
Il Mindset lo puoi definire come mentalità, forma mentis o, come piace a me, sistema di credenze di un individuo.
In questo senso è lo schema mentale attraverso il quale impariamo, pensiamo, amiamo, prendiamo decisioni, agiamo ogni giorno.
E’, in altre parole, il software attraverso il quale funzioniamo.
L’impatto del Mindset nella tua vita è dunque enorme, perchè:
Le cose che credi e che ti racconti a proposito di te stesso possono, alternativamente, sabotarti e impedire il tuo cambiamento o aiutarti a realizzare il tuo vero essere (James Clear).
Ma questo software che hai in testa, chi te lo ha installato?
Chi determina il nostro Mindset
Il tuo sistema di credenze o Mindset è in realtà tuo fino a un certo punto.
Si è infatti plasmato nel tempo sulla base di input provenienti:
- dalla tua famiglia
- dalla tua scuola
- dalla cerchia più ristretta dei tuoi amici
- dai media
- dall’ambiente di lavoro
- ….. e da mille altri stimoli

L’educazione tradizionale si preoccupa molto di mostrarti i limiti, molto meno le possibilità. Gli educatori del 21esimo secolo dovrebbero occuparsi di ri-bilanciare questa equazione.
Questo non toglie che ti rimane comunque una grande libertà di intervenire su di esso in prima persona, magari anche per cambiarlo radicalmente.
Il primo passo è analizzarlo per capire quanto esso sia autentico – nel senso di tuo – e quanto invece esso sia limitato da opinioni altrui.
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Perchè il nostro Mindset è limitato?
Don’t you ever let a soul in the world tell you that you can’t be exactly who you are. (Lady Gaga)
Ovvero, non fare definire agli altri ciò che sei.
Il nostro sistema di credenze fondamentali, sul mondo e su noi stessi, si forma soprattutto nella prima gioventù, per l’azione di due grandi forze: la famiglia e la scuola.
Piano piano, in maniera sottile, vieni programmato. Vengono create per te credenze che si cementano nella tua personalità. Senza che tu te ne renda conto, prima di avere 10 anni, altri hanno plasmato la tua maniera di pensare rispetto alle relazioni, al successo, alle tue capacità e alle possibilità che il mondo ti offre. (cfr Randy Gage)
Naturalmente questa programmazione viene fatta, salvo eccezioni, a fin di bene e in buona fede.
C’è però un grosso problema.
Scuola e famiglia, da sempre, si occupano più di circoscrivere dei limiti che non di mostrare delle possibilità.
Rientra nella loro natura tradizionale e conservatrice.
A causa di questo però, tutti noi incorriamo in un errore madornale, che ci può condizionare la vita anche per molti anni.
Ci convinciamo cioè che le nostre capacità, la nostra intelligenza, le nostre prospettive, siano qualcosa di relativamente fisso, predeterminato alla nascita, e sul quale abbiamo poche capacità di intervento.

Il problema di avere un Fixed Mindset -concetto di cui parleremo diffusamente in seguito – è tutto scritto su questo tovagliolo. Se pensi sempre le stesse cose otterrai sempre gli stessi risultati.
Abbiamo sviluppato cioè un Fixed Mindset, la convinzione limitante che “Nel bene e nel male io sono così e più di tanto non posso cambiare”.
Per alterare questa situazione dovrebbe arrivare, lungo il processo di crescita, un momento, un luogo, una o più persone che siano in grado di sfidare in maniera costruttiva il nostro Mindset e farci capire che esso può ancora evolvere.
Questa sfida però:
- Spesso non arriva mai
- O arriva, ma in maniera distruttiva, creando spesso più problemi che altro
Dovremmo allora essere noi stessi mettere in dubbio il nostro Mindset, ma per diversi ragioni questo non è facile.
Il Fixed Mindset è comodo
Fin da piccoli cresciamo sentendoci dire cose come:
- Meglio che fai un’altra scelta, perché questa non è adatta a te
- Non sei abbastanza grande, non sei abbastanza bravo
- Non ti conviene, non è possibile etc etc.
Qualche volta in maniera esplicita, molto spesso attraverso ammiccamenti, battute sarcastiche, ironia, confronti con altri.
La cosa assurda è che viene fatto a fin di bene, con lo scopo di farci volare basso ed evitarci due grandi spauracchi: il pericolo e l’insuccesso.
A volte ci è magari venuto qualche dubbio, a volte ci siamo ribellati, ma alla fine ci siamo per lo più adattati alla visione di noi stessi e del mondo che ci è stata offerta.
L’abbiamo indossata come si fa con un abito comodo.
Se infatti ti convinci che le tue possibilità sono limitate e che certe cose non sono alla tua portata:
- Ti sei creato un alibi
- Non ti senti in colpa nel non provare a raggiungerle
- Non devi uscire dalla tua zona di confort
- Non dovrai giustificare agli occhi degli altri un eventuale insuccesso

Comfort Zone e Growth Zone danno sensazioni e risultati molto diversi. Non devi però concepirle come due alternative incompatibili fra di loro. Non c’è niente di male a voler stare un po’ comodi fra una fase di crescita e un’altra.
Mentre se di colpo decidi che puoi cambiare e fare di più, ecco che insieme alle nuove possibilità arrivano anche nuove responsabilità. (cfr. Spiderman)
E chi ti sta intorno e ti conosce potrebbe non prenderla bene.
Sorpresa: gli altri NON vogliono che
tu cambi il tuo Mindset.
Immagina che, di colpo, nonostante tutti te lo abbiano sconsigliato perché non ti giudicano adeguato, tu ti lanci in una delle seguenti imprese:
- Scrivere un libro di successo
- Cercare di entrare a una università che tutti ti dicono molto difficile
- Mollare il lavoro per metterti in proprio a fare ciò che desideri davvero
- Tentare una di quelle carriere improbabili come la rockstar, l’ attore, lo sportivo
- Iscriverti a matematica anche se, ti dicono, sei negato per i numeri
Se alla fine ce la fai, la maggior parte delle altre persone, salvo rare eccezioni tipo il babbo e la mamma, purtroppo non saranno affatto contente.
Perché il fatto che tu ce l’abbia fatta gli instilla il dubbio che allora forse avrebbero potuto provarci anche loro.
Quando uno esce dal suo sistema di credenze e ha successo, ecco che mette in crisi il sistema di tutti.
Quando torna invece con la bandiera bianca e sconfitto, ecco che tutti tirano un sospiro di sollievo perché vedono ri-affermata la bontà delle loro convinzioni e scelte limitanti.
Che cosa ci dice tutto questo?
Che da un certo momento in poi nella vita, diciamo da quando raggiungi l’età della ragione, se vuoi davvero lavorare sul tuo Mindset e riprogrammare il tuo software interno, devi metterci le mani tu.
Carol Dweck: Fixed Mindset e Growth Mindset
Ho già utilizzato alcune volte, in questo articolo, l’espressione “Fixed Mindset”, popolarizzata da Carol Dweck, professoressa di psicologia dell’università di Stanford, nel suo famoso libro “Mindset: Cambiare forma mentis per raggiungere il successo”.
La professoressa Dweck è una esperta nel campo delle teorie implicite dell’intelligenza, ovvero dei complessi di opinioni che ogni individuo possiede circa la possibilità di cambiare la propria intelligenza e abilità.
Analizzando risultati, comportamenti e sistema di credenze dei suoi studenti alla Stanford University, la professoressa ha identificato due tipi di Mindset.
Fixed mindset
Le persone con un Fixed Mindset credono che le loro abilità di base, la loro intelligenza, i loro talenti, siano dei tratti stabiliti, con limiti molto fissi, oltre ai quali essi non sono in grado di andare.
Come conseguenza, la loro più grande preoccupazione è non sembrare stupidi o velleitari cercando di andare oltre quelli che essi considerano i loro limiti.
Possono anche essere persone di successo, ma tendono a non voler uscire dalla loro zona di comfort e a non evolvere.
Growth Mindset
Le persone con un Growth Mindset credono che le loro abilità, intelligenza e talenti possano essere sviluppati attraverso lo sforzo, l’insegnamento adeguato e la perseveranza.
Questo li porta prendere più rischi e iniziativa e ad avere più tolleranza e resilienza nei confronti degli insuccessi, che considerano come parte inevitabile del loro processo di crescita.
Indipendentemente dalla situazione in cui si trovano, cercano sempre e comunque di migliorarsi. Come risultato, sono in media più realizzate e di successo che le persone con Fixed Mindset.
Ma come si acquisisce un Growth Mindset?
I 6 step per acquisire un Growth Mindset
Io sono sempre restio a dare queste liste di punti, perché sono per definizione riduttive.
So benissimo però, sia per esperienza personale sia per quello che mi scrivono i lettori, quanto sia utile avere un nucleo concreto di idee da cui partire.
Ecco dunque le mie 6 idee fondamentali da cui puoi partire per sviluppare il tuo Growth Mindset.
1 – Devi essere disposto a uscire dalla tua confort zone.
Ricordi con quale principio, quando eri piccolo, chi era intorno a te ha creato il tuo Mindset? Cercando di proteggerti dal pericolo e dall’insuccesso.
E indovina un po’… fuori dalla nostra zona di confort ci attendono proprio i pericoli e gli insuccessi.
Avere una mentalità Growth significa accettarli come parte indispensabile e inevitabile del processo di crescita.
Se non ti permetti mai di sbagliare e se non vuoi mai trovarti in situazioni scomode, certamente non puoi andare oltre i tuoi limiti attuali.
2 – Devi cambiare il tuo linguaggio con te stesso.
Il tuo attuale Mindset è dovuto soprattutto a cose che ti hanno detto e ripetuto così tante volte che, alla fine, le hai prese per vere.
Per cambiarle allora devi raccontarti delle nuove cose, una nuova realtà possibile, con nuove parole.

Ecco un esempio di come cambiare il tuo linguaggio verso te stesso. A sinistra le tipiche frasi che identificano il Fixed Mindset: categoriche, definitive, esprimono spesso un giudizio sulla persona e non sull’evento. A destra la trasformazione in frasi Growth Mindset: esprimono possibilità, alternative, giudizi sulla situazione e non sull’individuo. (Schema liberamente tradotto e adattato da Midfulbydesign)
3 – Concentrati sui processi e non sui risultati.
Uscendo dalla tua zona di confort e provando ad andare oltre a limiti che ti porti dietro da anni, inevitabilmente farai parecchia fatica. Se ti focalizzi quindi sui risultati, all’inizio sarà inevitabile che ti scoraggi.
Analizza allora il processo: ti sei sforzato abbastanza? Hai cercato strategie alternative? Sei stato persistente?
I risultati arriveranno.
4 –Ispirati guardando quelli che ce l’hanno fatta.
Ricordi come abbiamo visto che ragiona la gente quando vede qualcuno che ce l’ha fatta ad andare oltre al suo sistema di credenze?
Si sente in crisi e minacciata. Ecco, tu devi fare il contrario.
Devi cioè cercare persone che hanno superato i limiti che altri gli hanno appiccicato addosso, ed ispirarti a loro. (Delle tante maniere per trovare l’ispirazione ne parlo anche qui)
Come lo hanno fatto? Perché ci sono riusciti? Cosa hanno da insegnarti?
5 – Evita le personalità tossiche.
Questa è un po’ il punto complementare di quello appena discusso.
Spesso, anche in mezzo ai nostri cari, ci sono persone che hanno, magari inconsciamente, un impatto negativo sul nostro Mindset. Magari proprio perché esse stesse ne hanno uno molto ristretto.
Queste persone le riconosci facilmente: denigrano la maggior parte di ciò che fanno gli altri, ritengono che chiunque “ce l’abbia fatta” non se lo sia meritato, parlano sempre di quanto sia impossibile o sciocco raggiungere questo o quello obiettivo, a volte arrivano anche a sminuirti, in maniera più o meno velata.
Ecco, queste persone magari ti vorranno anche bene, ma sono tossiche per il tuo sviluppo.
Non devi per forza troncare i tuoi rapporti con loro, ma non devi permettere che ti inquinino con la loro negatività.
6- Passa all’azione.
La conoscenza, senza azione, è fine a se stessa. O meglio, è un potenziale che non trasformiamo mai in qualcosa di attuale.
Passare all’azione è la parte più difficile di ogni cambiamento.
Per esempio, in queso momento stai leggendo questo articolo sul Mindset e senti che alcune delle cose che ti dico “risuonano” con la tua esperienza di vita.
Magari una volta hai messo da parte dei sogni perché non ti sei ritenuto alla loro altezza.
O hai accettato passivamente di essere considerato meno dotato di altri
E avrai detto a te stesso frasi come “non sono bravo in matematica”, “la tecnologia non è per me”, “non sono un leader”.
Il risultato è che hai smesso di crescere e hai bloccato il tuo Mindset. Non c’è motivo invece di darsi dei limiti.
Certo, non tutti possiamo diventare Messi o Einstein o Hemingway o Bezos.
Però tutti noi possiamo certamente migliorare molto al di là di quello che il software che ci hanno messo in testa possa pensare. Per farlo devi assolutamente passare dalle parole all’azione.
Mindset e reality check
Un’ultima cosa: avere un Growth Mindset non significa disconnettersi dalla realtà.
Ti faccio un esempio.
Mettiamo che, da tutta la vita, pensi di essere una persona pigra e assolutamente non tagliata per lo sport.
Ecco allora che, nella tua ricerca su come cambiare il tuo Mindset, decidi che vuoi correre una maratona.
Fin qui niente di male, anzi.
Il problema sorge se la maratona la vuoi correre tre mesi dopo mentre, realisticamente, ti serve un allenamento di almeno di un anno.
Ecco allora che i due spauracchi di cui abbiamo parlato, cioè pericolo e insuccesso, diventano molto concreti:
- Non ce la farai
- Ti farai forse male
- Rafforzerai il tuo Fixed Mindset proprio in ragione del risultato negativo (nota: alcune persone si mettono apposta in imprese impossibili proprio per auto-sabotarsi).
Ora, stabilire se il tuo proposito di correre la maratona fra 3 mesi sia realistico o meno è tutto sommato facile.
Non sempre però, quando arriva il momento di cambiare Mindset, le cose sono così ovvie.
E quindi si pone il problema di capire, una volta che hai deciso di superare i tuoi auto-imposti limiti, fino a dove potrai arrivare.
Io ti consiglio due cose:
1. Innamorati del viaggio.
Avere il vero growth mindset non significa pensare di ficcarsi in testa qualunque obiettivo e di poterlo raggiungere.
Significa invece credere, semplicemente, che le nostre capacità e la nostra intelligenza possono essere incrementate in maniera notevole per tutto il corso della nostra esistenza.
Una volta che entri in questo stato mentale, i risultati verranno da sé, e non è neanche detto che non siano addirittura migliori di quello che speravi.
2. Devi sempre avere un piano
Mi capitano lettori che mi scrivono “vorrei fare …. ho il sogno di … vorrei essere …. ”.
Ma quando gli chiedo cose come “Perchè? Dove? Con che modalità? A partire da quando? E cosa succede dopo?”
Insomma, quando cerco di scoprire se dietro al desiderio c’è anche un piano, vedo che spesso non lo hanno.
Ma questo non è Growth Mindset, è sognare ad occhi aperti. Quando uno sogna ad occhi aperti, è facile che gli altri lo sminuiscano ed è facile che lui stesso si scoraggi.
Quando invece uno ha un piano ben fatto, da subito il suo livello di credibilità aumenta.
Fare un piano non è poi così difficile.
Raramente siamo i primi a impegnarci in una avventura: c’è sempre qualcuno che è passato prima di noi e ha lasciato delle tracce che, in parte, possiamo seguire.
Vuoi correre una maratona?
Chiedi a chi l’ha già corsa, cerca dei piani di allenamento su internet, consulta un medico e un coach.
Vuoi diventare uno scrittore, una rockstar, un giornalista, un infermiere, un imprenditore digitale, un premio nobel?
Scopri quali sono le scuole, i percorsi, le tappe da seguire, che cosa e come hanno fatto quelli prima di te.
Adatta ogni informazione alla tua realtà personale, mischia più piani fra loro, inserisci idee e elementi di novità, prova a invertire alcuni step, con lo scopo non di avere un piano perfetto e immutabile, ma credibile, imperfetto e modificabile.
Diversamente sarebbe solo un altro limite!
Un saluto. Armando
Gianni dice
Ciao
già applicare il punto due è una conquista che ti fa vedere la vita in modo diverso. Qualunque sia il problema da affrontare.
Leggo sempre gli articoli con molto interesse, grazie per aiutarmi a guardare dentro me stesso ed ad affrontare la vita con più “grinta” e ottimismo
Gianni
Armando Elle dice
Ciao Gianni, grazie per il commento.
Nicola dice
ciao
veramente molto illuminante la spiegazione che hai dato. Mi trovo spesso a pensare ad altre persone che meno dotate di me si sono buttate in ruoli o attività ed hanno ottenuto discreti successi.
Ho sempre avuto un atteggiamento diverso e aspettato che gli altri riconoscessero il mio valore forse pensando troppo che questo sia un mondo meritocratico ed effettivamente nel passato ho avuto esperienze così, dove sono andato avanti, sia nello sport sia nella vita, perchè mi riconoscevano le mie abilità rispetto agli altri. Crdo quindi di essermi adagiato sul quel mindset e di aspettare in modo passivo che anche in tanti altri casi della vita arrivi qualcuno a dirmi ”bravo, ti meriti qualcosa di più e di diverso”. Tutto questo effettivamente ha limitato la spinta all’azione, a fare come dici tu un piano, a cercare di mettersi in gioco. Devo proprio cambiare atteggiamento e conoscenze
Armando Elle dice
Bravo Nicola, è l’atteggiamento giusto.
Angelo dice
Sempre interessante
Armando Elle dice
Grazie