
La mnemotecnica è l’insieme di regole e metodi adoperati per memorizzare rapidamente e facilmente informazioni difficili da ricordare.
Insomma, è l’insieme di tutte le tecniche di memoria che si conoscono.
Prima di diventare terreno di conquista di pseudoesperti che vendono corsi di memoria come fossero aspirapolveri, è stata il dominio di oratori, filosofi e scienziati.
I suddetti pseudoesperti soprattutto negli ultimi venti anni hanno sputtanato la mnemotecnica trattandola con una superficialità proporzionale al prezzo che chiedono per i loro corsi.
E non ce n’era bisogno, perché purtroppo, alla sua graduale scomparsa o mistificazione, aveva contribuito già molto anche il nostro sistema scolastico.
Allora, in questo articolo, vedremo:
- Perché e come è ancora importante studiare a memoria
- Le radici della mnemotecnica
- I famosi mnemonisti della storia
- Infine, come puoi iniziare la tua avventura nelle mnemotecniche senza spendere soldi in inutili corsi di memoria
Cosa significa studiare a memoria
“Non studiare a memoria come un asino” è la frase sulla memoria più male interpretata di tutti i tempi.
Ha generato infatti un enorme equivoco in tutta la mia generazione (e nei professori stessi che la pronunciavano), poiché è stata letta come: “se studi a memoria sei un asino”.
Ma quello che in effetti dice la frase non è “non studiare a memoria”, ma “non studiare a memoria come un asino”, cioè ripetendo 100 volte la stessa cosa.
Che invece è proprio l’unica strategia che ci hanno insegnato i suddetti professori.
E così la nobile arte del ricordare le cose in maniera facile ed intelligente, la mnemotecnica, si è persa, lasciando spazio a un sistema di apprendimento in cui:
- Si memorizza il meno possibile, perdendo così parte della capacità di fare connessioni mentali che è alla base della comprensione e dei processi induttivi e deduttivi.
- Quando si memorizza, lo si fa nella maniera più stupida possibile, limitandosi alla ripetizione meccanica di 2-3 strategie basiche (sottolineare, ripetere, fare schemi).
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Un po’ di storia della mnemotecnica
Di avviso assolutamente opposto a quello dei nostri professori erano per esempio Platone ed Aristotele.
Per entrambi infatti la memoria delle cose (secondo Platone innata e secondo Aristotele acquisita) era la base indispensabile per la conoscenza, e per questo mai si sarebbero sognati di negare l’importanza delle mnemotecnica.
E proprio Aristotele getta le basi future della mnemotecnica quando evidenzia il rapporto inscindibile fra pensiero, memoria e immagine:
“non è possibile pensare senza una immagine … la memoria, anche quella degli oggetti del pensiero, non è senza una immagine … la memoria appartiene alla stessa parte a cui appartiene l’immaginazione …” (Aristotele, De Memoria).
Rapporto che è diventato la base delle tecniche di memoria successivamente sviluppate, e dell’importanza che hanno creatività e immaginazione all’interno di esse.
E’ questo rapporto che fa funzionare la mnemotecnica, come scrivo nell’articolo “ricordare attraverso le immagini”.
Dopo i greci, e su un piano decisamente meno astratto e più pratico , i grandi oratori romani studiano e applicano la mnemotecnica ai massimi livelli.
Di essa si parla infatti nei principali trattati di quel tempo, come il “Retorica ad Herennium”, la “Institutio Oratoria”, e il “De Oratore”. Quest’ultimo scritto dallo stesso Cicerone, il quale per primo descrive esplicitamente una delle tecniche di memoria più usate ed efficaci: la tecnica dei loci.
Gli antichi campioni della mnemotecnica
Secoli dopo troviamo fra gli estimatori delle mnemotecniche i grandi pensatori medioevali, ma è nel rinascimento che la mnemotecnica tocca l’apice e produce dei veri e propri campionissimi.
Fra di essi, Pico della Mirandola, Marsilio Ficino, Pietro Tomai, Erasmo da Rotterdam …
Non c`è umanista rinascimentale italiano o straniero che non conosca le tecniche di memoria, e le capacità mnemoniche di alcuni di essi diventano leggendarie.
Si dice per esempio che Pico Della Mirandola potesse recitare l’intera Divina Commedia al contrario.
Il teatro della memoria
Fra i rinascimentali, Giulio Camillo Delminio arriva a concepire un progetto di una ambizione enorme, e di cui realizzerà anche un modellino in legno: il “Teatro Della Memoria”. Un luogo fisico cioè in cui rappresentare attraverso simboli e associazioni mnemoniche tutto il sapere umano del tempo.
“La prospettiva dell’organizzazione della sapienza umana, nella sua interezza, e della comprensione dell’immagine cosmica entro la finitezza di uno spazio contrassegnato da simboli, riproduceva visioni e immagini dell’universo, e concezioni dello scibile, profondamente permeate da significati simbolici, sintesi delle più intense esperienze filosofiche del Rinascimento Europeo: l’ermetismo filosofico, la tradizione cabalistica occidentale, il neoplatonismo e l’astrologia. Una simile aspirazione porta con sé i tratti di una tipica propensione utopica della cultura rinascimentale, la tensione costante verso la conoscenza universale” (cit. Wikipedia).
Altri mnemonisti illustri: da Giordano Bruno a Leibniz
E mentre Delminio inseguiva la sua utopia di memoria e conoscenza universali, Giordano Bruno finiva sul rogo proprio per le accuse di stregoneria che gli vengono rivolte a seguito delle sue enormi capacità mnemoniche.
Non prima però di aver scritto uno dei libri di mnemotecnica più famosi (e criptici!) di tutti i tempi: “De umbris idearum”.
Se ne trovate una copia originale nella cantina del nonno siete ricchi.
Dopo il rinascimento è di nuovo un filosofo, Gottfried Wilhelm von Leibniz, a regalare popolarità alle tecniche di memoria nel mondo scientifico, ed in particolare a quella della conversione fonetica dei numeri.
Fatto non casuale se si pensa che dopo il rinascimento sarà il grande momento delle discipline “ad alto contenuto numerico” come la chimica, la fisica e la matematica.
Mentre in tempi più recenti la linguistica ha indagato a fondo gli strabilianti risultati del keyword method per l’apprendimento delle lingue, e anche il genio eclettico di Umberto Eco ha più volte affrontato il mondo di simboli e rappresentazioni misteriche di cui si nutrono le mnemotecniche.
Umberto Eco e la mnemotecnica
Fra gli appassionati di manoscritti e opere originali di mnemotecnica Medioevale e Rinascimentale ci sono sempre stati grandi collezionisti e studiosi.
Umberto Eco era così appassionato da contribuire alla creazione del Fondo Young dell’Università di San Marino, la più ricca raccolta al mondo di opere sulla memoria e le mnemotecniche, con un valore stimato superiore ai 20 milioni di euro!
E se vuoi leggere qualcosa di interessante, ti consiglio proprio “Mnemotecniche e rebus”, di Umberto Eco.
Così breve che probabilmente lo ha scritto sul Frecciarossa Milano-Bologna, ma comunque molto carino da leggere.
La presentazione recita:
“Le più strane immagini e le più fantasiose associazioni hanno popolato le mnemotecniche fin dall’antichità producendo misteriosi agglomerati verbo-visivi la cui interpretazione è spesso una scommessa …
Per destreggiarsi tra figure mnemoniche ed emblemi Umberto Eco suggerisce allora di affrontarli come un rebus, la cui chiave dipende al tempo stesso da inferenze contestuali e da soluzioni codificate ….”
Niente a che vedere insomma né con la nutrita schiera dei venditori di aspirapolveri mnemotecnici, né con le maestre e i maestri che insegnano senza sapere nulla di strategie di apprendimento.
Ed è con uno stralcio di una lettera di Umberto Eco al nipotino che mi piace rispondere a qualche maestra/o, così magari, visto che lo dice Lui, un minimo di preoccupazione per la memoria gli viene:
“….Volevo parlarti …..di una malattia che ha colpito la tua generazione e persino quella dei ragazzi più grandi di te, che magari vanno già all’università: la perdita della memoria.
È vero che se ti viene il desiderio di sapere chi fosse Carlo Magno o dove stia Kuala Lumpur non hai che da premere qualche tasto e Internet te lo dice subito.
Fallo quando serve, ma dopo che lo hai fatto cerca di ricordare quanto ti è stato detto per non essere obbligato a cercarlo una seconda volta se per caso te ne venisse il bisogno impellente…..
il rischio è che, siccome pensi che il tuo computer te lo possa dire a ogni istante, tu perda il gusto di mettertelo in testa.
Sarebbe un poco come se, avendo imparato che per andare da via Tale a via Talaltra ci sono l’autobus o il metro che ti permettono di spostarti senza fatica … tu pensi che così non hai più bisogno di camminare….”
(Dal settimanale “L’espresso” Lettera di Umberto Eco al nipotino: “Caro nipote, studia a memoria“. Con una riflessione sulla tecnologia e un consiglio per il futuro: mandare a mente ‘La vispa Teresa’, ma anche la formazione della Roma o i nomi dei domestici dei tre moschettieri).
Come imparare la mnemotecnica
“Ok, Armando, mi hai convinto, con tutta sta storia di famosi mnemonisti. Ma io, come la imparo la mnemotecnica?”
Come ti ho detto, ti sconsiglio la maggior parte dei corsi di memoria che si vendono in giro.
Non fanno che darti una infarinatura di mnemotecniche, e spesso sono troppo cari. Puoi ottenere risultati migliori leggendo un buon libro, e prendendoti il tempo di rifletterci su e cominciare a fare i tuoi primi esercizi di memoria.
Il mio blog poi, GliAudaciDellaMemoria, è quasi un corso di memoria gratuito.
E puoi cominciare da subito a leggere gli articoli sulle principali mnemoteniche:
La tecnica dei Loci di Cicerone
Come costruire un Palazzo della memoria
Il Keyword Method per le parole straniere (e le parole difficili)
La Conversione Fonetica di Leibniz per imparare i numeri.
Però, devo darti un avvertimento:
Applicare le tecniche di memoria per studiare richiede tempo e pazienza.
In più, per essere efficace, la mnemotecnica va integrata con le altre tecniche in un metodo di studio completo.
Per scoprire come farlo, puoi leggere la mappa delle tecniche di memoria e studio che ho costruito.
Per le tue domande/dubbi/osservazioni usa il form dei commenti.
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Armando
piero aldo liori says
Ciao Armando e complimenti per gli argomenti che tratti nel il tuo sito.
Ho 62 anni e dopo una lunga pausa, mi sto dedicando nuovamente alla memorizzazione con la memoria verborum per “allenare” piacevolmente la mente a produrre e archiviare testi e poesie che mi piaciono attraverso le immagini e naturalmente la tecnica dei loci.
Vero! solo provando in prima persona e allenandosi si trovano i problemi, si risolvono e si va avanti memorizzando. Serve passione e di sicuro aiuta codividere questa importantissima disciplina con persone che ci credono con le quali confrontarsi….. tra le mie conoscenze dirette sono il solo a dedicarmici un po!
Morena says
Buongiorno Armando. Ho letto il suo articolo e mi e’ piaciuto. Queste tecniche di memoria valgono anche per gli over 60?
Grazie, Morena
Armando Elle says
Certo!
Nello says
Grazie Armando per lo sforzo che fai per aiutare gli altri.
Volevo domandarti una opinione. Come approccio allo studio delle mnemotecniche ho come un “blocco”, una forma di pigrizia che mi fa pensare all’insuccesso…
Credo sia una costante in tutti coloro che sono convinti di “non farcela”.
Eppure, da più parti odo risultati entusiasmanti per lo studio.
Puoi darmi una tua versione e, se non è troppo, qualche consiglio?
Grazie
Nello
Armando Elle says
Le mnemotecniche funzionano, ma sono impegnative da imparare. E per imparare non intendo imparare le basi, che ci vuole un week end. intendo utilizzarle nelle reali situazioni di studio. Faccio sempre l’esempio del tennis: se impari dritto e rovescio non è che poi sei bravo a tennis. Diventi bravo quando impari ad applicare i colpi alle migliaia di differenti combinazioni, velocità, situazioni con le quali ti arriva la pallina. Così è per le tecniche, devi provarle. Ed esattaemente come nessuno comincia facendo 10 ore di tennis al gionro, così deve essere per le tecniche; accontentanti all’inzio, su 6 ore di studio, di usarle mezz’ora. poi passa ad un’ora. Poi incrementa acnora, fino a quando piano piano diventeranno la tua modalità di studio preferita.
tiziana says
Buonasera Armando. mi hai davvero illuminato. ho due figli con difficoltà a trovare un metodo di studio e ho deciso che questa estate non ci saranno libri estivi scolastici.gli farò giochi di memoria e allenamento. trovo molto giusto quello che ho letto e provato sulla mia pelle. …mente:-).solo che non sapevo che fosse una tecnica. ad esempio io scrivo delle parole chiave e poi ci costruisco un discorso…..ancora grazie
Armando Elle says
Grazie a te!
Angelo says
Ciao Armando!
Grazie per questo articolo molto curato! E’ da poco che io mi interesso di mnemotecniche.
Volevo sapere se tu conosci un volume che tratti di memoria/mnemotecniche e neuroscienze piu’ recente rispetto a leibniz perché non ne ho trovati in libreria.
Armando Elle says
Ciao,
un buon libro discrosivo sulle tecniche di memoria è “l’arte di ricordare tutto”, di Foer. Molto anedottico, parla poco di neuroscienze.
Per un approccio più “medico” alla cosa, ti consiglio i libri di Oliver Sacks. Un neurologo americano che con uno stile veramente interessante (cosa non facile, visti gli argomenti trattati), ricostruisce e spiega le funzioni cerebrali a partire da casi di danno neurologico che ha seguito.
Cominicerei senz’altro da “l’uomo che scambiò sua moglie per un cappello”; è il suo primo libro, uscito negli anni ’80, ed è veramente un grande classico della scienza divulgativa; credo abbia ormai venduto qualche milione di copie.
Attenzione però: il libro parala meccanismi neurobiologici alla base della memoria e di altre funzioni cerebrali superiori, ma non è un manuale per avere più memoria.
Per un manuale di tecniche di memoria, ti consiglio “The Memory Book” di harry lorayne. E’ un vero classico, ma è in inglese. Un saluto
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