto la prima e l’ ultima pagina della Divina Commedia saltando tutto il resto, e pretendere di averla imparata, è un po’ stupido.
E allora a che serve?
Vedi, il fatto è che questa caratteristica “articolazione in 3 atti” ha una proprietà molto importante che chiamo “frattalità”, mutuando il termine dalla matematica e dalla geometria.
I frattali e lo skimming
Un frattale è un oggetto che si ripete nella sua forma allo stesso modo su scale diverse, e dunque ingrandendo una qualunque sua parte si ottiene una figura simile all’originale.
E il bello è che i libri, e più in generale qualunque materiale informativo, gode di questa proprietà. Un libro ha dunque delle premesse, uno svolgimento e una conclusione.
Ma anche ciascun capitolo ha premesse, svolgimento e conclusione. E anche i sottocapitoli, così come i singoli paragrafi, e in generale quasi qualunque frase di senso compiuto.
Le regole dello skimming si basano dunque in primo luogo su questa struttura “a frattali”.
E poi sull’individuazione di una serie di altri elementi ripetitivi molto tipici.
Quindi, anche se vanno poi meglio adattate a ciascun corso di studi, le regole dello skimming si possono riassumere in una serie di linee guida abbastanza semplici.
Linee guida per fare skimming
Sulla base della mia esperienza, ecco le principali linee guida che devi seguire:
- Leggi l’indice del libro, cercando di cogliere lo sviluppo generale che esso avrà, capitolo dopo capitolo.
- Poi passa al corpo del libro e, partendo dal primo capitolo, leggine il titolo ed il primo e ultimo paragrafo. Avrai così un’idea del punto di partenza e di dove si va a parare.
- Fai lo stesso per ogni capitolo
- Quando hai finito, riparti dal capitolo uno rileggendone il titolo e il primo paragrafo.
- Prosegui nel capitolo uno individuando eventuali sottotitoli o altre divisioni.
- Passa ora ai paragrafi, leggendo la prima frase di ognuno di essi.
- Individua tabelle, specchietti, riassunti, elenchi e grafiche in generale
- Osserva le figure
- Individua i nomi propri
- Individua e leggi tutto ciò che è in neretto o corsivo
- Cerca parole che indicano risposte a domande (dove, come, perché/poiché, quando)
- Infine, rileggi completamente l’ultimo paragrafo del capitolo.
- Se hai dubbi sulla chiusura, risali di un paragrafo.
- Passa al capitolo successivo e ripeti da capo quanto fatto per il capitolo 1.
Mentre fai tutto questo, non cercare di memorizzare i dettagli, ma soffermati solo sui macro concetti. Memorizzare i dettagli ti rallenterebbe, e non è questo il momento di farlo.
Anche se si tratta di un testo molto “mnemonico”, non ti preoccupare; avrai tempo per memorizzare poi, e vale comunque la pena fare skimming perché può darti risultati eccezionali in termini di performance nella fase di studio successiva.
Perché indipendentemente da quanto dovrai memorizzare nella fase successiva, con lo skimming sarai in grado di:
- capire lo sviluppo generale degli argomenti (cosa viene prima e cosa viene dopo, e perchè)
- cogliere 3-4 idee principali per ogni capitolo
- capire la maggior parte dei concetti che leggi
- individuare gli elementi sui quali dovrai focalizzarti per la memorizzazione successiva
- memorizzare passivamente una parte del contenuto
Ovviamente skimmando un libro in poche ore ti capiterà anche di aver tralasciato alcune cose importanti!
Quante? Normalmente non tante come potresti pensare, perché come tutti gli studenti sei molto più sveglio di quello che credi.
Ma non c’è da aver paura, perché non è che lo studio finisce con lo skimming. Semplicemente, inizia nel migliore dei modi.
Avrai il tempo di approfondire e recuperare le informazioni nelle fasi successive dello studio, che però sarà molto più efficiente grazie allo skimming che hai fatto in questa prima fase.
Lo skimming è difficile?
Guarda, ti racconto una storia.
Un paio di anni fa ho dato una mano al mio cuginetto di 21 anni per un esame; lui voleva imparare le tecniche di memoria, ma io ho voluto per prima cosa spiegargli lo skimming, mettendogli in mano il libro che doveva studiare.
Dopo 10 minuti è tornato dicendomi che non riusciva ed era meglio lasciare perdere. L’avrei preso a sberle, se non fosse che sono contro la violenza.
E il motivo è semplice: quando provi qualcosa di nuovo non puoi smettere dopo 10 minuti e dire che è difficile!
Devi darti il tempo di interiorizzare la cosa.
Mi sentivo dunque come il maestro Miyagi in Karate Kid, quando dice al ragazzino di togliere e mettere la cera dalle automobili.
Se non fosse che il ragazzino del film prima di dire al maestro Miyagi che era una cazzata, almeno ci investe tutta la giornata!
Se provi una strategia di studio che può farti risparmiare migliaia di ore per tutta la vita, non vale forse la pena investirci almeno una giornata, prima di decidere che per te non funziona?
Così mi sono seduto accanto al mio cuginetto e abbiamo fatto insieme lo skimming del suo libro per quasi 5 ore, finendolo tutto. Penso mi abbia odiato!
Poi l’ho interrogato, e contro le sue stesse aspettative aveva imparato un mucchio di cose.
E ad ogni nuova domanda che gli facevo si rendeva conto che, anche senza saperla bene, era in grado di “orientarcisi”, e questo lo illuminava di stupore sempre di più.
Attenzione però, non parlo di miracoli! Si trattava infatti di domande generali, non certo di dettagli.
Ma aveva iniziato a studiare da solo 5 ore. E anche se non aveva imparato tante cose, sapeva già quello che avrebbe dovuto imparare. E come. E dove lo avrebbe trovato. E quanto tempo più o meno ci avrebbe messo ad impararlo.
Se avesse studiato come faceva sempre, dopo 5 ore si sarebbe ritrovato alla fine del secondo capitolo, senza la più pallida idea di cosa avrebbe incontrato nei successivi 18!
E con una serie di dettagli appiccicati qua e là nella mente, con grande fatica, e che avrebbe dimenticato prima di arrivare alla fine del capitolo quarto.
Fu in quell’occasione che, con mio cugino, trovammo quella che secondo me è la metafora ideale per spiegare a cosa serve lo skimming:
immagina che, dovendo attraversare una foresta sconosciuta, tu possa prima sorvolarla in aereo per disegnare una mappa minima del percorso, individuando punti difficili, sentieri, risorse d’acqua e di cibo, pericoli, scorciatoie.
Non credi che sarebbe poi molto più facile e rapido attraversarla vivo?
Ecco, questo fa lo skimming per te: ti aiuta a disegnare la mappa del tuo percorso d’esame e di studio, e bastano poche ore per farlo.
Tornando quindi alla domanda iniziale, lo skimming in sé non è difficile. A meno che non ci dedichi dieci minuti e basta!
Un errore che però fanno in molti. E sai perchè?
Perché non hanno abbastanza fiducia in sé stessi per decidere che cosa è importante e che cosa no, e quindi per non sbagliare cercano di vedere tutto, parola per parola.
Cosa che costa uno sforzo e un tempo enormi, e genera anche tanta confusione.
Non che non si possa poi anche studiare un libro intero parola per parola, se necessario; il punto è che non è efficiente farlo da subito.
Ora, mio cugino è riuscito a sopperire alla mancanza di fiducia in se stesso perché io ero seduto vicino a lui. E da allora non solo non ha più abbandonato lo skimming, ma ha imparato anche tante altre tecniche.
Ma mettiamo che anche tu non abbia fiducia in te stesso, come risolvi il problema?
Semplicemente scommettendo 5 ore del tuo tempo nel tuo prossimo esame.
Fai insomma come il ragazzino di karate kid, applicandoti a togliere e mettere la cera per 5 ore senza farti domande, e senza mollare dopo 10 minuti.
Il peggio che ti può capitare è che avrai buttato via 5 ore.
Il meglio invece è che nei giorni successivi, quando comincerai lo studio approfondito, ti renderai conto anche tu di come avere la mappa del percorso sia tutta un’altra cosa rispetto a procedere passetto dopo passetto senza sapere cosa ti aspetta la pagina successiva.
Questo è più o meno tutto, e se dovessimo selezionare un unico concetto da questo post, eccolo qua:
Non tutto è sullo stesso piano. Quindi sviluppa il coraggio e la fiducia in te stesso per imparare a selezionare quello che è importante.
Comincia facendo skimming quando studi, e poi esporta la cosa al resto della tua vita.
E non dimenticarti, se conosci qualcuno interessato allo skimming, di condividere questo post su facebook: per me è importante perché mi farai piacere e aiuterai il mio lavoro.
Mirko dice
Ciao Armando,
ho deciso di partecipare ad alcuni concorsi pubblici. Vedo che le materie maggiormante affrontate sono: Diritto Costituzionale, Diritto Pubblico, Diritto Amministrativo. Secondo te lo skimming è efficace per materie così “mnemoniche”, dove si deve imparare quasi tutto a memoria?
Grazie
Armando Elle dice
Ciao Mirko, lo Skimming è solo il primo passo dello studio. Non serve per memorizzare, ma per iniziare a farsi la mappa del percorso, cosa che ti velocizzerà nello studio e nella memorizzazione successiva. Anche le materie di diritto possono quindi beneficiare dello skimming, ma nessuna materia può essere memorizzata semplicemente facendo skimming. Un saluto e in bocca al lupo per i concorsi.
Alessandro Maltinti dice
Buongiorno…leggendo il suo testo sullo skimming mi ha fatto venir voglia di provarlo…. Ho una figlia di 13 anni la quale è già molto brava e molto volenterosa nello studio e vorrei farle capire che esistono altre tecniche per memorizzare le cose oltre al solito metodo di ripetere…. Un consiglio per farla interessare ??!? E il figlio di 8 invece ha più difficoltà nel senso di voglia stessa e quindi vorrei che imparasse per sprecare meno tempo per poi dedicarsi alle cose che gli piacciono di più e anche qui le chiederei consiglio.. per me invece colgo questo periodo per migliorare e imparare ad impare piu facilmente.
Armando Elle dice
Ciao Alessandro, comincia dalle cose molto semplici, per esempio la visualizzazione. Chiedi ai tuoi figli di trasformare le parole in immagini, di descrivertele, di arricchirle di dettagli. La visualizzazione è la base delle tecniche di memoria; se si abituano piano piano a farla, quando sarà il momento impareranno le tecniche facilmente. Un saluto. Armando
Antonio dice
Ciao Armando, volevo chiederti se lo skimming è funzionale anche studiando dalle slide. Purtroppo (o per fortuna) la maggior parte dei corsi che frequento all’università si affrontano con le slide che includono argomenti svariati presi da più libri. Cosa consigli di fare?
Armando Elle dice
Si, assolutamente.
Marilena dice
Leggendo questo testo molto interessante mi e’ venuta voglia di fare lo skimming dello stesso per ricordarlo e metterlo in pratica in qualsiasi momento.Complimenti spero di riuscire a memorizzare i suoi metodi di studio e se riesce puo’ mandarmi nozioni utili.Grazie
Armando Elle dice
Grazie a te
Cinzia dice
Mi è capitato spesso di leggere testi sulle tecniche migliori per studiare, e questo l’ho trovato davvero molto ben spiegato e strutturato!
Sto cercando di aiutare mio figlio di 16 anni a trovare un suo personale metodo di studio, ma mi rendo conto che forse la sua è mancanza di voglia… secondo Lei, esiste un modo per invogliare a studiare? A farsi venire la voglia?
E’ una domanda stupida, lo so… ma sembra una difficoltà insormontabile!
Grazie mille :)
Cinzia
Armando Elle dice
E’ molto più facile per un adulto che non per un adolescente.La mancanza di voglia di studiare purtroppo è quasi endemica a quell’età.
Le lascio, come spunto di riflessione, la lettura di un mio articolo: vedrà che già il titolo è sui generis.
http://www.gliaudacidellamemoria.com/non-voglia-di-studiare-echissenefrega/