
Che cosa è una mappa mentale?
Una mappa mentale è un mezzo per catturare pensieri o informazioni e metterli in ordine per associazione.
Ti aiuta a raccogliere le idee, a crearne delle nuove, a ricordarle e, in sostanza, a ragionare in modo più efficace su un testo, un progetto, un’idea.
In questo articolo vedremo come sono nate, come sono fatte, come si costruiscono, a cosa servono, quali sono i loto vantaggi e limiti.
Se già le conosci e hai provato a usarle ma non ti hanno convinto, puoi andare direttamente alla fine dell’articolo per vedere la mia opinione sulle mappe mentali e capire quando vanno davvero usate.
Se invece non le conosci, partiamo rapidamente dalla loro storia e vediamo un passo dopo l’altro tutto il resto.
Le prime tracce di diagrammi e grafici assimilabili a mappe mentali risalgono addirittura al 3° secolo d.C. grazie all’operato del filosofo Porfirio di Tiro.
Nel mondo moderno, tuttavia, c’è un teorico in particolare che è considerato il pioniere – nonché il vero capostipite – di questo argomento: Tony Buzan.
Lo psicologo britannico è stato infatti colui che ha reso popolare il termine “mappa mentale” e che ha studiato in modo approfondito come il nostro cervello interagisce con questo strumento.
Ha anche creato un software per costruire questo genere di mappe, di cui parleremo più avanti.
Gli elementi di una mappa mentale
Le mappe mentali si possono realizzare in modi diversi, ma ognuna di esse è composta da alcuni elementi imprescindibili che ne determinano l’identità e l’efficacia:
- tema centrale: l’argomento attorno a cui si svilupperà la mappa;
- associazioni: le connessioni fra i concetti che si espandono a raggiera dal centro, formando i rami;
- linee: rappresentano graficamente le associazioni ed è preferibile che siano curve, perché sono più apprezzate dal nostro cervello;
- parole chiave: esprimono i concetti o dati che vengono rappresentati
- vicinanza: le parole chiave o immagini associate devono essere vicine l’una all’altra;
- 7: il numero massimo di associazioni di primo livello che possono partire dal tema centrale. Se sono di più, farai fatica a ricordarle tutte;
- Colori, pittogrammi, simboli, figure. Rendono la mappa vivida e possono essere organizzati in codici che aggiungono significato a quanto scritto.
Più avanti ti mostrerò come declinare queste componenti in modo da ottenere non un semplice diagramma ad albero ma una vera e propria mappa mentale.
Prima però vediamo pregi e difetti delle mappe.
E’ la prima volta che leggi il Blog de GliAudaci? |
Scarica qui GRATUITAMENTE la tecnica dei 7 minuti per diventare un SuperStudente! |
Scarica la mia tecnica che migliora il tuo studio in soli 7 minuti al giorno (ma devi seguirla!) |
Pro e contro delle mappe mentali
Come tutte le cose del mondo, le mappe mentali hanno dei pro e dei contro. O meglio: sono molto utili per certe attività, meno per altre.
Il loro vantaggio principale è quello di stimolare il pensiero creativo e non lineare. Aiutano inoltre a sviscerare i sotto-argomenti di un tema in modo fluido, semplice e visivamente molto chiaro.
In realtà, chiaro per chi l’ha fatta, mentre chi la legge può avere grossi dubbi!
Le mappe mentali si basano soprattutto su processi di associazione che sono intuitivi e quasi inconsci. Di contro, la logica lineare e razionale non fa parte di questo strumento quanto piuttosto delle mappe concettuali.

Secondo lo schema classico, l’emisfero cerebrale sinistro è dominante per le funzioni logico/matematiche, quello destro per le visuo/spaziali. Secondo Buzan, le mappe mentali stimolano in maniera uguale i due emisferi.
Volendo schematizzare i pro, si può dire che le mappe mentali:
- Sono facili da imparare e piacevoli da usare, per cui possono essere inserite fra gli strumenti didattici fin dalla scuola primaria
- Incoraggiano l’espressione di sé e la creatività, sia nella scelta delle associazioni che nella parte grafica
- Tramite le associazioni di idee, organizzano le informazioni in maniera molto personalizzata rispetto al soggetto che le realizza, e quindi sono facili da ricordare
- Coinvolgono, nella loro creazione, entrambi gli emisferi cerebrali: il sinistro, che è quello del pensiero logico – strutturato e il destro che è quello del pensiero associativo – creativo
- In molti studenti, proprio per lo sforzo creativo che richiedono, favoriscono la concentrazione.
D’altro canto, esse presentano anche alcuni svantaggi:
- Essendo molto legate a chi le crea – ognuno fa una mappa diversa dello stesso argomento! – sono difficili da comprendere per gli altri e quindi sono poco utili per la didattica.
- Possono risultare poco logiche, perché legano i concetti per associazione intuitiva.
- Possono diventare molto complesse e far perdere di vista ciò che è davvero importante. D’altro canto, se hai mai fatto un gioco di associazioni di idee, ti sarà capitato di approdare lontanissimo da dove eri partito.
- Sono poco sintetiche, cioè sono in grado di rappresentare pochi concetti per unità di spazio.
- In molti studenti, proprio per lo sforzo creativo che richiedono, favoriscono la de-concentrazione (avrai notato come questa frase sia esattamente speculare alla frase 5 dei vantaggi!).
Una mappa mentale è quindi un ottimo supporto durante l’elaborazione del pensiero e la generazione di idee.
Ma da un punto di vista dello studio di dettaglio e della memorizzazione di un argomento la mappa mentale non è uno strumento efficace.

Una mappa mentale, tra l’altro ben fatta. Nonostante l’argomento sia semplice, sfido chiunque a imparare in maniera efficiente utilizzando un strumento di questo tipo. Licenza Creative Commons
Basta vedere qualche esempio di mappa mentale per rendersi conto che non sono molto adatte allo studio della maggior parte degli esami di livello universitario.
Ne servono infatti troppe, e troppo grandi. Oltre al problema, non trascurabile, del tempo che serve per farne una. E il fatto che la logica di rappresentazione di concetti e dati non è esattamente ferrea.
Insomma, per studiare un esame con le mappe mentali rischi di dover produrre centinaia di fogli e foglietti che raccolgono in maniera non strutturata un numero di informazioni tutto sommato basso.
Cosa che le rende un vero incubo quando si tratta di ripassare.
Quando usare le mappe mentali
Visti i meriti ma anche i grandi limiti delle mappe mentali, è arrivato il momento di entrare nell’aspetto pratico e descrivere le situazioni in cui, almeno secondo me, le mappe mentali ti potrebbero tornare utili:
- durante le lezioni o subito dopo, per mantenere la concentrazione e prendere appunti sui concetti generali che vengono trattati. Preferisco nettamente però, da questo punto di vista, il Metodo Cornell
- per fare brainstorming su un dato argomento, in autonomia o anche in gruppo
- per memorizzare sfruttando la memoria visiva, col limite però che, andando nei dettagli, diventano molto meno efficaci
- per variare un po’ lo studio durante una lunga sessione di schemi o di memorizzazione. La mappa mentale ti fa “rifiatare” senza perdere del tutto quel tempo
- quando devi stimolare le tue capacità di problem solving e pensiero laterale
- per connettere tra loro informazioni che hai raccolto da diverse fonti e che non hai chiaro come amalgamare
- per gettare le basi per lo sviluppo di un progetto
- per allenare la tua creatività, in sostituzione o a completamento delle classiche tecniche di brainstorming
Come vedi, gli ambiti di applicazione sono parecchi: ogni volta che ti capita di trovarti in una di queste circostanze, prova ad affrontarla usando le mappe.
Come? Te lo spiego subito.
Come creare una mappa mentale in pochi step
Dopo averne compreso utilità e limiti, passiamo alla seconda – e cruciale – questione pratica: come si crea una mappa mentale?
Prima di tutto, per prenderci confidenza ti consiglio di iniziare alla vecchia maniera: con carta, penna e colori.
Metti il foglio in orizzontale e comincia dal centro, dove disegnerai o scriverai – sotto forma di parola chiave – il tema da approfondire.
A partire da quello, sviluppa a raggiera i sotto-argomenti collegandoli con linee curve e rappresentandoli con pittogrammi o colori diversi. Come ti dicevo prima, cerca di non inserire più di 7 associazioni di primo livello.
Per ognuno di questi sotto-argomenti, dovrai ripetere il processo ramificando sempre di più la mappa mano a mano che ti addentri nei dettagli.
È un procedimento molto intuitivo: più ti eserciterai a usarlo, più ti verrà naturale.
La parte complessa sarà forse quella di abbandonare le parole a favore delle immagini. Nelle mappe mentali sono concesse solo parole chiave, meglio se scritte in maiuscolo, mentre le frasi sono assolutamente bandite.
Le parole chiave vanno scritte sopra le linee curve.
Colori e simboli sono invece molto apprezzati dal nostro cervello: usali in abbondanza anche se disegnare non è il tuo forte. Si dice che un’immagine valga più di mille parole, no? Ecco, nel caso delle mappe mentali questo modo di dire è più che mai valido.
Software per mappe mentali
Le associazioni mentali, in quanto intuitive e non logiche, si sviluppano in modo veloce.
Io preferisco allora creare le mappe con carta e penna, perché le uso più rapidamente e riesco meglio a tenere il ritmo dei miei pensieri senza rischiare di perdere qualche idea per strada.
Ma io ho 40 anni suonati da un po’, mentre tu magari sei un nativo digitale.
Una volta padroneggiato il metodo allora, puoi anche divertirti a creare mappe mentali digitali con uno dei tanti software disponibili.
Canva, nell’ambito dei tanti tools grafici che offre, ne ha sviluppato uno specifico dedicato proprio alle mappe. Tra l’altro molto semplice e intuitivo, come da tradizione dell’azienda australiana.
Un altro strumento molto conosciuto è stato ideato proprio da Tony Buzan e permette di realizzare diagrammi coloratissimi e ricchi di immagini. Nato come iMindMap, adesso si chiama Ayoa; è a pagamento ma puoi provarlo gratuitamente per 7 giorni.
Se ti accontenti di mappe un po’ più lineari ma sempre carine e variopinte, puoi optare per il tool online Miro. In questo caso hai a disposizione una versione gratuita, con alcune limitazioni nel numero di progetti aperti in contemporanea.
Un altro strumento ben fatto e immediato da usare, che ti permette di trascinare i vari elementi direttamente sulla mappa, è Milanote. Anche questo è utilizzabile online ed è disponibile gratis o a pagamento.
Preferisci avere tutto a portata di mano? Si trovano anche applicazioni per dare vita alle tue mappe mentali sul telefono. Una fra tutte è Mindmeister, che consente di esportare i file in diversi formati in modo da poterli condividere.
I software per creare mappe mentali sul computer o con lo smartphone sono davvero moltissimi. Ti suggerisco di cercare su Google “software mappe mentali” o “mind map software”, provarne alcuni e individuare quello che fa per te. E se non dovessi trovarlo non disperare: fogli, penna e pennarelli sono sempre a disposizione e perfetti per questo uso.
Mappa mentale e mappa concettuale: sono la stessa cosa?
Quando si parla di mappe c’è molta confusione e poca consapevolezza. La maggior parte delle persone, inclusi studenti e – non di rado – professori, usano i termini “mappa mentale” e “mappa concettuale” come sinonimi. In realtà si tratta di due cose diverse, anche se alcuni tratti le rendono simili.
Abbiamo detto che la mappa mentale è un diagramma radiale ricco di immagini e colori, adatto a generare idee con creatività e a collegarle attraverso meccanismi di associazione.
La mappa concettuale, invece, si sviluppa di solito dall’alto verso il basso per schematizzare concetti e informazioni in modo logico e gerarchico.

Esempio di mappa concettuale
Nella mappa concettuale si trovano anche cose vietate nelle mappe mentali: per esempio frasi brevi, predicati verbali, frecce di collegamento.
Mentre sono assenti o ridotti al minimo colori, linee curve, elementi grafici di fantasia.
La mappa mentale è creativa e intuitiva, la concettuale è razionale e logica.
Entrambe, almeno ai fini dello studio, difettano in termini di:
- Sintesi: perché hanno bisogno di troppo spazio rispetto alla quantità di conoscenza che rappresentano.
- Efficienza: perché rispetto a quello che impari e memorizzi richiedono molto tempo per essere fatte.
La concettuali hanno il pregio di essere più utili delle mentali per il ripasso, perché rappresentano i concetti in maniera ordinata e ben collegata.
La mia opinione sulle mappe mentali
Forse ti sei fatto l’idea, leggendo questo articolo, che a me le mappe mentali non piacciano e che non servano a nulla quando si studia.
In realtà non è così.
Per prima cosa, ogni volta che fai uno sforzo sul materiale di studio, cioè che operi una qualunque sua rielaborazione, che sia una mappa, uno schema, un riassunto o, per assurdo, la costruzione di una canzone, non si può parlare di inutilità.
Al limite, di scarsa efficienza, quando a fronte del tempo che investi non hai un risultato adeguato.
In secondo luogo, io stesso apprezzo e uso le mappe mentali.
Per esempio:
- Per preparare la scrittura di un articolo, dove spesso prima faccio una mappa mentale e poi organizzo il tutto con una concettuale.
- Per decidere la scaletta di una conferenza, con la stessa modalità di cui sopra
- Per analizzare un problema generando idee su di esso
Le uso insomma per tirare fuori delle cose dalla mia mente. Non per mettercele dentro.
In questo, nel tirare fuori, devo dire che le mappe mentali sono fantastiche. Ti aiutano cioè a rielaborare e costruire un tuo pensiero su quello che hai imparato.
Se studi, che sia per un esame, per lavoro, o per puro interesse personale, sai che l’impegno maggiore, in termini di energie e tempo, te lo prende il “mettere dentro”, cioè acquisire gli input e le informazioni che ti vengono date.
Fermarti però ogni tanto a costruire una mappa mentale può darti una comprensione maggiore, originale e profonda di quello che stai imparando.
Una mappa mentale non sarà mai efficiente nel ricordare la lista dei nervi cranici, i numeri degli articoli del codice civile, il susseguirsi degli eventi storici, le funzioni del citoscheletro o come si calcola il prodotto interno lordo di uno stato…
Può accendere però delle luminose lampadine quando si tratta di mettere queste conoscenze all’opera.
Graziella Murenu dice
Salve, ho 50 anni e sto provando a studiare inglese, devo dire con non poca difficoltà ,purtroppo con una memoria poco allenata allo studio. Fantastico il metodo delle mappe concettuali e le mappe mentali, ma vorrei un consiglio su come potrei usarlo per studiare inglese, e soprattutto come colmare la mia grande lacuna, cioè i “verbi”
Armando Elle dice
Ciao Graziella, per studiare le lingue ti consiglio decisamente il keyword method
https://www.gliaudacidellamemoria.com/memorizzare-parole-straniere-keyword-method/