
Il palazzo della memoria, o palazzo mentale, è una tecnica di memorizzazione che, nonostante i suoi 2000 anni di storia, mantiene intatto un alone di esoterismo e mistero.
In un mondo in cui tutti ci professiamo allegramente smemorati cronici e in cui le memorie “esterne” sono ampiamente disponibili, l’idea che sia possibile ricordare tutto, ma proprio tutto, cattura l’attenzione e affascina.

Quando chiedo a qualcuno di descrivermi come è fatto, secondo lui, un palazzo della memoria, ottengo spesso descrizioni simili a questo qui sopra. Più che un palazzo, un castello della memoria, e per di più un po’ gotico. E’ evidente l’associazione psicologica che in molti fanno fra palazzo mentale e arcani misteri! In realtà, come vedremo, non c’è molto di esoterico.
Anche perché una memoria di ferro ha degli ovvi risvolti pratici.
Quando chiedo ai miei studenti qual è la più grande difficoltà che incontrano nello studio, direi che un buon 40% di loro risponde senza esitazioni “memorizzare”.
Per poi evocare lunghe, noiose e poco produttive sessioni di ripetizione meccanica degli stessi concetti.
In questo senso allora, la grandezza del palazzo mentale non sta solo nei risultati che può fare ottenere, ma anche nella maniera in cui lo fa.
Per la maggior parte delle persone infatti, scoprire il palazzo della memoria significa scoprire una maniera completamente nuova di usare il proprio cervello.
Una maniera migliore.
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Storia del palazzo della memoria
Al liceo arrivavo spesso a scuola in ritardo.
Normalmente non c’erano problemi, eccetto il mercoledì, quando alla prima ora avevamo il professore di italiano.
Aveva già una certa età, era preparatissimo, ma soprattutto era ancora di quei prof vecchio stampo che insegnavano in giacca e cravatta e pretendevano disciplina ferrea.
Così, quasi sempre quando ritardavo, mi appioppava un pezzo di canto dell’Inferno da imparare a memoria. Qualche volta anche un canto tutto intero, se gli girava male.

Il grande umanista Pico della Mirandola poteva ripetere tutta la Divina Commedia grazie al Palazzo della Memoria. E si dice fosse in grado di farlo anche partendo dalla fine. Non è difficile capire come facesse, se consoci come funziona il palazzo!
Fu per stare dietro a tutto quel grande lavoro di memorizzazione che, dopo essermi imbattuto per caso nel palazzo della memoria, decisi di approfondirlo.
La prima cosa che mi colpì fu la storia millenaria di questa tecnica.
La lista di personaggi famosi che utilizzavano palazzi mentali è infatti lunghissima!
- Simonide di Ceo, che ne fu l’inventore
- Temistocle, che era in grado di ricordare tutti i nomi e le facce degli ateniesi
- Cicerone, che lo riteneva indispensabile per l’Ars Oratoria,
- Tommaso D’Aquino, che lo utilizzava per costruire i suoi compendi di teologia Giordano Bruno, che lo trasformò in un’arte magica
- Matteo Ricci, che, inviato a evangelizzare la Cina, si dice imparò il mandarino in 4 settimane grazie alla costruzione di un elaborato palazzo mentale per memorizzare i caratteri cinesi.
- E così via, fino, in tempi più prossimi, a Umberto Eco
La seconda cosa che mi colpì fu invece che, nonostante la sua illustre storia, del palazzo della memoria non ne avevo mai sentito parlare prima!
Come se l’insegnamento scolastico l’avesse completamente dimenticato.
(A farlo riscoprire al grande pubblico arrivarono anni dopo Hannibal Lecter ne “Il silenzio degli Innocenti”, Patrick Jane in The Menthalist e Sherlock Holmes in “Elementary”)
Eppure il palazzo mentale non solo è uno strumento potente per migliorare lo studio di qualunque cosa ti interessi, ma anche molto più naturale che ripetere le cose cento volte.
In che senso “più naturale”?
Vediamolo insieme.
Perché il palazzo della memoria funziona
Geneticamente, l’uomo moderno è il risultato di una selezione che è avvenuta quasi integralmente nel pleistocene, epoca che è cominciata 2,8 milioni di anni fa ed è finita circa 10 mila anni prima di Cristo.
La nostra capacità di camminare su due zampe, la facoltà di opporre pollice e indice delle mani …. ma anche tutte le nostre capacità linguistiche, logiche e mnemoniche, sono figlie della pressione evolutiva del Pleistocene.
Pensaci su …
Per più di 2 milioni di anni la nostra specie:
- Non doveva ricordare numeri di telefono
- Non doveva studiare storia, o imparare codici giuridici
- Non doveva ricordare nomi o facce o imparare lingue straniere, vivendo in piccole tribù che non avevano quasi contatto con l’esterno
Non ti sorprendere dunque che la nostra memoria non sia un granché quando si tratta di fare queste cose.
Quello che invece il cervello dei nostri lontani antenati doveva ricordare erano cose come:
- La strada di casa
- I dettagli che contraddistinguevano l’ospitale dall’inospitale, il pericoloso dal sicuro, l’opportunità dalla minaccia
- Gli eventi/situazioni/oggetti fuori dal comune
Memorizzare era una questione che riguardava l’uomo stesso e lo spazio in cui si muoveva, grazie all’interazione e mediazione dei 5 sensi, in particolare quello della vista.
Allo stesso modo, il palazzo della memoria sfrutta queste abilità naturali della nostra mente utilizzando:
- Le enormi potenzialità della memoria visiva.
- La memoria delle cose che già conosciamo.
- La grande impressione che fanno su di noi le cose strane e differenti dall’ordinario

Quale delle tante immagini che trova nella sua passeggiata odierna credi che attirerà l’attenzione del cavernicolo? Quale sarà in grado di ricordare? Uno dei tanti alberi tutti uguali che vede tutti i giorni, o lo strano carro di latta arrivato dal futuro?
Come funziona il palazzo della memoria
In un palazzo della memoria le informazioni da ricordare vengono trasformate in immagini – possibilmente strane o estremamente dettagliate – che vengono poi associate ad altre immagini di un percorso di loci (luoghi) che già conosci.
Per questo è indicata anche come tecnica dei loci.
E per questo ancora oggi, nei nostri discorsi, capita di dire
- In primo luogo
- In secondo luogo
- In terzo luogo
- E così via ….
Sono espressioni di derivazione latina dovute proprio al fatto che i loci erano molto utilizzati nell’arte oratoria.
Ma come mai questa strategia dei loci ci fa ricordare meglio?
Prima di scoprirlo, se non lo hai mai fatto, costruiamo il tuo primo palazzo della memoria.
Mettiti sulla porta della tua stanza, parti da un oggetto, per esempio il letto, che sarà il tuo primo locus, e poi in senso antiorario individua uno dopo l’altro altri 11 oggetti / loci.
E’ molto importante che:
- Li individui esattamente. Nella tua stanza infatti ci saranno sicuramente ben più di dieci oggetti
- L’ordine con cui compaiono uno dopo l’altro sia chiaro e non lasci spazio a confusioni.

La tua stanza è ideale per creare il tuo primo piccolo palazzo della memoria. Si tratta infatti di un ambiente che conosci perfettamente e in cui è facile individuare 10 o più “luoghi” ben distinti l’uno dall’altro
Ora, guarda i nomi e l’ordine dei dodici nervi cranici qui di seguito:

Una bella immagine dell’origine encefalica dei nervi cranici, in omaggio ai futuri colleghi medici. Licenza: https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/
Anche leggendoli diverse volte farai fatica sia a ricordarli tutti sia, sopratutto, a ricordarli in ordine (cosa che invece viene invariabilmente pretesa in qualunque esame di neuro-anatomia).
E’ normale: la nostra memoria di breve termine è molto limitata, sia nel tempo che nella quantità.
Per questo possiamo ricordare poche cose e per poco tempo, almeno fino a quando non le abbiamo passate nella memoria di lungo termine.
Soprattutto per certi tipi di informazioni questo passaggio richiede normalmente molte ripetizioni.
Con la tecnica del palazzo della memoria invece, per ogni informazione crei una immagine di breve termine che leghi alla immagine di lungo termine, e in questa maniera la rendi subito più facile da ricordare.
Un piccolo esempio di come funziona il palazzo mentale
Poco fa hai costruito un (micro) palazzo della memoria di dodici loci all’interno della tua stanza per ricordare ciascun nervo cranico.
Mettiamo che il primo di questi loci sia il letto.
Si tratta di una immagine che conosci benissimo e che è scolpita graniticamente nella tua memoria.
Ecco che d’improvviso, sul letto, compare un enorme naso ….
Non è difficile a quel punto ricordare che al primo locus, il letto, si trova il primo nervo cranico, rappresentato da un grande Naso.
E, da questo, risalirne al nome: nervo olfattorio.
Mettiamo poi che il secondo Locus sia il comodino a lato del letto.
Apri un cassetto e ci trovi dentro un omino con un camice bianco che cerca di venderti degli occhiali -> Ecco l’immagine che ti ricorda il nervo ottico…
Nota: se conosci qualcuno che fa l’ottico, utilizzalo! Più l’immagine è vicina a qualcosa di concreto che conosci, meglio è. L’ottico nel tuo cassetto combina così due benefici che la rendono memorabile: è concreto – perchè lo conosci – ed è assurdo – perchè sta nel tuo cassetto!
E così via, un locus dopo l’altro, un nervo dopo l’altro.
Un esempio di palazzo della memoria per giurisprudenza
Molti studenti di giurisprudenza mi chiedono info su come utilizzare il palazzo mentale per studiare i codici.
Vediamolo con un esempio semplice.
Diciamo che tu debba ricordare gli articoli della costituzione, e scegliamone qualcuno a caso. .
Per un articolo come il numero 6:
“La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche”
Potresti immaginare una lingua piccolissima nel sesto locus del tuo palazzo, per esempio la finestra della tua stanza.
Per l’articolo 10, che parla del diritto d’asilo e del trattamento per gli stranieri, potresti proprio legare l’immagine di un asilo al decimo locus del tuo palazzo, per esempio la lampada sulla tua scrivania.
E così via.
Superata la difficoltà di trovare immagini adeguate, memorizzare l’argomento principale di ciascuno dei 139 articoli della nostra costituzione diventa una questione di poche ore.
Certo, non saprai l’articolo parola per parola; ma avrai già fatto un enorme passo avanti, risparmiandoti ore e ore di studio.
Per i codici il discorso non cambia nella sostanza. Però, oltre al palazzo, puoi usare la tecnica della conversione fonetica, in particolare quando i numeri degli articoli si moltiplicano.
Grazie ad essa, invece dei loci, userai le immagini / numero che identificano l’articolo (lo so, sembra complicato a dirlo, ma dopo aver finito questo post vai a leggere la tecnica della conversione fonetica e vedrai quanto è semplice).
Che risultati puoi ottenere con un buon palazzo mentale
Per farti un esempio su qualcosa di piccolo e che abbiamo appena visto, un mnemonista allenato può imparare nomi e ordine dei 12 nervi cranici qui sopra anche in meno di un minuto e ricordarli perfettamente anche dopo una settimana.
Quando un normale studente di medicina ci mette almeno 5 volte tanto e dopo una settimana se ne è sicuramente dimenticato un pezzo.
La cosa notevole poi è che siccome le varie informazioni non sono legate fra di loro ma sono legate ciascuna a un locus:
– E’ davvero facile ripeterle sia in un senso che nell’altro. E quindi, per esempio, partire dal primo nervo cranico e recitare in ordine crescente gli altri 11. O partire dall’ultimo e recitare gli altri 11 in ordine decrescente. Come Pico della Mirandola con la Divina Commedia.
– Se per caso dimentichi una informazione, questo non ha alcuna influenza sulle altre. Ovvero, se per esempio non ricordi il quarto nervo, potrai comunque ricordare il quinto, il sesto e così via. Quando invece impariamo “a filastrocca”, se ci blocchiamo in un punto anche tutto il resto non lo ricordiamo.

Alcune tecniche di memoria funzionano come gli anelli di una catena. Se se ne rompe uno – ovvero dimentichi una informazione – non puoi ricordare nulla del resto. Col palazzo della memoria questo non succede: se non ricordi il contenuto di un locus, potrai sempre riprendere dal successivo.
– E’ possibile ricordare a comando qualunque posizione. Se per esempio quindi ti chiedono “qual è il settimo nervo cranico”, te ne vai con la mente al settimo locus, vedi l’immagine associata, ed ecco che sei in grado di rispondere facilmente.
Naturalmente poi, se hai fatto molto esercizio (e alla fine dell’articolo ti spiegherò come cominciare a esercitarti), puoi studiarci non solo qualche elenco e nozione, ma interi libri.
La chiave per ottenere una performance di questo tipo sta nelle due parole “molto esercizio”.
Se provi a usare il palazzo e non ti sei esercitato , ti capiterà di dire questo:
“Il palazzo della memoria con me non funziona,
tutte quelle immagini mi confondono e sono inutili”
Ora che hai letto come funziona il palazzo della memoria magari pensi di poter memorizzare facilmente non solo i nervi cranici di cui sopra, ma anche una lunga poesia, o 300 pagine del tuo prossimo esame.
Se però provi a farlo è probabile che tu perda un sacco di tempo e faccia un sacco di pasticci, convincendoti alla fine che il palazzo della memoria per te non funziona.
Così facendo però, ti comporti come uno che, dopo aver letto come si fanno il dritto e il rovescio, va a giocare a tennis e rimane deluso perché non becca manco una palla.
Assurdo no?
Ma in effetti non è colpa tua.
Vedi, sul palazzo della memoria c’è un grande equivoco, dovuto soprattutto a chi vende a peso d’oro brevi corsi in cui lo insegna.
O meglio, dice di insegnarlo e poi si limita a farti esempi di utilizzo abbastanza banali, su info molto facili e concetti molto generici.
L’equivoco è che il palazzo della memoria sia facile da utilizzare, quando non lo è affatto.
Per usarlo, sopratutto per materie impegnative, ci vuole invece una grande maestria, che richiede tempo ed esercizio per essere acquisita.
Hai bisogno infatti di imparare a risolvere tre problemi non banali:
- Come costruire un palazzo di dimensioni adeguate
- Come trasformare le informazioni in immagini efficaci
- Quali informazioni trasformare in immagini e quali no
Non sapere come risolvere in maniera adeguata questi tre problemi condiziona l’utilizzo che puoi fare del palazzo.
Questo non lo rende inutile: puoi anche usarlo in maniera più immediata, anche se ovviamente con delle limitazioni.
Ma solo chi impara a risolvere i tre problemi di cui sopra può davvero utilizzarlo per memorizzare tutto.
Le dimensioni del palazzo della memoria
Tutti – io stesso solo poche righe fa – nel parlare del palazzo mentale facciamo esempi come quello della tua stanza con il letto, il comodino, la lampada, il termosifone, e via dicendo.
Ora, va benissimo per spiegare le basi.
Ma è chiaro che, con la tua stanza, non ci prendi mica una laurea.
Anzi, non ci fai manco un esame e probabilmente neanche un capitolo di un libro.
La prima difficoltà che tutti incontrano nell’usare il palazzo della memoria è quella di come costruirne di abbastanza grandi.
Per farlo devi diventare molto bravo in una tecnica che si chiama “segmentazione” e che consiste nel suddividere tutto quello che puoi in elementi più piccoli.
Per esempio, il letto di cui abbiamo parlato sopra potresti dividerlo in testiera, cuscino, bambolotto, lenzuolo, piedi.

Con la segmentazione, ogni locus è serbatoio per altri sub-loci, diventando un vero e proprio micro-palazzo della memoria.
E così, da un unico locus, ne hai ottenuti altri 5, che possiamo chiamare SUB-LOCI, o SL.
E poi da questi 5, associando 5 immagini random a ciascuno, ne puoi ottenere altri 25.
E magari, segmentando ciascuna di esse ulteriormente, puoi aggiungere alla tua struttura altri 125 loci … tutti dipendenti dal primo locus, il tuo letto.
In questa maniera, per una frase come quella che segue, può bastarti un solo locus, o anche meno.
“Quel ramo del lago di como che volge a Mezzogiorno, fra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e golfi, secondo lo sporgere e il rientrare di quelli, vien, tutto a un tratto, a restringersi e a prendere corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra e una ampia costiera sulla sinistra!
Ti suona?
E’ l’inizio del primo capitolo dei Promessi Sposi e sta tutto memorizzato sull’ immagine mentale della serratura della porta di casa mia, grazie alla tecnica della segmentazione.
Se per memorizzarlo avessi utilizzato dei loci “interi”, avrei esaurito mezzo casa.
Invece, segmentando, mi è bastato molto meno spazio.
E questo, oltre a fare da esempio per questo primo problema, ci introduce al successivo di cui ti voglio parlare…
Trasformare le informazioni in immagini
“Ramo, Lago, Mezzogiorno, Catene, Monti”.
Prova a creare, per ciascuna di queste parole, una immagine mentale.
Poi, su un piccolo percorso di Loci che già conosci, vai a inserire ognuna di quelle immagini.
Una volta che lo hai fatto, non dovrebbe essere difficile poter ricordare più o meno senza errori l’incipit del capitolo I dei Promessi Sposi.
Magari non alla prima ripetizione, ma comunque molto rapidamente. Ogni immagine infatti fa da indizio per un pezzo di testo.

Tutti cominciano così: per ogni info da ricordare si crea una semplice immagine che la ricordi e poi si sistema ogni immagine in un Locus. E’ un’ottima maniera di spiegare il palazzo della memoria ed è un’ottima maniera per iniziare a esercitarci. Da un punto di vista pratico però, puoi farci poco di più che imparare la lista della spesa o i nervi cranici.
Se però vuoi imparare l’intero capitolo le cose si fanno problematiche perché dovrai produrre una quantità di immagini e quindi di loci e subloci davvero mostruosa.
A meno che non impari a condensare tante informazioni in un’unica immagine che metterai su un unico locus o sublocus.
E allora sì che le cose funzionano!
Se tu per esempio sei in grado di vedere nella tua mente un ramo in mezzo al lago puntato verso il sole e tenuto in bocca dall’ex presidente Monti in catene, ecco che con un’unica immagine ti è facile partire a recitare “Quel ramo del etc etc”.
Farlo, nuovamente, non è facile e richiede parecchio esercizio, ma il risultato poi può essere notevole.
Con un vantaggio: le immagini di un ramo, di un lago, di delle catene, prese singolarmente non sono particolarmente memorabili.
Sono oggetti banali, e per essere ricordati devi renderli molto realistici e dettagliati nella tua mente.
Invece un’immagine assurda, stupida e complessa come “Monti in catene nel lago che tiene in bocca un ramo puntato verso il sole” ha la caratteristica, una volta che te la sei pensata per bene, di essere davvero memorabile.
Come un carro di latta sulla strada di un cavernicolo.
Certo, se si tratta di imparare solo qualche riga e solo per un breve tempo, usare il palazzo della memoria può non servire; fai probabilmente prima a ripeterla un po’ di volte.
Ma quando la riga diventa una pagina intera o addirittura un capitolo, solo un buon palazzo della memoria ti può permettere di memorizzare in tempi ragionevoli.
Le informazioni da mettere nel tuo palazzo mentale
Questo problema è il più interessante di tutti perchè in realtà non riguarda solo il palazzo della memoria, ma la memorizzazione e l’apprendimento in generale.
Decidere cosa trasformare in immagine e cosa no è infatti una semplice variante del problema di decidere che cosa vuoi memorizzare intenzionalmente e che cosa no.
Vediamo insieme un breve testo:
“La trachea è un organo impari, mediano che si estende da C6 fino alla sua biforcazione a livello di T4/T5. È un organo che possiede un andamento sinuoso in quanto si sposta verso destra per il passaggio dell’aorta.
A livello della regione cervicale ha una distanza dalla cute di 18 mm, nella regione toracica di 45 mm,nel punto della biforcazione 7cm. ”
Il tipico testo di anatomia da ricordare, e neanche dei più complessi.
Per quali delle tante informazioni che contiene costruiresti una immagine mentale?
Non è facile da decidere, perché ogni locus che occupi e ogni immagine che crei hanno un costo in termini di tempo ed energie che utilizzi.
La stessa cosa, d’altro canto, capita con la frase dei promessi sposi che abbiamo appena visto.
Di 17 parole, alla fine solo 5 – quelle in rosso – sono memorizzate intenzionalmente nella immagine mnemonica che andrà nel palazzo …
Basteranno per ricordare con precisione anche le altre 12?
Questo tipo di decisione è fondamentale, ed alla fine è molto simile alla domanda che sempre ci dovremmo fare quando impariamo.
Fino a che livello di dettaglio devo arrivare?
Per esperienza so che tutti, ma proprio tutti, quando cominciano ad usare il palazzo della memoria cercano di trasformare in immagini troppe informazioni.
Questo accade perchè:
- Siamo allo stesso tempo insicuri di noi stessi e perfezionisti (Questo fatto, da solo, può distruggere l’apprendimento. Ne parlo in questo articolo)
- Abbiamo scarsa fiducia nella nostra memoria normale
- Non vogliamo fare lo sforzo di capire quali sono i concetti e le informazioni chiave.
Quando inizi a usare il palazzo mentale dunque, la prima cosa che devi forzarti a fare è usarlo il meno possibile.
Meglio memorizzare qualche info in meno e poi eventualmente ampliare il tuo palazzo in un secondo giro di memorizzazione che non sfiancarsi a ricordare roba che non serve o che ricorderesti comunque, anche senza palazzo.
A questo proposito tra l’altro, non è affatto detto che esso ti serva sempre ….
Quando NON usare il palazzo della memoria
Spesso gli studenti mi scrivono sottoponendomi lunghe memorizzazioni che hanno effettuato utilizzando il palazzo della memoria.
La maggior parte delle volte gli faccio notare che, per farle, non era affatto necessario costruirlo! Hanno quindi perso tempo ed energie.
Ti spiego perché.
Il palazzo della memoria è stato da sempre utilizzato soprattutto per imparare i discorsi, perché in un discorso non solo devi sapere cosa dirai, ma lo devi sapere in ordine.
Ma se le cose che devi imparare non le devi sapere in ordine, ma solo sapere e basta, perché darti la pena di costruire un palazzo della memoria?
Ritorniamo nuovamente alla frase sulla trachea:
“La trachea è un organo impari, mediano che si estende da C6 fino alla sua biforcazione a livello di T4/T5. È un organo che possiede un andamento sinuoso in quanto si sposta verso destra per il passaggio dell’aorta.
A livello della regione cervicale ha una distanza dalla cute di 18 mm, nella regione toracica di 45 mm,nel punto della biforcazione 7cm”.
La ragazza che me l’ha inviata aveva costruito un intero palazzo della memoria solo per ricordare la trachea e aveva disposto le varie informazioni su differenti loci del palazzo.
Per sapere dunque, per esempio, che a livello della regione cervicale la distanza cute / trachea è 18 mm, doveva percorrere parte del palazzo per trovare l’informazione associata ad un locus.
Dal mio punto di vista, una perdita di tempo enorme: sia perché devi costruire il palazzo sia perché devi percorrerlo per trovare l’informazione.
E’ ovvio che se devi imparare a memoria i promessi sposi o qualunque altra cosa dove l’ordine conta (per esempio, i nervi cranici, di cui va saputo sia nome che numero) ti serve il palazzo.
Ma se no puoi, e anzi, è più efficace, utilizzare come áncora mnemonica l’informazione stessa che devi ricordare.
Sarà lei stessa un micro-palazzo mentale a cui associare ogni ulteriore informazione ad essa rilevante.
Micro-palazzi della memoria e loro utilizzo
Per esempio, nel testo sopra, l’informazione da ricordare è “la posizione della trachea rispetto alla colonna vertebrale e alla superficie del corpo”.
Crea allora, semplicemente, una immagine della colonna vertebrale e della trachea insieme! E utilizza quella come base per associare le informazioni.
E’ per questa ragione che chiamo questo tipo di immagini “IMMAGINI BASE”:
Per esempio, visto che la trachea è descritta come “sinuosa”, immagina un serpentello infilato giusto davanti alla tua schiena (a rappresentare la domanda “posizione della trachea rispetto a colonna e cute”).
Esso sarà l’ IMMAGINE BASE e rappresenterà per te l’essenza dell’ informazione che devi ricordare, che è la posizione della trachea rispetto a colonna e cute.
Poi segmentalo, per esempio in 5 loci:
- occhi
- denti
- lingua
- pelle
- coda
E associa a ciascuno di questi segmenti le varie sotto-informazioni che vuoi ricordare (Ci sono parecchi numeri in quella frase, quindi per farlo dovrai conoscere anche la tecnica della conversione fonetica ).
A quel punto, per ricordare le informazioni che ti servono, non dovrai più andarle a cercare sul tuo letto, sul termosifone, sul balcone del vicino o su qualunque altro elemento del percorso che ti sei costruito.
Essa saranno invece auto-contenute all’interno della immagine base che rappresenta la domanda a cui esse rispondono.
Facciamo un esempio con un altro tipo di materia, immaginando che tu debba stuidare Karl Marx, a partire dalla biografia:
“Marx nacque il 5 maggio 1818 a Treviri, allora provincia prussiana del Granduccato del Basso reno e oggi parte della Renania-Palatinato, da un’agiata famiglia ebraica aschenazita, terzogenito dei nove figli del facoltoso avvocato tedesco Herschel Meier Halevi Marx (1777-1838) e di Henriette Pressburg (1788-1863), una donna olandese originaria di Nimega”
Nuovamente, un bel po’ di informazioni in poche righe.
A voler studiare Marx col palazzo della memoria, ecco che prima ancora di iniziare devi essertene costruito uno bello grosso!
E poi piano piano lo devi andare a riempire.
Ma che senso ha?
E’ molto più semplice agire come segue:
- Stabilire in maniera chiara di che cosa parla il paragrafo, qual è il suo tema principale. Per es. in questo caso, potrebbe essere “Le origini di Karl Marx”.
- Trovare una immagina che rappresenti bene questo tema principale. Per esempio, una culla con dentro la faccia di Marx. Questa sarà la IMMAGINE BASE.
- Segmentare in loci l’immagine della culla e associare ad ogni locus una o più informazioni.
- Eventualmente proseguire con sub-loci o altre associazioni libere se le info sono davvero tante (una associazione libera non sfrutta il meccanismo dei loci, ma è semplicemente una immagine/info che si attacca a un’altra immagine/info da cui dipende).
In parte, come vedi, si agisce come per il palazzo della memoria, creando immagini che rappresentano dati/concetti e individuando dei loci in cui metterle.
La grossa diversità è che l’immagine / concetto principale, in questo caso la culla, non andrai ad associarla a nessun locus di un palazzo della memoria già conosciuto. Ma sarà essa stessa un micro-palazzo indipendente su cui associare altre immagini.
Questo ti farà perdere un po’ del vantaggio dell’associazione breve termine / lungo termine, ma ti farà guadagnare tanto tempo, energie e chiarezza.
Oltre al fatto che, quel primo passaggio in cui decidi il “tema principale”, è molto utile sia per la comprensione del testo che per la memorizzazione tradizionale.
Scegliere una buona immagine base e un buon titolo che la rappresenti sarà uno sforzo di logica e di sintesi davvero utile all’apprendimento.
Cominciare a usare il Palazzo della Memoria
Studenti e non, mi fanno spesso domande sulle loro specifiche esigenze:
- Armando, il palazzo della memoria funziona per anatomia?
- Posso usare il palazzo mentale per giurisprudenza?
- Dopo tanti anni vorrei tornare sui libri, il palazzo della memoria può servirmi?
- Posso usare il palazzo della memoria per imparare l’inglese?
La risposta, come puoi immaginare, è si MA….
Il primo grande MA è che, appunto, non sempre serve un palazzo della memoria.
Si possono invece utilizzare, come abbiamo visto le informazioni stesse che devi ricordare come Immagini Base su cui costruire un micro-palazzo.
Il secondo grande MA è che per avere grandi risultati serve parecchio esercizio
Molti fanno l’errore di cercare di colpo di studiare un intero libro con il palazzo della memoria.
Un errore che, come abbiamo visto, è doppio:
- Non ti serve avere tutto in un palazzo
- E`molto faticoso e difficile costruire palazzi di grande ampiezza
Le mnemotecniche, come qualunque altra tecnica, vanno invece apprese in maniera logica e progressiva.
Ecco un semplice schema per esercitarsi nel palazzo della memoria in maniera progressiva
1 – Inizia con semplici liste di parole banali.
Costruisci 2-3 piccoli palazzi di 20-25 loci e li utilizzi per ricordare liste di 20-25 parole tipo banana/cane/casa/maglione e così via.
Questo ti insegnerà a creare immagini dettagliate e memorabili, a imparare a non confondere l’ordine dei loci, a costruire associazioni mentali forti
2 – Passa a parole / concetti / info un po’ più impegnative.
Meglio ancora se li prendi dal tuo materiale di studio reale. I dodici nervi cranici che abbiamo visto sono un buon esempio di cosa intendo.
In questa maniera cominci a capire quali sono le difficoltà specifiche dell’applicare il palazzo. E
magari scopri così che devi ricordare tanti numeri e quindi devi imparare la tecnica della conversione fonetica.
O che hai spesso a che fare con nomenclature molto complesse e devi allora diventare abile a trasformare in immagini parole come cefalosporine, gonadotropina corionica, usucapione, e via dicendo.
3 – Impara giochetti come quello delle carte, che sono ottimi esercizi di agilità.
Qui le immagini da ricordare e costruire sono facili, ma la velocità con cui esegui al memorizzazione aumenta sempre di più la tua sicurezza nell’associare le immagini.
4 – Esercitati con frammenti di poesie o testi sempre più lunghi.
Si tratta di un esercizio che ha difficoltà ed esigenze diverse.
Le poesie vanno infatti ricordate parola per parola. Devi però cercare di fare come nell’esempio dei promessi sposi, dove con 1/3 o 1/4 delle parole ricordi tutte le altre.
Per i testi non poetici ti devi concentrare invece sui concetti e dati rilevanti.
Alla fine arriverai a poter davvero studiare un intero lungo testo confidando per lo più sul palazzo della memoria (e sui micro-palazzi!). Sarà faticoso ma anche estremamente più veloce che la memorizzazione normale.
E questo è davvero tutto
P.S. Vuoi approfondire le tecniche di memoria e di studio che complementano il palazzo della memoria?
Leggi:
Lettura veloce: perché e come funziona
Memoria eidetica o fotografica: che cos’è?
Come memorizzare parole straniere con il Keyword Method
Saper imparare: la guida (quasi) definitiva del blog de GliAudaci
Piero dice
ma se cambio argomento devo cambiare anche posto in cui ambientare il palazzo della memoria? Nel senso, se uso casa mia per i vari loci poi non potro piu usare gli stessi loci per diversi argomenti?
Gabriele dice
ciao armandoelle says io trovo enorme difficoltà nel riuscire a schematizzare interi paragrafi premetto che sto studiando economia quindi e un misto tra matematica ed eserizi come microeconomia statistica ecc..allora mi chiedevo se il palazzo della memoria fosse utile anche sugli esercizi economici-matematici ? e se si come potrei procedere
Armando Elle dice
Ciao, la tecnica dei loci può essere applicata alla memorizzazione d qualsiasi cosa; il difficile è trasformare ciò che devi ricordare in una immagine/concetto, cioè in una immagine che in qualche maniera rappresenti il concetto che devi ricordare. fatto quello, associarla su un locus è banale. Un saluto
Nunzio dice
Ciao Armando. E’ un po’ che mi sto interessando all’argomento e ho trovato interessantissimi i tuoi articoli sulla memoria.
Io sto studiando diritto commerciale, un mattone, oltre ad essere una materia molto noiosa. Come posso fare, ad esempio, ad usare il palazzo della memoria, o la tecnica dei loci, per memorizzare i punti essenziale di una società a nome collettivo? (nozione, atto costitutivo, conferimenti, responsabilità dei soci, capitale, etc..).
Grazie in anticipo per la risposta.
Rossana dice
Buongiorno!
Devo studiare per un concorso e dovrei memorizzare una batteria di 4000 quiz!!!!!!!
Come faccio? Potresti indicarmi le giuste tecniche?
Grazie
Armando Elle dice
Ciao Rossana, penso che il richiamo attivo (che trovi qua sul blog) faccia al caso tuo.
Fra Diavolo dice
Per ora mi sono fermato nella lettura alla frase un po’ incredibile che «Giordano Bruno morì sul rogo anche a causa di essa [la tecnica dei loci]». Continuerò certamente la lettura perché l’argomento e il metodo mi interessano moltissimo, ma questa è un po’ grossa da mandar giù: Mi sono riletto le accuse e le motivazioni della condanna: neanche una parola sulla tecnica dei loci che rimane del tutto estranea al processo, se non come possibile dimostrazione della sua affermazione di «ritenere la magia buona e lecita», affermazione che, appunto, è proprio un’eresia bella e buona. Rimane solo la lamentela del Mocenigo che rimproverava al Bruno di non avergli dato insegnamenti adeguati (forse era uno studente un po’ incapace e forse no). Ripeto che le accuse di eresia era tante e ben fondate. E la condanna fu giuridicamente ineccepibile, anche se con un po’ di strabismo storico, siamo abituati a storcere la bocca.
P.S. Al Bruno andò anche bene di trovarsi in mano all’Inquisizione romana: se si fosse trovato in un paese luterano o calvinista, l’avrebbero fatto fuori fin dall’inizio e il processo sarebbe durato pochi mesi (o giorni) e non otto anni.
Comunque, sono contento di avervi trovato!
Armando Elle dice
Diciamo che le mnemotecniche e il de umbris idearum hanno contribuito alla sua fama di stregone, però è certamente vero quello che dici! E complimenti per la preparazione sull’argomento. Un saluto
Riccardo dice
Ciao Armando, ho trovato questo articolo molto interessante, tuttavia non riesco ad applicare la tecnica del palazzo della memoria per il greco antico, dove devo memorizzare regole di grammatica astratte difficili da tramutare in immagini.
Armando Elle dice
Ho presente, ho fatto il liceo classico e so che il greco è bello ma arduo. Devo dire che a quei tempi non conoscevo le tecniche, quindi il consiglio che ti do l’ho maturato successivamente, studiando le lingue straniere moderne: per imparare una regola, impara un breve esempio! Anche parola per parola, no problem. E’ la maniera migliore per interiorizzarla, e in più, almeno per le lingue non morte, aiuta tantissimo la fluency. Un saluto e a pesrto
Lucia dice
Ciao Armando,
studio scienze infermieristiche e ho da memorizzarea volte elenchi di informazioni e azioni da compiere. Come posso utilizzare il palazzo della memoria per questo tipo di studio? E cmq che vantaggio ne traggo se per fare il palazzo ci impiego lo stesso tempo che impiego per studiarlo leggendo e ripetendo?
Armando Elle dice
I vantaggi sono due:
– Leggere e ripetere è una tecnica che usi da 20 anni, e quindi non andrai mai più veloce di come vai ora. Se col palazzo oggi ci metti lo strsso tempo, fra un anno ci metterai magari meno della metà, perché avrai perfezionato la tecnica
– La memorizzazione di lungo termine è molto migliore con le tecniche. Se quindi devi studiare qualcosa da sapere nell’immediato e basta, puoi anche non prenderti la briga di usare il palazzo (anche se comunque, usandolo bene, è più efficace). Ma se si tratta di info di lungo termine il palazzo è decisamente superiore. Conta anche che poi, a un certo punto, le cose le saprai indipendentemente dal palazzo della memoria. Ti aiuterà all’inzio a fissarle, ma poi diventeranno parte del tuo sapere indipendetemente dal palazzo stesso (non dovrai cioè ripercorrerlo tutte le volte!).
Un saluto!
Alessandro dice
Ringraziando per l’articolo, estremamente interessante, avrei una domanda: questo palazzo della memoria può essere riutilizzato per più argomenti ?
esempio: voglio ricordarmi gli articoli del codice civile e utilizzo il mio appartamento come palazzo della memoria. Se voglio, in un momento successivo, ricordarmi anche gli articoli del codice penale, posso riutilizzare gli stessi loci o devo ampliare il palazzo?
Gabriele DG dice
Anch’io attendo la risposta a questa tua domanda perché è anche quella che mi sono posto io…
Diego dice
Buonasera Armando,
complimenti per la chiarezza, seguo da poco il tuo sito e lo trovo ricco di contenuti e molto stimolante. Desidero sottoporre un dubbio e chiedere un consiglio. Per studiaree memorizzare i caratteri cinesi costruisco storie singole per ogni carattere, con riferimenti al radicale e agli altri elementi che lo compongono. Dopo una decina di caratteri, rischio di accumulare una grande quantità di storie e ho come la sensazione di un insieme scollegato e confuso, non organico, il risultato non mi soddisfa affatto. In previsione di studiarne circa un migliaio, vorrei utilizzare una tecnica più efficace, potrebbe essere il Palazzo della Memoria?
Quindi come utilizzare la tecnica del palazzo della memoria per ricordare i caratteri cinesi? Potrebbe essere una soluzione? Grazie per un consiglio.
Saluti. Diego
Armando Elle dice
Ciao Diego, ho scritto un articolo sul cinese, dove puoi trovare delle risorse. In particolare, per quanto riguarda lo studio dei caratteri cinesi con le mnemotecniche, in fondo all’articolo parlo di un libro di James Heisig che, secondo me, è lo strumento milgiore per farlo. Infatti Heisig ha strutturato lo studio dei i caratteri cinesi con le mnetmotechinche in maniera progressiva, così che ti trovi già bello e costruito un palazzo della memoria
http://www.gliaudacidellamemoria.com/imparare-il-cinese-tecniche-memoria/
Eugenia dice
Ciao, volevo chiederti se potresti farmi un esempio pratico di applicazione di questo metodo ad argomenti scientifici. Io studio medicina e mi sarebbe di grandissimo aiuto!
Armando Elle dice
Ciao, leggi questo articolo, credo ti darà una idea delle possibilità e dei limiti delle tecniche di memoria nello studio della medicina.
http://www.gliaudacidellamemoria.com/mnemotecniche-studiare-medicina-epistolario-uno-studente/
Irene dice
Ciao!
Credo che il tutto mi sia abbastanza chiaro, ma ho una domanda:
Nel tuo articolo sul memorizzare attraverso le immagini hai parlato di “schedari/percorsi” che si utilizzano nel Palazzo della memoria.
Cosa sono esattamente?
Comunque grazie
Anonimo dice
Consigli per memorizzare codici e sintassi e varie regole per programmare?
giulia dice
Ciao! Sto avendo enorme difficoltà a preparare l’esame di anatomia 2 per medicina veterinaria.. Non riesco a capire come potrei utilizzare questa tecnica tenendo conto che dovrò descrivere i vari apparati, i singoli organi sia per quanto riguarda l’aspetto macroscopico che quello microscopico, con inoltre le differenze di specie tra i principali animali su cui ci concentriamo. Sono 530 pagine schematizzate, sono disperata. Sarebbe applicabile o mi complico la vita?
Armando Elle dice
Ti complichi un po’ la vita, perchè la tecnica è facile da descrivere, ma ci vuole tempo per imparare ad usarla. Comincia a leggere, se vuoi, dialogo con uno studente di mediciacome studiare diritto privato, per vedere come si applica in maniera pratica. Piano piano, se lo vorrai, potrai cominciare ad usare le tecniche di memoria negli esami, e dopo qualche mese andrai alla grande. Ma partire di colpo cercando di prepararci su un esame così complesso lo sconsiglio.
Giacomo dice
il metodo sembra semplice ed efficace, ma come scritto sopra quando parliamo di diritto privato, lasciando perdere gli articoli semplici a cui non serve immaginarmi un’asilo per ricordarmi L’art 10, e andiamo a vedere articoli molto più composti con una marea di definizioni da imparare come fai???
Armando Elle dice
Ciao Giacomo, guarda l’articolo “come imparare un copione teatrale” magari ti può essere utile per trovare spunti da usare con il diritto. E anche quello sulla conversione fonetica. Se vuoi mandarmi un esempio di qualcosa da memorizzare di diritto, provo a vedere come fare.
Giacomo dice
Grazie Armando, ho letto gli articoli e adesso ho capito che i loci vanno individuati soprattutto per incipit dei discorsi e poi magari ci colleghi parole chiavi ed immagini a seconda delle tue esigenze, ma ti volevo comunque riportare un esempio per capire meglio il funzionamento ma soprattutto lo svolgimento di tale tecnica. Supponiamo che devo ricordare l’art. n. 2206 del cc che cita testualmente
-PUBBLICITA’ DELLA PROCURA- “La procura con sottoscrizione del preponente autentica deve essere depositata per l’iscrizione presso il competente ufficio del registro delle imprese.
In mancanza dell’iscrizione, la rappresentanza si reputa generale e le limitazioni di essa non sono opponibili ai terzi, se non si provi che questi le conoscevano al momento della conclusione dell’affare.”
Ma questo è soltanto uno dei dieci articoli che il professore ci chiede per quanto riguarda la Funzione di Rappresentanza all’interno dell’azienda che solamente uno dei trentasette macro temi dell’esame ( tipo SRL, SPA, Patti parasociali, procedure concorsuali, Modelli di Governance, Leasing, Azioni) e ognuno di essi hanno altrattanti art, se non di più, da memorizzare… Aiuto ahah
Armando Elle dice
Ciao Giacomo, Martedì farò un post sul diritto e prenderò la tua definizione come esempio.
Un Saluto.
Andrea dice
Vorrei spiegato questo metodo in modo concreto con altri esempi .. vorrei applicare il metodo alle varie materie di giurisprudenza .grazie
Armando Elle dice
Ciao Andrea, mandami un esempio di qualcosa di tipico che devi imparare, e ci faccio su un esercizio.
Alessandro dice
Buongiorno, articolo molto interessante. Come si può applicare nel concreto questa tecnica ai fini di apprendimento di una lingua straniera (inglese)? Bisogna costruire un palazzo della memoria per imparare le parole in inglese (con relative traduzioni in italiano) o per imparare le regole di grammatica?
Grazie molte
Pasquale dice
Complimenti per l articolo, in effetti la tecnica dei loci è molto utile per ricordare informazioni.. ho però un dubbio come riesco ad applicarla a materie come diritto privato o pubblico?? Mi spiego meglio è vero che con questa tecnica posso facilmente ricordare articoli ma per le definizioni come si fa? Quando la quantità di cose da ricordare è poca ok, ma quando devi studiare tutto le situazioni giuridiche soggettive nel dettaglio come fai??
Armando Elle dice
Ciao Pasquale, prova a mandarmi un esempio da memorizzare, così lo analizzo nella pratica. Un saltuo
DEBORA ZAOLINO dice
salve articolo interessante e da mettere in pratica ma come a detto la persona sopra come si fa ad applicarlo con materie come diritto privato?grazie
Armando Elle dice
Ciao Debora, se impari il sistema puoi applicarlo quasi a ogni materia. Mandami un esempio di qualcosa che vuoi imparare (per es. i diritti reali presi dal Trimarchi, o qualche articolo del codice) e faccio una simulazione di apprendimento con le tecniche di memoria.
Paolo dice
Salve,
Ma esiste un unico palazzo per tutto o bisogna creare un palazzo per ogni macroargomento che voglio ricordare?
Grazie mille
armandoelle dice
Ciao Paolo, teoricamente si potrebbe fare un unico palazzo con dentro tutto lo scibile umano, ma non è pratico. Meglio avere un palazzo dedicato ad ogni macroargomento. Nel tempo i Loci si possono volendo anche riutilizzare, come spiego nell’articolo “utilizzare i loci per memorizzazioni diverse?” http://www.gliaudacidellamemoria.com/utilizzare-loci-memorizzazioni-diverse/