
Nelle ultime settimane ho fatto un po’ di ricerche per upgradare il mio articolo sulla lettura veloce, e mi sono imbattuto in una marea di informazioni sulla memoria eidetica.
La memoria eidetica è la (presunta) abilità di ricordare in maniera vivida e precisa immagini, ma anche suoni e altri stimoli sensoriali, anche solo dopo alcuni istanti di esposizione.
Esattamente come se gli avessi fatto una foto.
Per questo che spesso si usa, per essa, il termine di memoria fotografica.
E poiché le parole scritte sono a tutti gli effetti esse stesse delle immagini, secondo molti coach l’esistenza della memoria eidetica permetterebbe la cosidetta “fotolettura“, una forma di lettura veloce estrema in cui si arriva a decine di migliaia di parola al minuto.
Cioè 20-30 volte la quantità di parole che secondo me si può raggiungere con la lettura veloce.
Sviluppare una memoria eidetica di questo tipo è quindi, potenzialmente, una specie di bomba nucleare dell’apprendimento veloce.
Ma…
La memoria eidetica esiste?
Entro certi termini, sì.
In particolare, secondo molti studi di psicologia, tutti i bambini piccoli hanno una straordinaria memoria visiva.
E un’ alta percentuale di essi ce l’ha così spiccata da poterla classificare come “eidetica”.
C’è però un problema: pare che il suo sviluppo anomalo rispetto agli adulti si debba proprio alle scarse capacità di linguaggio e analisi dei bambini di quell’età.
E che quindi le capacità di memoria eidetica siano inversamente correlate nei bambini con le loro limitate capacità di linguaggio e astrazione.
Che, guarda caso, sono due dei pilastri fondamentali dell’apprendimento avanzato.
Quindi, secondo questi studi, la memoria eidetica sostiene l’apprendimento nei primi anni di vita.
Per poi lasciare gradualmente il posto a forme più avanzate di interazione con l’ambiente esterno. E alla perdita progressiva della maggior parte delle nostre capacità mnemoniche.
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Memoria eidetica dei bambini: una spiegazione razionale
E’ qualche milione di anni che l’uomo, come tutti gli animali, affida la sua sopravvivenza alla capacità di apprendimento.
Il Professor Steven Rose, nel suo libro “The Making of Memory”, evidenzia che la razza umana si è evoluta in situazioni dove, come dice
“Era molto probabile che l’ambiente in cui uno cresceva fosse sostanzialmente identico a quello in cui avrebbe poi speso il resto della sua vita.
Da ciò l’importanza della memoria eidetica nell’infanzia… e la sua graduale scomparsa in pubertà”.
Per milioni di anni insomma dovevamo imparare tutto, e molto rapidamente, nei primi anni di vita. E poi molto poco nei successivi.
Da qui l’utilità della memoria eidetica da piccoli, e la sua quasi totale scomparsa negli adulti, a cui di fatto non serviva.
Ora però le necessità di apprendimento sono molto cambiate.
E ti ritrovi a dover imparare una nuova lingua, un nuovo linguaggio di programmazione, o un nuovo esame universitario, all’età in cui i nostri antenati primitivi già sapevano più o meno tutto quello che gli serviva.
Per questo motivo, recuperare la memoria eidetica da adulti ci farebbe molto comodo.
Memoria eidetica negli adulti
Ci sono molti aneddoti su famosi casi di memoria eidetica nell’adulto.
Mozart per esempio era in grado di riprodurre una sinfonia dopo averla ascoltata un’unica volta. (In questo caso si parla di memoria eidetica per i suoni).
Così come un campione di scacchi è in grado di fare cose strabilianti.
Per esempio:
- Ricordare una intera partita dall’inizio alla fine, ricostruendola mossa per mossa
- Giocare in contemporanea su più scacchiere
- Giocare ad occhi chiusi contro uno o più avversari
Un campione di scacchi sembra quindi avere eccezionali capacità mnemoniche naturali!
Un esperimento di memoria eidetica negli scacchi
L’apparenza però inganna.
Per esempio, in un noto esperimento sulla memoria, venne chiesto a dei campioni di scacchi di ricordare la posizione di pezzi sulla scacchiera messi a caso.
Ed essi dimostrarono una capacità di ricordo appena superiore alla media.
Si stabilì, quindi, che la apparente straordinaria memoria dei campioni di scacchi dipende in realtà dalla loro profonda conoscenza del gioco, che gli permette di ricordare tantissime posizioni tipiche e le loro varianti.
Mentre se i pezzi sono messi a caso, la loro memoria ridiventa normale o poco più.
Probabilmente la stessa cosa capitava a Mozart con le sinfonie.
Conosceva così profondamente le regole dell’armonia che non doveva ricordare una nota alla volta, come faremmo noi. Riconosceva, invece, e ricordava, pattern per lui ben precisi e identificabili.
Esattamente dunque come noi, quando capiamo qualcosa in maniera profonda, siamo in grado di ricordarla, così capitava a Mozart nella musica.
Per lui le sequenze di note avevano un senso tale da poter essere ricordate con facilità.
E ad essere straordinaria non era dunque la sua memoria, ma la sua comprensione della musica.
Probabilmente quindi, nel ricordare una sequenza di 100 note causali, Mozart non avrebbe fatto molto meglio di un qualunque normale musicista.
Memoria eidetica: come svilupparla (se non esiste?!?)
Da una parte quindi, la memoria eidetica negli adulti praticamente non esiste.
Non ce l’hanno neanche i geni, e’ una chimera, un sogno da romanzo di fantascienza che viene sfruttato a fini commerciali.
E così, nel fare l’upgrade del mio articolo sulla lettura veloce, mi sono assolutamente convinto che roba come la fotolettura è pubblicità ingannevole, ai limiti della truffa.
Quindi stanne alla larga, per non sprecare tempo e denaro.
Dall’altra parte però, è innegabile che la memoria visiva è così potente da essere stata selezionata dall’evoluzione come strategia di apprendimento primaria.
Quindi, anche se la memoria eidetica così come la raccontano alcuni, di fatto non esiste, puoi in parte sviluppare qualcosa di simile con 4 strategie:
#1 Aumenta la tua conoscenza di un argomento
L’abbiamo visto con Mozart e con i campioni di scacchi: più sai, più è facile ricordare.
Cioè, più è robusto il framework in cui va a inserirsi ogni nuova informazione, più ha senso ed è facile da ricordare l'”immagine globale” che te ne formi.
Per questa ragione, in una materia, chi è bravo diventa sempre più bravo. E chi è scarso diventa sempre più scarso.
Nel primo caso infatti, una nuova informazione aumenta il “senso globale” delle precedenti.
Nel secondo caso invece, ogni nuova informazione aumenta la confusione.
E’ per questo motivo che, quando sei indietro su qualcosa, senti il senso impellente di “metterti in pari” prima di andare avanti.
Ed è per questo motivo che studiare un po’ tutti i giorni è meglio che studiare tanto in poco tempo.
Così come, se vai sempre a lezione, ti viene più facile capire, prendere appunti e ricordare, che non presentandoti una volta ogni tanto.
#2 Potenzia la memoria visiva naturale
Ogni facoltà fisica e intellettuale può essere potenziata dall’esercizio.
Tutti per esempio sappiamo correre. Ma pochi sono in grado, senza allenamento, di farlo per 15 kilometri!
Eppure, con qualche mese d’esercizio, quasi chiunque ci riesce con semplicità.
Miglioramenti simili si hanno anche nelle performance cerebrali, dove quello che ti sembra impossibile oggi lo puoi ottenere con qualche settimana/mese di esercizio.
Prova per esempio questo test online.
Vedrai come sarà aumentata la tua performance anche solo dopo mezz’ora di esercizio!
Nel blog, trovi anche un articolo specifico solo sulla memoria visiva che ti può essere utile.
Secondo me, comunque, il miglior esercizio per potenziare la memoria visiva è disegnare.
Non facendo disegni di fantasia, ma ritraendo la realtà.
In questa maniera sei costretto a guardare oggetti, visi, dettagli e poi a cercare di riprodurne forme e colori sul foglio di carta, a memoria.
#3 Utilizza le tecniche di memoria
La maggior parte delle tecniche di memoria utilizzano le immagini proprio perché queste si ricordano meglio.
Inoltre, associano immagini nuove a immagini vecchie, come nella tecnica dei loci e nel palazzo della memoria, per sfruttare la persistenza delle seconde.
Dei motivi per cui le immagini sono così efficienti per il ricordo ne ho in parte parlato anche in questo articolo, ma puoi approfondirli sull’articolo ricordare attraverso le immagini.
Ora, se usi le tecniche di memoria scoprirai che, grazie ad esse, ricordare immagini e informazioni è facilissimo.
Ma scoprirai anche che la vera difficoltà, quando le utilizzi, sta nell’imparare a codificare le informazioni in immagini.
Per vedere degli esempi di come farlo leggi:
#4 Usa le infografiche
Visto che ricordiamo meglio le immagini, cerca di studiare partendo proprio da materiale organizzato in immagini.
In questa maniera stimoli e utilizzi i tuoi residui di memoria eidetica.
Lo strumento migliore per farlo sono le infografiche.
Si tratta di rappresentazioni visuali di informazioni, dati e concetti, fatte con lo scopo di presentarli in maniera chiara e veloce.
Le infografiche hanno molte virtù, fra cui quella, importantissima, che studiarle non è affatto noioso.
Davanti a una infografica il cervello è immediatamente attratto dai colori, dall’ organizzazione, dalle frecce, dai simboli, dai disegni, dalla brevità dei contenuti scritti….
E quindi, non importa quale sia l’argomento, il cervello guarda una infografica sempre con grande attenzione e curiosità.
Se poi te le fai tu stesso, aggiungi al processo di apprendimento un “quid” importante: lo sforzo di sintesi e creativo necessario per fare delle infografiche efficienti.
Di seguito, ti metto un esempio di infografica molto ben riuscita. E che ti sarà anche utile.
Rappresenta i risultati di un’intervista fatta a 3000 studenti sulle loro strategie di studio più efficaci.
Immagina se gli stessi contenuti ti fossero presentati con un riassunto non visuale: sarebbero certamente meno chiari, più difficili da ricordare, ed estremamente più noiosi da studiare.
Perché vedi, il fatto fondamentale è che immagini e colori ci piacciono e ci colpiscono più di qualunque altra cosa.
Memoria eidetica: conclusioni
Allora, sei un po’ deluso che la memoria eidetica che fanno vedere nei film di fatto non esista?
Magari si…
Però hai ben 4 strategie per sviluppare una forma di “memoria eidetica”, e ognuna di esse vale la pena di essere provata.
Lasciami i tuoi commenti, i tuoi dubbi, e le tue esperienze con la memoria visiva, o fotografica, o eidetica … E in qualunque modo tu la voglia chiamare, usala! Un saluto. Armando.
Daniela dice
Interessante l’articolo, mi ha fatto capire che durante la mia esperienza lavorativa ha utilizzato la memoria eidetica, senza esserne consapevole.
Mi ha aiutata tantissimo, riuscivo a svolgere le mie attività velocemente e in modo preciso, per la sicurezza che avevo nel ricordare ciò che avevo visto anche per un attimo. Meglio tardi che mai , visto che ora sono in pensione. Leggendo questo articolo mi è scattata la voglia di aiutare mia nipote, spero di riuscire perchè per me è stato naturale utilizzare la memoria eidetica, non so per mia nipote ancora molto giovane. Chissà, sperem. Un saluto
Mario dice
Ho letto il titolo di questo articolo ed ho pensato che il contenuto potesse affascinarmi ed interessarmi, ma ho troncato la lettura dopo aver letto solo il primo rigo. Se un articolo pseudo-scientifico inizia utilizzando le parole “ho fatto un po’ di ricerche per upgradare il mio articolo” a mio avviso non merita di essere letto e preso in considerazione. Usare una parola come “upgradare” è uno schiaffo alla cultura e alla lingua italiana, è un obbrobrio letterale, è una insulsaggine immane. Chi scrive in questo modo non merita di essere letto. La lingua italiana, grazie a Dio, ha una enorme quantità di parole, di espressioni, di modi di rieche possono esprime degnamente ogni pensiero logico. Non è il caso di stroppiarla impunemente.
Armando Elle dice
Caro Mario, potremmo stare a parlare un bel po’ sull’ opportunità o meno di utilizzare neologismi e inglesismi nella lingua italiana. Ma con uno che, come te, nel criticare la scrittura altrui scrive “stroppiarla” invece di storpiarla è chiaro che ho poco da dire. No, scherzo, io parlo con qualunque imbecille. Il motivo reale per non parlare con te è che sei stato maleducato e offensivo a definire il mio articolo come pseudoscientifico, a parlare di insulsaggine immane, e via dicendo. Tra l’altro, io sono laureato in medicina e chirurgia e di scienza qualcosina ne so. Tu, per curiosità, hai studiato su google o a tua volta hai un qualche titolo per parlare di scienza? Guarda che upgradare c’è anche sulla Treccani e sul dizionario Garzanti … ma magari tu sei uno di quelli ancora fermi alla purezza della lingua e cultura italiana, come nel ventennio, e questo spiegherebbe il tuo misto di arroganza e analfabetismo.
Antonio R dice
Ciao Armando, sono un tuo collega e ti faccio i complimenti per come ti esprimi… Finalmente!!
Armando Elle dice
Ciao Antonio, grazie, mi fa piacere che apprezzi la mia scrittura
Glamour dice
Io ho la memoria eidetica, come tante altre persone, ci sono nata, e non sono il “genio della lampada” o un Mozart della situazione, ma una persona normalissima, che ha un processo cognitivo molto sviluppato (chiamata anche eredità genetica). Non è così rara averla, molte persone non sanno neppure di averlo questo dono, perché sviluppare elevati processi di apprensione per molta gente è naturale, rispetto a chi non sa cos’è la memoria eidetica o ha semplice difficoltà di apprensione. Io l’ho sviluppata maggiormente nel corso degli anni, con il corso di studi, nelle scuole, al liceo (un certo tipo di liceo: tipo l’artistico, perché ero portata) e qualcosina anche all’università, al corso di Psicologia. Ho sfruttato per molti anni gli studi precedenti, poi un certo tipo di sport, e tanto altro senza elencarlo. Comunque tengo a precisare che la memoria eidetica, chiamata anche “fotografica” è un dono che si ha fin dalla nascita, e non si può acquisire con nessun tipo di esercizio, se mai ci si può esercitare a tenere alta la memoria con banali esercizi sulla memoria, ma la memoria eidetica è tutt’altra cosa!! quindi chi ha scritto questo l’articolo deve andare a rivedersi meglio certe informazioni, perché non sa cosa vuol dire: è un dono ragazzi.. non si impara all’università, al liceo, oppure all’asilo, ci si nasce, e la sviluppi di più nel corso degli anni, non è vero che la perdi, non si perdono i processi cognitivi sviluppati!! ma che scrivete…Svegliaaaaaa…..
Firmato Glamour
Giovanna Manfrini dice
Volevo dirti che anche William James Sidis aveva la memoria eidetica, un genio incredibile che poteva dare un grande contributo all’umanità, bisogna leggere la sua storia veramente sorprendente e triste.
Vincenzo dice
Ciao, è un argomento che mi ha sempre affascinato. Confesso che ho sempre voluto crederci, di fatto ho un bel po’ di problemi nel memorizzare le informazioni in arrivo, specialmente durante i meeting. Mi tocca registrarli con il cellulare e ascoltandoli in un secondo momento sembra che, con quella rilassatezza, apprendo di più, posso fermare, prendere appunti e memorizzare prima di andare avanti.
Sono d’accordo sul fatto della padronanza della materia faccia la differenza… ma quando quella manca e gli argomenti sono così vasti e complessi, è davvero molto difficile padroneggiarla al punto di sfruttare l’effetto Mozart.
Recentemente ho provato le compresse a base nootropiche (non quelle farmaceutiche) a base naturale, devo dire che alcune rispetto ad altro hanno dato dei buoni risultati in termini di miglior concentrazione e focus e freschezza mentale, ma nulla a che fare neanche lontanamente con roba vista in limitless.
Mi ha sempre affascinato l’ipotetico scarso uso del cervello e le chiavi di accesso per sfruttarlo al massimo…
Chissà un giorno…
Armando Elle dice
Ciao Antonio, la pigrizia ha i suoi aspetti positivi. In un suo famoso saggio, Bertrand Russel proponeva giornate lavorative da 4 ore, per lasciare il resto del tempo al pensiero e alla socializzazione. L’ozio secondo me va bene, a meno che non ti allontani troppo dai tuoi obiettivi. Se ti interessa, ho scritto un libro che si chiama “il kata della volontà”; lo trovi su amazon, ed ha diversi spunti relativi a quello che vogliamo/possiamo/desideriamo/dobbiamo fare nella nostra vita. E a come regolarsi di conseguenza! A presto
Antonio dice
Grazie per queste mail che leggo con molto piacere. Mi entusiasmano. Poi sono pigro e non pratico,ma questo è un
altro discorso.
Grazie, alla prossima Antonio.