
Un modello mentale è una rappresentazione interna e semplificata di come funziona una certa realtà esterna.
Il nostro cervello si serve dei modelli mentali per:
- Capire il mondo che ci circonda
- Interpretare quello che vediamo o che ci succede
- Organizzare il nostro comportamento in risposta agli stimoli esterni
- Predire quello che accadrà in questa o quella circostanza
- Decidere cosa fare per raggiungere questo o quell’obiettivo
Essi cominciano a formarsi dalla prima infanzia e si aggiornano continuamente sulla base delle nostre esperienze, della nostra storia personale, di ciò che studiamo, dei condizionamenti esterni che riceviamo.
E così:
- A seconda che tu sia un medico, un elettricista, un commerciante, un avvocato …
- A seconda dell’educazione che hai ricevuto in famiglia, dei rapporti con i tuoi fratelli o sorelle, delle cose che ti sono state trasmesse dai tuoi …
- A seconda di come sono andate le tue prime esperienze amorose, le tue amicizie, il tuo primo impatto con la scuola o col mondo del lavoro …
tenderai a vedere gran parte della realtà attraverso la lente dei modelli mentali che ti sei formato in quelle occasioni.
E il motivo è semplice: i modelli mentali sono una maniera molto economica di usare le nostre risorse cerebrali.
E, come abbiamo visto in altri articoli, al nostro cervello piace risparmiare energie.
I vantaggi dei modelli mentali
Immagina per un attimo se, ogni volta che ti trovi a interpretare un fenomeno o decidere un comportamento, dovessi ripensare ogni cosa completamente d’accapo!
Chiaramente, combineresti ben poco.
Ecco invece che, riconducendo ogni nuova esperienza a modelli mentali che hai imparato in passato, apprendimento e decisioni diventano molto più veloci.
Tanto più che, per sua natura, un modello mentale nasce in un determinato ambito, ma può poi essere applicato anche in situazioni molto diverse.
Ti permette quindi di costruire continuamente analogie fra cose che conosci e cose che NON conosci.
Un esempio di questo tipo potrebbe essere, per capirci, il Principio di Pareto, di cui spesso ho parlato qui sul blog.
Il Principio di Pareto parte da una osservazione empirica fatta nell’ambito dei fenomeni economici e che, originariamente, si limitava ad asserire che “l’80% delle ricchezze è in mano al 20% delle persone”.
Da là, per analogia, si è diffuso agli ambiti più diversi.
E quindi, per esempio:
- Il 20% dei clienti porta l’80% de fatturato (economia)
- Per imparare l’80% più importante di un argomento è necessario il 20% dello sforzo, mentre per imparare il restante 20% è necessario l’80% dello sforzo (apprendimento)
- L’80% del tempo di esecuzione di un programma è impiegato solo dal 20% delle sue istruzioni (informatica)
Si è insomma costruito, da un principio valido in un determinato ambito, un modello mentale generale applicabile tutte le volte che si cerca l’efficienza: “individua quel 20% di cause che porta l’80% dei risultati, e concentrati su di esse”.
Questo giochino di passare dallo specifico al generale, dall’esperienza pratica alla rappresentazione mentale (e viceversa), è uno strumento di pensiero molto potente, e non a caso è prerogativa del genere umano.
Tuttavia, ha anche i suoi lati negativi.
Gli svantaggi dei modelli mentali
Why did the chicken cross the road? Ovvero, perché la gallina ha attraversato la strada?
Nel mondo anglosassone, la frase “why did the chicken cross the road” è un indovinello che conoscono tutti e per il quale la risposta ufficiale è, semplicemente, “per andare dall’altra parte”.
Si tratta di un tipico esempio di anti-humor, in cui l’ironia sta proprio nel creare aspettativa sul pubblico per poi dare una risposta volutamente non divertente (anche in Italia si trovano esempi simili).
Sarà forse per il fatto che la frase è così conosciuta che Robert Sapolsky, famoso neurobiologo e professore a Stanford University, l’ha scelta per esemplificare il suo punto di vista sui modelli mentali.
Nel suo esempio, Sapolsky spiega come la risposta può dipendere soprattutto dall’interlocutore. E così:
- Un biologo risponderebbe: la gallina ha attraversato perché ha visto dall’altra parte un potenziale partner sessuale”
- Un fisiatra risponderebbe: la gallina ha attraversato perché i muscoli delle sua cosce si sono contratti e hanno spinto in avanti le zampe
- Un neurologo risponderebbe: la gallina ha attraversato perché i suoi neuroni motori hanno inviato una scarica elettrica ai muscoli
I tre esperti hanno, ciascuno alla loro maniera, ragione.
Però nessuno di essi, fa notare Sapolsky, penetra davvero l’essenza del perché la gallina ha attraversato la strada.
Hanno infatti una visione molto parziale del problema, e rispondono alla domanda solo considerando il punto di vista della loro area di competenza.
Questo è proprio il rischio principale di un certo tipo di utilizzo dei modelli mentali: scambiare la propria verità per la verità assoluta, cadendo nella trappola dei bias cognitivi e dei pregiudizi.
Cosa che, in una società iper-specializzata, capita sempre più spesso.
Inoltre, più si invecchia, più il rischio di fossilizzarsi sui propri schemi è concreto.
Infatti:
- Pensare per modelli è estremamente comodo, mentre ripensare da capo è faticoso. E con l’età aumenta la tentazione di privilegiare la comodità….
- Più passano gli anni, più il passato conferma (o meglio, ci sembra confermare) ancora e ancora alcuni nostri modelli mentali. Perché dovremmo metterli in discussione?
E così il nostro cervello riesce a pensare e agire in fretta, certo, ma tende a diventare completamente prigioniero degli schemi che si è costruito.
Alla maniera di un canarino che si muove sì veloce, ma in uno spazio ristretto.
Come possiamo liberarlo?
Attraverso tre strategie.
1. Mantieni l’attitudine del nuovo arrivato.
Pensa a quella volta in cui, appena arrivato in un determinato ambiente, hai fatto una osservazione piena di ingenuità ed entusiasmo che uno dei più esperti, con aria di sufficienza, ha classificato come ridicola.
Ti ha dato fastidio, vero? Dopotutto, non c’era bisogno che facesse il saccente!
Beh, rifletti allora sul fatto che, con ogni probabilità, oggi come oggi e in almeno qualche ambito, quel saccente sei tu.
L’esperienza ti ha cioè così riempito di schemi e pregiudizi che qualunque novità, per il mero fatto di essere “nuova”, per te non funziona.
Si tratta di un atteggiamento che ti fa risparmiare tempo, ma che è anche molto pericoloso.
Netflix, 20 anni fa (si, ha almeno 20 anni!) era così indebitata che il suo fondatore cercò di venderla per pochi soldi a Blockbuster, che allora era una catena gigante di affitto di DVD e cassette.
Il proprietario di Blockbuster lo congedò con sufficienza, sicuro che il business dello streaming fosse senza futuro.
10 anni dopo Blockbuster era fallita, e molti dei ventenni di oggi non ne hanno manco mai sentito parlare.
Mentre Netflix è Netflix.
Cosa sarebbe successo se il CEO di Blockbuster avesse saputo ascoltare il fondatore di Netflix con la mente fresca del nuovo arrivato?
Probabilmente se lo sta chiedendo anche lui.
2. Cerca sempre il modello mentale di segno opposto
Ricordi il principio di Pareto di cui abbiamo parlato poco fa?
Si tratta di un modello mentale molto valido, che funziona benissimo in una miriade di situazioni.
Eppure ne esiste uno, ugualmente molto efficace, che porta a conclusioni e comportamenti quasi diametralmente opposti.
Si chiama “Teoria della somma dei marginal gains (guadagni marginali)”, e dice, più o meno, che:
La somma di piccolissimi miglioramenti in tante aree, può dare un risultato globale strabiliante
E’ seguendo questo principio che Dave Brailsford, allenatore della squadra britannica di ciclismo, ha portato un gruppo di atleti fino ad allora non particolarmente vincenti a dominare i giochi olimpici di Atene.
Quindi:
- Da una parte hai Pareto, che di dice di concentrati solo sulle cose più importanti.
- Dall’altra parte hai i marginal gains di Dave Brailsfors, che ha fatto dell’ossessione per ogni piccolo dettaglio il segreto del suo successo.
Chi ha ragione?
A seconda del contesto, entrambi.
Ogni volta quindi che applichi un certo modello mentale, indaga se ce ne è uno che, pur con presupposti o conclusioni molto diverse, può essere ugualmente valido.
Vedrai che la maggior parte delle volte ti risponderai di sì, imparando così a non cristallizzarti su strategie di pensiero e azione uniche.
3. Trova e studia i migliori modelli mentali
In fisica, il concetto di inerzia ci dice che, per far iniziare un movimento a un corpo, bisogna applicare su di esso una certa forza… ma che una volta che il movimento è iniziato, esso tende a proseguire, con molto meno sforzo, secondo la direzione che gli è stata data.
Da questo principio è facile trarre un modello mentale applicabile all’ambito, apparentemente molto distante, del comportamento umano.
Per esempio, la grande forza da applicare all’inizio di un attività si può identificare con la motivazione.
Mentre la piccola forza necessaria per continuare ciò che è iniziato può essere facilmente rappresentata dall’abitudine.
Ecco allora che, a partire da un concetto di fisica delle scuole medie, abbiamo costruito un semplice modello mentale che ci può aiutare a cambiare questo o quell’aspetto di noi stessi.
Procedimenti analoghi, anche molto più articolati e complessi, si possono fare continuamente.
Fisica, biologia, economia, psicologia, ingegneria, musica, pittura ….ogni ambito del sapere umano ha sviluppato modelli mentali solidi e ben argomentati, che puoi traslare e applicare ad ogni aspetto della vita quotidiana.
Non devi far altro che cercarli e studiarli.
Più ne conosci, più è probabile che la qualità del tuo pensiero migliorerà.
Come scrisse il grande psicologo Abraham Maslow quasi 60 anni fa, per chi ha solo un martello ogni problema è un chiodo.
Cerca allora di uscire dal framework limitato di modelli mentali che hai acquisito tramite la tua formazione e la tua professione, mettili in discussione, imparane di nuovi.
Ricorda che i modelli mentali, per loro natura, sono inaccurati, semplicistici, fallaci.
Che sono una rappresentazione della realtà, non la realtà.
Usali allora secondo le tre strategie che abbiamo visto insieme e ti prometto che potranno darti grandi soddisfazioni.
Diversamente, vedrai solo chiodi.
Ovvero, rimarrai con una visione limitata, parziale, riduttiva, della complessità che ti circonda. E, ironicamente, non te ne renderai neanche conto.
Un saluto. Armando.
katia says
Buongiorno,
rinnovo i miei complimenti all’autore del blog, per vari motivi. Prima di tutto la competenza: negli ultimi anni ho seguito vari autodefiniti esperti di apprendimento, verificando che la qualità del sito gli audaci della memoria rimane altissima; secondo fattore, l’onestà anche intellettuale, ogni articolo consegna dei contenuti e dei rimandi bibliografici validissimi, gli altri di solito costringono ad ascoltare o leggere fiumi di parole che rimandano necessariamente ai loro corsi o alle loro pubblicazioni; terzo gli argomenti spaziano su orizzonti vasti, segna che l’autore sta aumentando le sue competenze e non si è seduto sui risultati raggiunti. Complimenti sinceri, contenuti validissimi e argomenti sempre più interessanti
Armando Elle says
Ciao Katia, molte grazie per il tuo commento