
Nelle ultime settimane ho investito molte ore per farmi un’idea su come realizzare una mia vecchia fissazione, imparare il cinese con le tecniche di memoria. La complessità dell’obiettivo e la quantità di materiale che ho trovato mi hanno convinto che era impossibile esaurire l’argomento in un unico post, e così ho deciso di dedicare all’argomento un’intera serie di articoli, che pubblicherò in sequenza nelle prossime settimane.
Ora, mentre per una qualunque lingua occidentale normalmente non mi sarei fatto tanti problemi, perché già conosco le enormi potenzialità delle tecniche di memoria quando vengono applicate allo studio delle lingue, per imparare il cinese ho pensato fosse necessario fare prima una valutazione approfondita sul se e sul come.
Si tratta infatti di un sistema linguistico completamente diverso, con specificità che ne rendono lo studio molto problematico. E quindi in prima battuta non mi era affatto chiaro se sarei riuscito trovare una maniera di utilizzare le tecniche di memoria per impararlo.
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Perché imparare il cinese è così difficile?
Che imparare il cinese sia difficile lo sappiamo tutti: basta sentirli parlare fra loro per rendersene conto!
Ma quali sono esattamente le difficoltà principali? Solo individuandole precisamente è possibile trovate una strategia per superarle.
Tanto per rimanere in tema di Cina, ricorda quello che dice Sun Tzu nel libro L’Arte della Guerra:
“Se conosci il nemico e conosci te stesso la tua vittoria è sicura”
E così ho fatto un po’ di ricerche per capire che cosa rende il cinese tanto difficile …. (i puristi del cinese mi perdonino la semplificazione con cui esporrò le mie conclusioni, ma non è questo il posto per fare mille distinguo)
Il cinese è una lingua tonale
Una lingua cioè in cui la variazione di tono su una sillaba determina un cambio di significato. Per capirci, vediamo un classico esempio di variazione del significato con il variare dei toni, il monosillabo MA:
- Se pronunciato col primo tono, mā, significa “mamma“
- Se pronunciato col secondo tono, má, significa “canapa“
- Se pronunciato col terzo tono, mǎ, significa “cavallo“
- Se pronunciata col quarto tono, mà significa “insultare“
Infine, quando pronunciato con tono neutro (ma) a fine della frase indica qualcosa di simile al nostro punto di domanda. Distinguere questi toni fra di loro è, all’inizio, incasinatissimo, e questo costituisce una prima grande difficoltà.
Il cinese è formato quasi interamente da suoni monosillabici!
Le parole bisillabiche sono rare, e normalmente di nuova formazione, cioè create per riferirsi a cose prima non esistenti. Come conseguenza, nell’imparare il cinese si incontrano tantissime parole omofone, cioè che si pronunciano uguali (anche dal punto di vista dei toni) ma hanno significati diversi, che è necessario dedurre dal contesto. Questo fatto costituisce un’ulteriore grande difficoltà per l’orecchio di un occidentale, perché gli fa percepire il cinese come “tutto uguale”
La scrittura cinese si caratterizza per la presenza degli ideogrammi
Un ideogramma, come dice la parola, è un simbolo grafico che non ha valore fonetico, ma che rappresenta un’ immagine o una idea. Il cinese scritto insomma non ha un alfabeto fatto di singole lettere che vengono ricombinate per formare parole. Ogni parola è invece rappresentata con un disegno (ideogramma), e se non lo conosci non sai come pronunciarla!
Quindi mentre uno studente che ha imparato l’alfabeto italiano è in grado di leggere qualunque parola italiana, anche una che non conosce, riproducendo i suoni da cui è composta, un studente che debba imparare il cinese non può fare lo stesso con un ideogramma.
O ne conosce la pronuncia o non c’è maniera di dedurla! Questo presuppone uno sforzo mnemonico immenso per imparare la scrittura cinese, e quindi anche lo straniero che vive in Cina per anni spesso rimane analfabeta, cioè non sa leggere e scrivere in cinese.
E allora, come si fa a imparare il cinese con le tecniche di memoria?!?!
Per prima cosa, proprio perché non esiste un alfabeto per leggere, bisogna dividere il problema in due parti:
Imparare il cinese parlato | Imparare il cinese scritto
Imparare a parlare cinese
Ci tornerò su più diffusamente nel terzo di questa serie di articoli su come imparare il cinese, che verrà pubblicato fra una decina di giorni. Intanto però ti anticipo che molti problemi si risolvono grazie al Pinyin, un sistema di trascrizione fonetica basato su lettere latine, e implementato dal governo cinese proprio per rendere lo studio della lingua un po`più semplice.
Grazie al pinyin si può imparare il cinese parlato senza conoscere neanche un ideogramma, e trattandosi di un sistema fonetico si possono sicuramente applicare le tecniche di memoria, anche se con maggior difficoltà che in altre lingue.
In Italia, ammiro molto il lavoro fatto in questo senso da Madame Wang Dong Dong con il suo libro “Imparare il cinese in un mese” e i video sul suo canale Youtube. Il suo libro è un aiuto enorme per imparare il cinese velocemente (comunque non in un mese), e i suoi video esplicativi con pronuncia in lingua madre sono ben fatti e veramente indispensabili.
In lingua inglese invece, ho trovato un sistema memotecnico che neanche io conoscevo, e che mi sembra avere enormi potenzialità per imparare il cinese. Lo sto analizzando nei dettagli per vedere se mantiene le potenzialità che intravedo, e in un prossimo articolo ti racconterò che risultati da.
Sullo scrivere in cinese
È doveroso premettere che, come per qualunque altra lingua, puo’ anche essere sufficiente imparare solo a parlare cinese, tralasciando completamente la parte scritta. La mia bisnonna dopotutto era analfabeta, come molti nella sua generazione, ma parlava perfettamente italiano ed ha vissuto in Italia tutta la sua vita senza alcun problema. È soprattutto la parola infatti che ci permette di interagire, sia nella nostra lingua che in una lingua straniera.
Tuttavia imparare il cinese scritto ha non solo un’utilità pratica, ma è anche molto interessante: la scrittura a ideogrammi, così diversa culturalmente dalla nostra, ha un grande fascino intrinseco, e incominciare a conoscerne anche solo una piccola parte ti fa veramente sentire come se stessi entrando in un circolo di iniziati a chissà quale disciplina esoterica.
Intanto, grazie anche a wikipedia, cerco di chiarire velocemente cosa sono gli ideogrammi. Essi derivano dai pittogrammi, segni grafici che rappresentano non quello che si sente, ma la cosa che si vede. Si riproduce quindi l’oggetto, e non il suono.
Per esempio, se prendiamo la parola“piede” :
- In un linguaggio “alfabetico” come l’italiano viene scritta rappresentando cio`che l’orecchio sente, quindi tramite la successione delle lettere p-i-e-d-e
- in un liguaggio “pittogrammatico” come il cinese, viene invece scritta rappresentando ciò che si vede, quindi con un disegno che rappresenta un piede
Le lingue occidentali rappresentano quello che si sente, e le orientali quello che si vede. Già questo fatto da solo spiega l’abisso di diversità che c’è fra le nostre due culture. Ma proseguiamo.
Se si disegna un “piede” per indicare la parola “piede”, il segno viene quindi definito pittogramma. Ma se invece si disegna un “piede” per indicare la parola “camminare”, allora il segno viene definito ideogramma dal momento che il significato è un concetto, un’idea collegata/derivata al disegno originario.
Detto così, sembrerebbe semplice poter dedurre il significato degli ideogrammi cinesi.
In realtà nel corso dei secoli essi si sono così modificati e arricchiti di complessità che solo per un’ esigua percentuale è possibile capire chiaramente il nesso fra il significato e il disegno.
La maggior parte di essi è infatti una serie di tratti grafici uniti fra loro che vanno a rappresentare un insieme certamente elegante, ma assolutamente non riconducibile a nessuna immagine conosciuta!
A complicare ulteriormente le cose poi c’e`il fatto che esistono in due versioni, una chiamata “tradizionale”, e l’altra “semplificata”. Quest’ultima è stata creata dal governo cinese proprio per renderne più agevole l’apprendimento, ma credimi che anche se si chiama semplificata non è affatto semplice!
Chi quindi vuole anche imparare il cinese scritto e studiare gli ideogrammi, normalmente lo fa con grande fatica e sudore attraverso due strategie principali:
- Disegnandoli e ridisegnandoli decine di volte
- Utilizzando flashcards e software SRS o sistemi di ripetizione spaziata.
Si tratta di sistemi che presentano gli ideogrammi in maniera automatica e randomizzata a intervalli temporali prestabiliti, sfruttando il fatto che la memorizzazione a lungo termine di una informazione è più facile quando essa viene ripetuta poche volte su tempi lunghi anziché molte volte su tempi brevi (cit. wikipedia). L’SRS secondo me più efficace per imparare il cinese è senz’altro Anki, di cui tra l’altro esiste anche una app gratuita.
La seconda strategia è già di per sé una memotecnica un po’ più avanzata, e l’ho utilizzata con soddisfazione anche in altre lingue oltre al cinese e onestamente pensavo fosse anche l’unica, fino a che non ho scoperto un libro molto molto interessante Remembering simplified Hanzi, di James Heisig. Si tratta di un libro così mostruosamente ben riuscito ed efficace che gli ho dedicato integralmente il secondo articolo di questa serie relativa all’imparare il cinese con le tecniche di memoria.
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