
Il richiamo attivo è uno dei pilastri di un metodo di apprendimento efficiente, e sfrutta il principio per cui la memoria di lungo termine è stimolata dal tentativo stesso di cercare di ricordare.
Pensa per un attimo a quando cerchi di imparare qualcosa: probabilmente passi la maggior parte del tuo tempo di studio a leggere e rileggere, fino a quando le informazioni e i concetti vengono capiti, elaborati e infine ricordati dal tuo cervello.
Si tratta di un processo di apprendimento passivo, molto lento, molto ripetitivo, e che spesso dà risultati scadenti, per lo meno rispetto al tempo che hai impiegato.
Perché allora, ti chiederai, la maggior parte degli studenti utilizza le ri-letture multiple come cardine del proprio metodo?
Beh, perché rileggere è facile!
Basta che ti metti il libro davanti e lo fai: non è necessario né concentrarsi né sforzarsi.
Anzi, sicuramente ti sarà capitato di leggere anche per ore consecutive pensando serenamente ai fatti tuoi, arrivando a fine capitolo senza avere la più pallida idea di quello di cui si è parlato.
Ora, certamente anche sulla lettura si può lavorare molto rendendola più attiva e quindi più efficace.
Per esempio con lo skimming e la lettura veloce, oppure formattando gli appunti in maniera differente, o anche solo imparando a concentrarsi meglio.
Tuttavia poche cose sono efficaci come il richiamo attivo.
Ok, ma che cosa è il richiamo attivo?
Prendi un libro, leggi una ventina di righe, chiudi il libro, conta fino a 30 o a 60, e poi prova a ricordare quello che hai letto: ecco, questo è il richiamo attivo.
Per completare il ciclo poi, e massimizzare comprensione e memoria, ritorna sul testo e verifica la qualità e quantità del tuo ricordo.
Controlla insomma:
- Quello che ti sei ricordato
- La precisione con cui lo hai ricordato
- Quello che NON ti sei ricordato
Semplice vero? Sì e no.
Sì perché in effetti è un procedimento quasi banale. No perché, se provi a farlo, scoprirai quanto è faticoso!
Una volta che hai letto un pezzo di testo, hai chiuso il libro, e ti metti a cercare di ricordare, scoprirai infatti che, di primo acchito, ti sembra di non ricordare davvero nulla. Buio totale o quasi.
Ed è cercando di superare questo buio totale che avvengono dei fantastici processi di elaborazione e memorizzazione del materiale che hai letto: le tue sinapsi cerebrali cominciano a sparare ad altissima intensità e si creano i primi “barlumi” di ricordo che poi svaniscono o si rafforzano, mescolandosi fra di loro e prendendo forme più definite e concrete.
Si fa allora un po’ di luce nel buio e ti rendi conto che in effetti qualcosa la ricordi …. e che magari quel qualcosa ti fa ricordare anche qualcos’altro … e così via.
Fino a che, come sforzo finale, ripeti ad alta voce tutto quello che ti è venuto in mente, consolidandolo in maniera davvero molto forte: l’hai già passato, come per magia, nella memoria a lungo termine.
E non è questa l’unica magia che ottieni …
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Tutti i vantaggi del richiamo attivo
Fra studiare per un’ora leggendo e rileggendo lo stesso testo, e studiare per un’ora intervallando lettura e richiamo attivo, le differenze di risultato sono enormi, e sono state dimostrate da più di 50 anni di ricerche ed esperimenti di psicologia cognitiva.
I vantaggi del richiamo attivo sono insomma dimostrati ed evidenti per quanto riguarda l’elaborazione e il passaggio delle info nella memoria a lungo termine.
Ce ne sono però degli altri, più sottili, meno studiati, ma secondo me quasi altrettanto importanti.
Il richiamo attivo infatti:
1. Ti fa capire davvero quello che sai e che non sai
Pochissimi studenti sono in grado di dare un giudizio corretto su quello che sanno e quello che non sanno, specialmente poi se hanno appena finito di leggerlo.
Alcuni tendono a sopravvalutare quello che hanno imparato, scambiano cioè il fatto di “aver capito” una cosa con il “saperla”.
Altri, magari per un carattere un po’ ansioso, tendono a sottovalutare quello che sanno, e quindi a studiare più tempo e con molta preoccupazione in più del necessario.
Che tu appartenga all’una o all’altra categoria, testarti continuamente durante lo studio ti permetterà di stimare in maniera molto più accurata quello che sai e quello che non sai, aggiustando di conseguenze la tua strategia.
2. Ti può aiutare a motivarti meglio
Tutti sappiamo che aggiungere una componente di gioco o di sfida può rendere interessanti anche le attività più noiose.
Il fatto allora di sapere che, alla fine di ogni sessione di lettura, ti farai un piccolo test di richiamo attivo, può essere uno stimolo motivante, o che comunque ti farà annoiare meno.
Prova allora a vivere il richiamo come una gara contro te stesso (senza stress però, che non è il caso), cercando di ricordare di più e in maniera più precisa.
3. Ti fa stare più concentrato
Abbiamo già detto che leggere per ore consecutive spesso significa semplicemente far rotolare gli occhi sul libro mentre pensi ad altro.
Se però la lettura viene spezzettata, e al termine di ogni pezzettino fai una sessione di richiamo attivo, sarà chiaramente più facile mantenere una miglior concentrazione globale, passando dalla modalità “cervello passivo” alla modalità “cervello attivo”.
4. Ti prepara all’esame finale o all’interrogazione
Quante volte capita?
Sai una cosa, l’hai capita, l’hai memorizzata, e poi quando è il momento di usarla, per esempio di fronte al professore all’esame … BUM! Buio totale e panico.
Stati emotivi negativi, un momento no, una giornata sfortunata, possono influenzare la tua performance e farti rendere molto meno di quanto meriti.
Se però hai abituato il tuo cervello a lavorare contro il buio totale in centinaia di sessioni di richiamo attivo, ecco che all’esame sarai mentalmente molto più forte.
Avrai infatti vissuto la sensazione del buio totale così tante volte che ti farà meno paura.
E l’avrai già superata così tante volte da avere un armamentario di strategie in testa per farle fronte al meglio.
Modalità differenti di richiamo attivo
Finora abbiamo parlato di un unico schema: leggi un pezzo di testo, chiudi il libro, provi a ricordare, apri il libro e controlli.
Ci sono però in realtà altre due modalità di richiamo attivo:
Richiamo con riconoscimento (“recognition”): è tipico dei test a risposta multipla, in cui non devi ricordare da zero una info, ma riconoscerla fra una serie di alternative. Questo approccio richiede uno sforzo minore, ma dà anche risultati minori. Inoltre, se i test non sono già preparati da altri, dovrai farteli tu, e questo richiede tempo (anche se però il prepararli ti aiuterà moltissimo a capire e memorizzare). Può comunque essere utile ogni tanto usare questa modalità, un po’ per variare lo studio e un po’ per abituarsi agli esami a scelta multipla.
Richiamo con indizio (“clue”): lo fai per esempio quando ripassi con il libro aperto buttandoci di tanto in tanto un occhio, o quando ripassi con un amico che ti interroga e ti “imbecca” un po’ sulle risposte. In questa modalità il richiamo è molto più facile e soprattutto veloce. In generale quello con il libro aperto lo sconsiglio, a meno che non sia un ultimo ripasso super-veloce. Con il compagno che interroga invece, soprattutto se ne trovi uno paziente, capace, e più preparato di te, può essere davvero utile.
Consigli Pratici
Abbiamo visto che cosa è e come funziona il richiamo attivo, ma magari ora hai qualche dubbio su come incorporarlo nella tua strategia di apprendimento.
Qua, chiaramente, non ci sono ricerche scientifiche che possano aiutarci più di tanto, è una questione di pratica, esperienza e gusto personale.
Ti posso dire però come la vedo io, e darti delle linee guida:
- Quando affronti per la prima volta un libro di testo, non usare il richiamo attivo, ma cerca anzi di leggerlo tutto il più velocemente possibile. Hai bisogno infatti di costruirti velocemente quella che io chiamo mappa del percorso, e che ti orienterà nello studio successivo. Comincia invece ad usarlo già dalla seconda lettura!
- Non utilizzarlo solo con i testi, ma anche con gli appunti o qualunque altro formato utilizzi per imparare. Se, per esempio, stai imparando guardando dei video, fai il richiamo attivo anche su questi.
- Spezzetta il contenuto tenendo conto del suo grado di difficoltà e della quantità di dati da ricordare: più il contenuto è difficile e intenso, più dovrà essere spezzettato.
- Spezzetta il contenuto sulla base della tua conoscenza del medesimo: ad ogni ripasso quindi dovrai allungare le sezioni in cui lo hai diviso.
- Ripeti ad alta voce quello che hai ricordato, e poi ricontrolla sempre nel testo qualità e quantità del ricordo. (E’ questa la fase di consolidamento per me più importante).
- Incorpora se puoi anche altre tecniche (come per esempio quelle di memoria, ma anche semplicemente una mappa concettuale o uno schema), già nella fase di controllo di quanto hai ricordato.
- Non sempre il richiamo attivo deve essere preceduto da una fase di lettura, soprattutto quando fai i ripassi successivi. La fase di controllo invece, per quanto breve, ci deve sempre essere!
- Per alcuni tipi di informazioni, in particolare quelle di grande dettaglio, o le parole nuove in lingua straniera, la miglior forma di richiamo attivo è costruire delle flashcards (anche qui, ma è facoltativo, puoi utilizzare tecniche di memoria come il keyword method).
- Nella prima fase di studio il richiamo deve essere fatto subito dopo la lettura. Nei ripassi invece cerca di trovare degli intervalli ottimali per il materiale che stai studiando, secondo i principi della ripetizione spaziata.
Idee fondamentali sul richiamo attivo
Mi viene voglia di chiederti, ora che sei arrivato alla fine dell’articolo, di chiudere il PC e provare a ricordarti il più possibile di quello che hai letto … Ma sarebbe un colpo basso, per di più per il fatto che quando leggiamo a schermo siamo ancora più distratti e frettolosi del solito.
Ti faccio io allora un riassunto delle idee base da “portarti via” da questa lettura:
- Il richiamo attivo è un po’ faticoso, ma è un metodo molto efficiente di elaborazione e memorizzazione delle informazioni. Molto più efficiente che leggere e ri-leggere.
- Oltre a questo favorisce consapevolezza, concentrazione e motivazione. E ti prepara allo stress da esame
- Nella sua essenza è molto semplice: leggi, chiudi il libro, provi a ricordare, controlli. Quando ripassi puoi saltare il “leggi”.
- Esistono delle varianti, meno efficaci ma da tenere in considerazione: “recognition” e “clue”.
- Come sempre quando si parla di studio, non pensare di fare tutto con un solo “trucco”. Il richiamo attivo deve essere incorporato in strategie di studio più ampie e può a sua volta incorporare tecniche varie.
Infine, davvero: se non usi il richiamo attivo perdi una enorme occasione per studiare meglio e più in fretta, quindi, provalo!
Antonio dice
Articolo interessante, però non ho capito come funziona la fase di controllo, quello che non ricordo va riletto e ripetuto subito dopo oppure bisogna prima terminare tutto il paragrafo/capitolo?
Gianluca dice
Caro Armando, mi sono venuti due dubbi sul richiamo attivo. Quando affermi di usarlo a partire dalla seconda lettura intendi dopo lo skimming o dopo lo skimming insieme a una lettura veloce intera?
L’altro è dopo aver effettuato la lettura, e aver effettuato il richiamo attivo avrebbe senso trasformare la parte capita in uno schema a cascata per poi trasformarla in una sorta di mappa concettuale e infine applicare in ultimo su queste le tecniche di memoria sapendo che prima hai già organizzato le idee e hai compreso il materiale?
Infine ti ho scritto anche un email, appena trovi il tempo sarebbe un piacere se mi dessi qualche parere e cmq bell’articolo 😉
Armando Elle dice
Per la maggior parte delle materie si può così: skimming + lettura veloce su tutto. Poi, seconda lettura con richiamo attivo ogni tot pagine (o paragrafi, a seconda della situazione).
Completamente d’accordo sulla trasformazione in schema successiva, è utilissima. Applicazione finale delle tenciche è facoltativa, ma certamente utile se già le padroneggi un po’.
Un saluto
Elizabeth dice
Grazie, molto utile. Anche io trovo difficoltà a costruire il palazzo. Sono molto riconoscente, i suoi articoli mi sono di un enorme aiuto.
Elizabeth
Armando Elle dice
Grazie a te!
Enrico Fravili dice
Articolo letto grazie alla mail di…..richiamo attivo, se mi si passa il gioco di parole. Nel passato (molto molto lontano…ahimè) mi è capitato di fare una cosa che mi ha ricordato questa tecnica: pochissimi giorni per studiare un esame di fitopatologia (…..sono agronomo….) tantissime nozioni e quindi? Ho fatto a pezzetti esatti il materiale, l’ho suddiviso nei giorni che mi separavano dalla prova e ogni giorno ne facevo un pezzetto esatto. Alla fine della giornata ripassavo il lavoro del giorno e quello dei giorni precedenti; alla fine per ripassare tutto impiegato una giornata e per studiare mezz’ora.
Funzionò benissimo; il metodo ha delle connessioni col richiamo attivo, a mio avviso. Cmq grazie gli articoli e gli argomenti sono interessantissimi anche per un “vecchietto” sessantaduenne.
Vale!
Enrico
Armando Elle dice
Grazie a te Enrico
Andrea dice
Come al solito, un contenuto molto utile e stimolante. Grazie per la generosità! Andrea Mersi
joachim dice
Articolo bellissimo e utilissimo. grazie infinite.
Armando Elle dice
Grazie a te!
Marco dice
Per alcuni aspetti trovo la tecnica del richiamo attivo molto simile al palazzo della memoria che da poco ho conosciuto e applico un po ovunque. L’articolo secondo me ha un grande valore, dato che è assurdo che si studi ancora con un metodo (se così lo si può chiamare il leggere e ripetere) che forse andava bene alle elementari e alle medie.
Armando Elle dice
Assolutamente d’accordo; non ho mai capito perché a scuola non si insegni a studiare bene. Ormai si sono accumulati decenni di ricerche di psicologia cognitiva e si sa molto bene cosa funziona e cosa non funziona. Eppure nelle scuole spesso continuano a farti fare quello che non funziona (o funziona poco).
Davide dice
Il palazzo della memoria non ti permette di interiorizzare le nozioni. È una memoria artificiale, che se non ripassata finisce nell’oblio. Secondo me è molto peggio studiare col palazzo perchè il tempo che dedichi per costruirlo lo puoi spendere per riflettere sui concetti, interiorizzandoli al maglio. Cosa me pensi? 😀
Armando Elle dice
Il palazzo della memoria non è un metodo di studio, non è un sistema di elaborazione e analisi dati,è semplicemente un metodo mnemonico alternativo al ripetere 100 volte le stesse cose, ed è anche estremamente più efficiente. Mentre, soprattutto quando devi ricordare in ordine, la memoria per ripetizione è molto inefficiente. Il problema di chi usa il palazzo è che lo utilizza un paio di volte, senza avere chiaro come fare, e poi lo molla lá, senza rendersi conto che ogni tecnica per essere efficace richiede esercizio per ottenere maestria nell’utilizzarla. Quindi, perdonami, ma affermare che il palazzo della memoria toglie tempo invece che fartelo guadagnare è come affermare che scendere con gli sci a valle è meno rapido che a piedi. E’ vero solo se non sai andare sugli sci : ) . E non è che leggendo un articolo o seguendo un week end di lezioni si impara a sciare. Quindi, per risponderti: se uno investe sufficiente tempo per imparare a costruire palazzi in maniera rapida ed efficace, risparmierà migliaia di ore di studio. Se uno invece pensa da subito, dopo aver letto una volta come si fa, di costruire palazzi in maniera rapida ed efficiente per poi usarli per studiare, chiaramente fa un errore di valutazione. Se uno deve dare un unico esame in tutta la vita, non gli conviene investire tempo per imparare tecniche avanzate: tanto vale studiare direttamente. Se invece uno deve imparare per anni, o addirittura l’acquisizione di nuova conoscenza dura tutta la vita, allora sì che vale la pena investire tempo per imparare tecniche più efficienti. Sul “capire per ricordare” poi, bisogna essere onesti: pochi sono i concetti veramente difficile da capire! Il problema vero si ha invece nel ricordarli. E poi, se non ricordi, come puoi capire? non sei infatti in grado di costruire analogie, fare confronti, utilizzare la tua esperienza. La memoria insomma è funzionale al capire molto più che non il capire al memorizzare. Infine, un’ultimo parere: il palazzo della memoria è anche funzionale al ragionamento. Perché? Perché se tu leggi un testo, non è che puoi poi appiccicartelo in testa parola per parola col palazzo della memoria. Devi invece: selezionare le informazioni rilevanti; capirle così a fondo da essere in grado di esprimerle con una unica o al massimo due parole; essere infine in grado di rappresentarle efficacemente con una immagine per insierirle poi nel tuo palazzo. Quindi: selezione -> sintesi -> rappresentazione simbolica. Mi sembra che quets lavoro preliminare a cui ti costringe il palazzo della memoria sia a buon titolo un “riflettere sui concetti per interiorizzarli al meglio”. Un saluto! A.L.
Giuseppe dice
Caro Armando,
ti seguo da un po’ di tempo con piacere e ho visto che, fortunatamente, hai ricominciato a scrivere sul blog. Diciamo che ho sempre utilizzato questa tecnica del richiamo attivo, pur non essendo consapevole della sua esistenza, ma da qualche tempo stavo cercando di apprendere le diverse tecniche di memoria di cui parli sul blog (soprattutto per il palazzo), sebbene con diverse difficoltà.
Arrivo al dunque:
Sebbene tu abbia citato le tecniche di memoria, consigliando di integrarle con il richiamo attivo, mi sembra che queste mal si conciliano con la tecnica del
Dal momento che sono ancora acerbo, potresti darmi qualche consiglio su come utilizzare le tecniche insieme, con la speranza di passare quanto prima a quelle del palazzo?
Armando Elle dice
Ciao Giuseppe, ti faccio un paio di esempi:
1 – subito dopo aver fatto il richiamo attivo su un segmento di testo, isola le 2-3 parole chiave che ne rappresentino i concetti fondamentali e dopo averle trasformate in immagini inseriscile nel tuo palazzo.
2 – quando torni sul libro a controllare come è andato il richiamo, spesso troverai elenchi di dati, o una tabella, o delle date, che ovviamente non sei riuscito a ricordare col richiamo (tipicamente, ricorderai magari che c’è una tabella con dei dati, ma non ricorderai precisamente i loro valori). Se reputi che quella info sia importante (ricorda sempre di selezionare le info!), è quello il momento di usare una tecnica per mandarla a memoria (es. conversione fonetica se sono numeri, ramificazione su locus di un palazzo se è un elenco, etc).
Fammi sapere come va!
Un saluto