
Questo lungo esercizio di memorizzazione veloce deriva dalla rielaborazione di un manuale che ho pubblicato 3 anni fa su Amazon, e di cui recentemente è scaduta l’esclusiva con Amazon stessa.
Lo faremo con la tecnica dei loci, e usando una metodologia didattica che gli americani chiamano “over the shoulder”.
Cioè, come se io fossi dietro le tue spalle, a fare l’esercizio con te passo per passo.
Per questa ragione l’intero articolo sono più di 10 mila parole, ma credimi che è tempo ben speso.
Moltissimi lettori infatti mi scrivono per capire meglio come applicare la tecnica dei loci a liste e nomi difficili.
Ma per farlo non basta sapere genericamente come funziona la tecnica, o come si costruisce un palazzo della memoria. Serve invece una spiegazione dettagliata, e parecchia pratica.
In questo esercizio, quindi:
- Chiarificherò tutti gli aspetti fondamentali di come si costruisce un percorso di Loci
- Vedremo alcuni tipici problemi di costruzione delle immagini
- Useremo la “segmentazione” per comprimere le info
- Scoprirai che i percorsi di loci che già conosci sono praticamente infiniti
- Risolveremo uno dopo l’altro i problemi pratici che incontri quando memorizzi dei dati con la tecnica dei loci
Infine, dopo l’esercizio, vedremo due esempi di applicazione pratica allo studio vero e proprio:
- Uno relativo alla memorizzazione dati puri (lista di farmaci)
- L’altro relativo alla memorizzazione di concetti.
Potrai seguire l’articolo anche se non sai niente di tecniche di memoria: infatti ho messo, quando necessario, i riferimenti indispensabili di approfondimento.
Credo che non ci sia nessun sito in Italia che presenti un esercizio di memorizzazione coi loci così completo e dettagliato.
Per questo, sono molto soddisfatto, e spero che ti toglierai finalmente tutte le curiosità che hai su questa tecnica.
Se non fosse così, scrivimi!
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Esercizio di memorizzazione: introduzione
Per l’esercizio che faremo insieme, ho scelto qualcosa di veramente noioso e complicato: memorizzare i 46 titoli dell’Antico Testamento.
Si tratta di nomi “difficili” (e spesso gli studenti si trovano a dover memorizzare nomi difficili), ma alla fine dell’esercizio sarai in grado sia di ripeterli tutti in un verso e nell’altro, sia di ricordare a tuo piacimento quale libro è nella posizione X, o Y, o Z.
Per poter memorizzare questi nomi “difficili” è indispensabile associare alla tecnica dei loci un’altra tecnica, il keyword method o metodo della parola chiave: nato negli anni ’50, è anche chiamato “la tecnica delle spie”, perché si dice venisse usata dagli agenti segreti durante la guerra fredda per imparare rapidamente parole straniere.
Se vuoi approfondirla, vai all’articolo sul keyword method che trovi sul blog, o scarica il manuale gratuito che ho preparato (Non saranno comunque necessari per fare l’esercizio di oggi, perché ti guiderò io).
In estrema sintesi si tratta di sostituire parole difficili o che non conosci con uno o più suoni di parole che conosci bene (ovviamente, trasformandole in immagini, come per tutte le tecniche di memoria).
Spesso infatti per ricordare una parola ci basta un indizio (quante volte, di una parola, hai detto “ce l’ho sulla punta della lingua”, e poi è bastato un piccolo indizio per ricordarla?), e il metodo della parola chiave ti insegna proprio a costruire questi indizi.
Comunque non ti preoccupare: poiché faremo l’esercizio in modalità “over the shoulder”, sarà semplicissimo capire e applicare il metodo.
Un’ultima osservazione prima di cominciare: se non conosci le tecniche di memoria, ti ritroverai a fare in questo esercizio cose che ti sembreranno strane, magari anche stupide.
Ma non ti scoraggiare, e seguimi fino in fondo.
Memorizzare uscendo dalla tua zona di comfort
Vedi, ogni volta che impariamo a fare qualcosa di nuovo dobbiamo uscire dalla nostra zona di comfort, quella cioè che ci dà sicurezza, perché “è così che abbiamo sempre fatto, perché fare diverso?”
E uscire dalla zona di comfort non è facile, proprio perché è comoda e sicura: sappiamo cioè cosa facciamo, cosa otterremo, e come lo otterremo.
La resistenza ad uscire dalla zona di comfort è un meccanismo psicologico in parte molto utile, perché da due milioni di anni ci protegge dai rischi: “sto nel territorio che conosco, perché anche se non è il massimo, almeno lo conosco”.
D’altra parte però è anche il più grande ostacolo che incontriamo quando si tratta di cambiare e migliorare.
La maniera giusta di gestire la cosa, secondo me, è per piccoli passi: cioè uscire dal territorio che conosci con calma, un po’ alla volta; senza bruciare tutto quello che facevi fino al giorno prima, ma anche senza rifiutarti di esplorare un po’ qualcosa di nuovo.
E lo stesso vale per le tecniche di memoria:
Bollarle da subito come inutili perché all’inizio non ti trovi bene ad usarle, significa essere troppo attaccati alla propria zona di comfort e negare l’evidenza: ricorda infatti che non solo sono state usate con profitto da grandi geni della storia, ma si sono scientificamente dimostrate efficaci per apprendere in migliaia di test su persone normali. Anche tu puoi quindi utilizzarle per memorizzare X volte più rapidamente.
Per contro, abbandonare di colpo e completamente il tuo metodo di studio per sostituirlo tutto con le tecniche di memoria, quando di fatto non hai maturato l’esperienza per gestirle bene in tutte le situazioni, è una cosa molto rischiosa. Ti ritroverai ad usarle male e con grande difficoltà.
Quindi, mentre fai con me l’esercizio, non pensare “che str….ata”, o al contrario “eccezionale, adesso studierò solo più così”.
Comincia invece semplicemente a chiederti quando, come, e in che misura puoi iniziare ad introdurre le tecniche di memoria qua e là nel tuo metodo di studio.
Dapprima per le piccole cose più ovvie (liste, nomi, parole straniere, etc), e poi per quelle più articolate, come concetti e ragionamenti.
Comunque, gli esempi che ti metto a fine libro penso ti aiuteranno molto.
Esercizio di memorizzazione: analisi
“Memorizza i titoli e le posizioni dei 46 libri dell’Antico Testamento”
Come ti dicevo, svolgerò l’esercizio insieme a te. Come te, non conosco i titoli dei 46 libri dell’Antico Testamento e tanto meno il loro ordine, per cui li impareremo insieme passo per passo.
Per prima cosa dobbiamo avere la lista dei titoli: ci sono diverse divisioni dei libri dell’antico testamento, e ho scelto di ricordarli secondo l’ordine che ne dà il sito utopia.it, che di seguito presento.
Leggiamola velocemente insieme e poi farò le mie considerazioni.
Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio
Giosuè, Giudici, Rut, Samuele1, Samuele2
Re1, Re2, Cronache1, Cronache2, Esdra
Neemia, Tobia, Giuditta, Ester, Maccabei1
Maccabei2, Giobbe, Salmi, Proverbi, Qoelet
Cantico dei cantici, Sapienza, Siracide, Isaia, Geremia
Lamentazioni, Baruc, Ezechiele, Daniele, Osea
Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea
Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia
Ad una prima lettura notiamo che: ci sono diversi nomi propri poco comuni (es. Osea, Malachia, Sofonia, Baruc, Abacuc ect); alcuni titoli invece sono parole strane o arcaiche, e non rimandano immediatamente a nessuna parola conosciuta (es. Deuteronomio, Levitico, Siracide); altri titoli si ripetono e possono originare confusione o salti di memoria (es. Cronache 1 e Cronache 2, Re 1 e Re 2).
Si tratta quindi di una lista breve (46 libri), ma non semplice. Ho scelto infatti questa memorizzazione perché presenta una serie di difficoltà e varietà che necessitano di una certa esperienza per essere gestite, ed è proprio nella gestione di queste problematiche che si diventa dei buoni mnemonisti.
Il nostro magazzino di Loci
Il primo problema, poiché voglio memorizzare non solo l’ordine ma anche la posizione dei libri, è trovare velocemente un magazzino ordinato di loci dove sistemare ciascun libro.
Perché un magazzino di Loci sia efficiente, deve essere qualcosa che è scolpito nella tua memoria a lungo termine (Ricordi? Abbiamo detto che la memorizzazione avviene tramite associazione fra memoria a breve termine e memoria a lungo termine).
La prima cosa che mi viene in mente sono le 10 dita delle mie mani. In effetti possono essere una buona scelta: sistemerò su ogni dito una catena di 5 immagini, ognuna rappresentante un libro.
Per trovare l’esatta posizione di un libro mi basterà applicare la tabellina del 5, la più semplice che c’è, e poi scorrere la catena di immagini sul dito corrispondente.
Così per esempio se voglio sapere qual è l’ottavo libro, andrò sul secondo dito (libri da 6 a 10) e scorrerò la catena di immagini fino ad arrivare in posizione 3. Quello è l’ottavo libro.
La tecnica funzionerà rapidamente perché la catena su ogni dito è abbastanza corta. Infatti più lunga è una catena, più anelli dovrò scorrere per raggiungere quello che mi interessa, e quindi più lento sarà il ricordo della posizione . Al contrario, più una catena è corta, più è facile trovare la posizione esatta di ogni suo elemento.
In genere quindi quando voglio ricordare esattamente e velocemente la posizione di un dato faccio in maniera tale da non avere mai catene più lunghe di 7 immagini (che detto fra noi già è un po’ troppo).
In questo caso, una catena di 5 parole per ognuna delle 10 dita non solo è adatta alla quantità di dati da memorizzare (46), ma richiama anche il numero di dita per ogni mano.
Un mnemonista esperto è sempre in cerca di questo tipo di corrispondenze, perché aiutano a ricordare meglio e più a lungo: la mano ha 5 dita, e ci sono 5 informazioni per ogni dito. Non 6, né 4. Credo che lo ricorderai facilmente.
Adesso, metti le mani davanti a te facendo toccare le punte dei due pollici, e guardane il dorso. Poiché sono destro comincerò a ricordare partendo dall’estremità destra, cioè dal mignolo destro, al quale attaccherò poi i primi 5 libri con una bella storiella associativa. Fallo anche tu, non importa se sei mancino.
Prima però valutiamo eventuali punti deboli del sistema scelto: direi che l’unico vero problema che si può evidenziare utilizzando le dita delle mani è che potresti confondere la destra con la sinistra.
Quindi dovremo porre particolare attenzione a distinguere le dita destre da quelle sinistre.
Ricapitolando, quindi:
- Abbiamo rapidamente trovato un “magazzino” di Loci adeguato alle dimensioni della memorizzazione
- Abbiamo trovato un numero ideale di dati da mettere su ogni casella.
- Abbiamo focalizzato un possibile problema di questo magazzino (confusione destra/sinistra), e ne dovremo tenere conto mentre memorizziamo.
Dovrai fare i tre passi appena descritti in ogni memorizzazione che richieda il ricordo non solo del dato, ma anche della posizione in cui si trova. Focalizzali dunque in maniera precisa: selezione del magazzino, scelta del numero di dati per casella, analisi dei problemi del magazzino.
Cominciamo adesso col primo dito, il mignolo destro, e i 5 libri che gli collegheremo:
Esercizio di memorizzazione: parte I
Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio
Queste informazioni devono essere per prima cosa trasformate in immagini. Teoricamente potremmo cominciare visualizzando una immagine della Genesi (Dio che crea l’uomo, etc), ma non è la giusta strategia per due motivi:
- E’ un’ immagine complicata
- Ci sono dei dati (es. Deuteronomio, ma anche molti altri) per i quali è difficile se non impossibile trovare una immagine precisa
Utilizzeremo allora, per formare le immagini, il Keyword method, cioè la tecnica di memoria che si utilizza per le lingue straniere e per le parole strane in generale.
Le parole che mi vengono in mente, e che quindi utilizzerò come base associativa, sono:
Genesi: Genio
Esodo: Uovo Sodo
Levitico: Lievito
Numeri: Numeri
Deuteronomio: Deus, terra, nome
Guardando il mignolo mi viene subito in mente che è un dito molto debole, il più debole della mano. Per compensare questa debolezza e difendersi dalle altre dita deve quindi essere molto intelligente.
Un vero e proprio GENio. Ecco quindi la prima immagine GENio, che mi da lo spunto per ricordare la prima parola, GENESI. Ripeti l’associazione logica fra il fatto che il mignolo è debole fisicamente e quindi deve essere intelligentissimo per difendersi: un vero GENio.
All’immagine del GENIO, associo quella dell’uovo SODO. Il Genio fa comparire nella sua mano un uovo SODO. Ecco la seconda immagine, e ti farà ricordare la parola eSODO. Qui il problema può essere che ti immagini semplicemente un uovo, non un uovo SODO.
Concentrati dunque sul fatto che l’uovo che il Genio tiene in mano è sodo, e come tale lo devi immaginare. Se ti immagini un uovo normale, non ricorderai ESODO. Quanto al fatto che l’uovo SODO appare nella mano del Genio, dovresti ricordarlo facilmente: i Geni fanno sempre apparire qualcosa.
Osserva adesso il fatto che sull’uovo sodo c’è una polvere bianca, il LIEVITO. Focalizza bene in che punto dell’uovo si trova, quanta ce n’è , che colore ha. Lega per sempre l’immagine dell’uovo sodo a quella del lievito, magari osservando come l’uovo sodo lievita per effetto della polvere di lievito che ha sopra. Adesso focalizzati sul lievito: in alcuni punti è messo in maniera tale che sembra disegnare dei NUMERI sulla superficie dell’uovo.
Osserva attentamente i NUMERI e focalizzati adesso sulla loro immagine. In piedi sopra uno dei numeri (scegli tu quale, io ho scelto l’1) c’è la statua di un dio romano, un DEUs appunto. Segmenta l’immagine del DEUs in due punti: la testa, che è ricoperta di TERra, e quindi non riesci a riconoscere il volto del Deus. E la base, sulla quale c’è scritto il NOMe che ti permetta di riconoscere di che DEUS si tratta.
Quindi, all’immagine del mignolo avrai connesso le seguenti 5 parole
Genio -> Uovo Sodo -> Lievito -> Numeri -> Deus (-> Terra , -> Nome)
Le parentesi evidenziano che l’ultima immagine, invece di legarsi direttamente a una successiva, ha al suo interno altre due immagini che aiutano a costruire la parola che ci interessa.
Come hai notato, le parole che ho scelto (eccetto Numeri) si limitano a richiamare da lontano i titoli dei libri; non ti preoccupare però, questo è più che sufficiente. Quante volte hai detto di una parola “ce l’ho sulla punta della lingua ma non riesco a ricordarla”? In tutti questi casi basta anche solo l’iniziale o un piccolo indizio della parola per fartela ricordare integralmente.
Così è per le tecniche di memoria. Mentre per una parola come Deuteronomio quindi può valere la pena scomporla per ricordarla quasi esattamente, per altre è molto più comodo e facile limitarsi a ricordare un “indizio”.
Passiamo adesso al secondo dito, l’anulare della mano destra. Mi viene in mente che su questo dito molti portano l’anello di fidanzamento, e così è a questo che legheremo i successivi 5 titoli:
Esercizio di memorizzazione: parte II
GIOSUE’, GIUDICI, RUT, SAMUELE 1, SAMUELE 2
Li abbino in questa maniera:
Giosuè: Giosuè Carducci
Giudici: Giudici
Rut: Rutto
Samuele1: Samuele Bersani (il cantante)
Samuele2: il gemello di Samuele Bersani (non ce l’ha, ma non importa)
Partiamo dunque dall’anello di fidanzamento. Guardalo, e nota soprattutto il diamante. Questo ti permetterà in seguito di non confonderti con la fede nuziale che visualizzeremo sull’anulare della mano sinistra. (Ricordi? Avevamo stabilito che un problema delle dita della mano può essere la confusione fra destra e sinistra, e ci eravamo ripromessi di tenerne conto durante la memorizzazione).
L’associazione fra l’anello di fidanzamento e il libro di GIOSUE’ è il tipico esempio di come una associazione mnemonica alcune volte sia parecchio elaborata, ed è su questo tipo di associazioni che al principio ci si scoraggia. Il fatto però che una associazione sia elaborata non ti deve spaventare: se la focalizzi bene non la dimenticherai mai.
Allora, immaginiamo che quando il tuo fidanzato/la tua fidanzata ti ha dato l’anello di fidanzamento che porti all’anulare della mano destra (poco importa se te lo ha dato davvero, e se lo porti), ti abbia anche recitato una poesia. È stato un momento molto romantico. E la poesia era di un poeta stranoto in Italia: Giosuè Carducci. Ecco fatta l’associazione.
Ma cerchiamo di parlarne un po’ diffusamente: molti obiettano, in una associazione di questo tipo, che sia troppo elaborata, e che quindi tanto vale cercare di ricordare direttamente il nome Giosuè. Se vuoi progredire nelle tecniche di memoria devi invece capire che non è affatto così: non è più semplice ricordare direttamente Giosuè, perché dopo poco lo dimenticherai facilmente.
Infatti ti ritroverai a doverlo ricordare dal niente, senza alcun passaggio e appiglio mnemonico o logico. Quindi dopo poco avrai dimenticato che è il sesto libro della Bibbia.
Vediamo invece cosa succede con il metodo di memoria anche molti giorni dopo che hai effettuato la memorizzazione. Per prima cosa partirai dal fatto che devi congiungere le due mani a livello delle punte dei pollici; poi ti verrà in mente che ad ogni dito corrispondono 5 parole. Poi ti guarderai le mani e ricorderai che devi partire dall’estremità destra. A quel punto andrai al secondo dito da destra, a mani rovesciate col dorso verso di te, e vedrai che è l’anulare.
Quando chiuderai le altre dita e ti guarderai l’anulare ti verrà in mente la questione dell’anello di fidanzamento. E subito dopo che ti è stato dato insieme a una poesia. Il poeta che l’ha scritta è famoso, e già ti sarai ricordato il nome, Giosuè Carducci.
Con la memoria tradizionale quindi ti ritrovi a dover ricordare le cose praticamente dal niente: è come se la tua mente, ogni volta che deve ricordare qualcosa, dovesse fare un grande salto tutto in un colpo.
Con la tecnica di memoria invece la tua mente può ricostruire l’oggetto da ricordare attraverso una seria di passi microscopici, che conducono uno dopo l’altro all’oggetto in questione.
La cosa poi ancora più interessante, e che sperimenterai spesso, è che in realtà questa serie di passi microscopici è necessaria solo all’inizio, o magari dopo molto tempo che non ripeti una memorizzazione.
Normalmente infatti, il passaggio dalla visione del tuo dito anulare destro alla parola GIOSUE’ sarà quasi istantanea.
Adesso proseguiamo.
Hai l’immagine dunque di Giosuè Carducci, un uomo anziano e con la barba. Accanto a lui compaiono altri 12 anziani barbuti, con le toghe: sono i GIUDICI. È indispensabile visualizzare bene toghe e barbe per poter risalire alla parola GIUDICI.
Invece di emettere una sentenza, si mettono a RUTtare tutti insieme (nota i Giudici che ruttano: è un’immagine strana e paradossale, che dovresti ricordare bene).
A questo punto dovrai collegare all’immagine del Rutto l’immagine di un Samuel o Samuele che conosci bene. Ti do alcuni spunti: Samuele Bersani, se ti piace la musica; Samuel Beckett, se sei appassionato di teatro; Samuel L. Jackson, se ti piace il cinema; Samuel E’to se conosci il calcio. Scegli tu. Il meglio poi è se hai un amico che si chiama Samuele: lo ricorderai meglio di tutti gli altri. Poiché poi i libri sono due, Samuele 1 e Samuele 2, qualunque sia quello che immagini, immaginalo con un gemello.
Io quindi immaginerò che il RUTto raddrizza i capelli del riccioluto cantante Samuele Bersani, a fianco del quale vedo, con mia sorpresa, un gemello identico.
Il prossimo dito è quello medio.
Esercizio di memorizzazione: parte III
Re 1, Re 2, Cronache 1, Cronache 2, Esdra.
Il dito medio alzato è un gesto volgare universalmente noto. Immagina di farlo, e non a una persona comune, ma a un Re. Non capita tutti i giorni di alzare il dito medio ad un Re, quindi approfittane, e ricorda questo momento speciale per sempre.
Scegli il Re che preferisci, e poi affibiagli un gemello. Io immagino il Re Sole, Luigi XIV di Francia, che tra l’altro pare avesse veramente un gemello, come si vede nella pellicola i tre moschettieri con Leonardo di Caprio.
Quindi, ricapitolando, mi guardo il dito medio alzato e immagino di dirigerlo niente meno che verso il Re Sole e il suo gemello; entrambi hanno la faccia di Leo di Caprio.
Adesso dobbiamo legare l’immagine del Re a quelle di Cronache. Visto che siamo in tema di film mi immagino il Re Sole che guarda il suo film preferito, l’episodio uno delle Cronache di Narnia. È importante focalizzare che è l’episodio 1, perché così mi verrà naturale ricordarmi che subito dopo c’è il due.
Così ho l’immagine sia per Cronache1 che per Cronache2. (Se non conosci le Cronache di Narnia, utilizza come parola “ancora” per esempio un cronometro).
All’immagine di CRONACHE 2 lego l’ultima immagine del quintetto, una clESsiDRA.
Diciamo che mi immagino Aslan, il leone protagonista delle cronache di Narnia, con una clessidra in mano. Nota che Aslan è un RE, e leone assomiglia a Leonardo di Caprio, il Re sole cinematografico. Questi rimandi non solo non faranno confusione, ma puntelleranno le immagini mnemoniche di questa cinquina, che ruota intorno ai Re.
Fra Clessidra e ESDRA c’è una bella differenza. In questo caso ti può aiutare la scrittura della parola: clESsiDRA. Due lettere le scarti (cl), due le prendi (ES), due le scarti (si), le ultime le prendi (DRA). Questo è un buon esempio di come l’approccio mnemonico a dati complessi deve essere multidimensionale, comprendendo qualunque strategia di memoria efficace.
Passiamo alla cinquina successiva.
Esercizio di memorizzazione: parte IV
Neemia, Tobia, Giuditta, Ester, Maccabei 1
Siamo al dito indice, che notoriamente è quello che ci mettiamo nel naso da bimbi. Immagina dunque di metterlo nel naso e che capiti quello che ti diceva tua madre: il naso si mette a sanguinare, e sanguina così tanto che ti viene l’aNEMIA.
Bene, siamo molto vicini al nome da ricordare, e credo possa andare bene come immagine. Per salvarti dall’anemia, arriva con le sacche di sangue l’uomo ragno, che se sei un po’ informato di cinema sai che è interpretato da TOBEY MAGUIRE. E così hai il tuo Tobia.
Giuditta suonerebbe bene con “giudizio”, ma in precedenza hai già l’immagine dei giudici (i barbuti dopo Giosuè), e quindi cerca di evitarla. Meglio sarebbe utilizzare un’altra attrice da mettere vicino a Tobey Maguire, come Judy Garland se sai chi è, o Jodie Foster (Jodie però è un po’ più lontano di Judy da Giuditta).
Utilizziamo Jodie Foster, visto che è più conosciuta; diciamo che le sacche di sangue che ti ha portato Tobey non sono abbastanza, e così direttamente dal Silenzio degli Innocenti arriva Jodie Foster portando altre sacche di sangue a Tobey Maguire per curare la tua anemia. Sangue delle vittime di Hannibal Lecter. (E’ chiaro che se hai visto “Il silenzio degli innocenti”, con Jodie Foster, l’immagine è molto buona; se no non funziona tanto).
Immagina adesso che Jodie non possa fermarsi là perché deve partire immediatamente per l’ESTERo, e hai il quarto libro della cinquina. Guardala davvero nella tua mente mentre fa dogana, mostra il passaporto, prende l’aereo, etc. ectc. All’estero Jodie, americana fino in fondo, va subito al MACdonald, dove però si stupisce perché al posto della carne di vitello nel bigMAC c’è uno scarABEo (focalizza bene che è uno scarabeo, non uno scarafaggio).
In questa memorizzazione hai notato che è stato necessario costruire una storia complessa in cui ci sono diversi personaggi che fanno diverse azioni. Nella cinquina di Giosuè le cose erano assai più semplici: comparivano altri anziani barbuti e togati vicino a Carducci; Ruttavano; Samuele Bersani si beccava il rutto, e il suo gemello anche. Questo secondo tipo di storie funzionano per me meglio, perché ogni immagine viene vista vicino alla precedente senza tante azioni da tenere in considerazione.
Questo tuttavia non sempre è possibile, soprattutto poi se, come adesso, dobbiamo memorizzare velocemente e quindi non abbiamo il tempo di cercare l’immagine più efficace e ci dobbiamo accontentare della prima che ci viene in mente.
Raccontarsi storie assurde è comunque molto efficace per ricordare, anche se ha il difetto di creare collegamenti meno netti fra un’immagine e l’altra, e di costruire parecchio rumore di fondo. Per esempio, menzionare come ho fatto io un personaggio molto conosciuto come Hannibal Lecter può essere problematico per la tua memoria: il cervello penserà infatti che hai associato un dato da ricordare anche a lui, mentre non è così.
Nota quindi con attenzione il fatto che ad Hannibal Lecter non è associato nessun dato, ma viene solo menzionato in relazione alle sacche di sangue di Tobey, e al fatto che Jodie arriva per riempirle.
Anche l’ultima parola, Maccabei, esce per deduzione da MACdonald, bigMAC, e scarABEo. Tra l’altro è molto importante focalizzare che lo scarABEO è 1, perché ti aiuta a ricordare che il libro in questione è MACCABEI 1, e quindi ci sarà un MACCABEI 2.
Poiché la storiella di questo dito è complicata, prima di andare avanti prendiamoci trenta secondi per ripeterla: ti metti l’indice nel naso, sanguini, ti viene l’anemia, arriva Tobey Maguire vestito da uomo ragno, il sangue non basta, te ne porta altro Jodie Foster, che però parte subito per l’estero, arriva là e si infila in un macdonald dove gli danno un bigmac con dentro uno scarabeo.
Non raccontartela nella mente: guarda le immagini nel tuo cervello, come se fosse un film muto.
Questa cinquina, lo ammetto, è stata abbastanza complicata.
Veniamo adesso alla cinquina successiva, quella del pollice, l’ultima della mano destra.
Esercizio di memorizzazione: parte V
Maccabei 2, Giobbe, Salmi, Proverbi, Qoelet
Immaginiamo il nostro pollice in su, con il resto della mano chiusa. È il segno universale che significa “tutto bene”, e lo fanno spesso i militari. A questo dobbiamo legare Maccabei 2, cioè il gemello dell’ultimo libro presente sul dito indice. È un problema non semplice. Allora, quello che mi immagino io è un militare americano che con il pollice alzato ci fa il segno “tutto ok”, mentre con l’altra mano si mangia addirittura DUE bigMAC.
Se avessi dei problemi nel ricordarmi il titolo esatto, sapendo che è il secondo di due libri gemelli mi andrei a guardare nella memoria qual è l’ultimo libro del dito precedente, e risolverei il problema.
Davanti al militare vedo il comico Giobbe Covatta, che cerca di farlo ridere per fargli andare di traverso i Big Mac (spero di non essere l’unico a ricordarmi Giobbe Covatta). A Giobbe collego semplicemente l’immagine di un SALMone nella sua mano, per ricordare il terzo libro. Vedo chiaramente che Giobbe Covatta ha in mano un salmone.
Siccome il libro successivo è “proverbi”, l’ideale sarebbe far dire un proverbio al Salmone. E poiché il Salmone è un pesce che notoriamente va controcorrente, sarebbe bello se ci fosse un proverbio su questo tema. Siamo fortunati, e c’è: “un pesce morto può solo seguire la corrente, ma ce ne vuole uno vivo per andargli contro”. Perfetto. Il Salmone che dice Proverbi è un ottima immagine per il terzo e quarto libro.
L’ultimo libro, Qoelet, è di nuovo molto difficile. Mi viene in mente la scrittrice Coelette, ma anch’io che so chi è non ho ben chiaro cosa ha scritto e quindi non riesco a formare un’immagine soddisfacente. Meglio utilizzare la parola Cotoletta. E visto che nel proverbio si parlava di andare controcorrente, diciamo che il salmone nel farlo si frigge, e diventa una cotoletta.
Qua le difficoltà sono due: passiamo dalla corrente dell’acqua alla corrente elettrica; e rischiamo di friggere il Salmone dimenticandoci del proverbio che dice, e quindi saltando un libro. Quindi poniamo particolare attenzione alla concatenazione di eventi: il Salmone dice un proverbio che parla della corrente, nel farlo si distrae, e la corrente lo frigge trasformandolo in una cotoletta di salmone; così impara a sputar sentenze. Fine della mano destra.
Ripasso prima parte
Vediamo come è andata finora. Dimmi per esempio il libro numero 18. Anzi, diciamolo insieme.
Con la tabellina del 5 stabiliamo subito che il 18 sta in quarta posizione e andiamo dunque al quarto dito, l’indice. Vediamo che lo mettiamo nel naso, ci fa sanguinare, abbiamo l’anemia, arriva l’uomo ragno (Tobey Maguire), non ha abbastanza sangue, arriva allora Jodie Foster,e con lei ricordiamo il terzo libro di questo gruppo, che poi è il 18esimo dell’Antico Testamento: Giuditta. Molto bene.
Cerchiamo di ricordare adesso il settimo libro: tabellina del 5, andiamo all’anulare, vediamo l’anello di fidanzamento, pensiamo alla poesia di Giosuè Carducci il superbarbuto, e vediamo spuntare accanto a lui i Giudici, ovvero il settimo libro.
E il libro numero 13 ? Osservati mentre alzi il dito medio. Lo fai contro il Re di Caprio, che ha accanto il suo gemello, e quest’ultimo sta guardando l’episodio 1 delle cronache di Narnia. Il libro numero 13 è Cronache 1.
Il sistema sembra funzionare!
Esercizio di memorizzazione: parte VI
Proseguiamo allora con l’altra mano.
Il primo dito per la mano sinistra è il pollice. Se il pollice destro serve per dire ok, pensiamo al pollice sinistro come al “pollice verso” che Nerone mostrava ai gladiatori per sentenziarne la morte.
Il pollice sinistro dunque è il pollice verso di Nerone. Nota come abbiamo distinto nettamente ed efficacemente i due pollici destro e sinistro, superando per questo dito il possibile problema di confusione evidenziato all’inizio dell’esercizio.
I libri sono
Cantico dei Cantici, Sapienza, Siracide, Isaia, Geremia
Nerone era un noto cantante e suonatore, si dice infatti che mentre Roma bruciava egli suonasse la cetra e cantasse. Molto bene, sarà facile connettere l’immagine del suo “pollice verso” al primo libro, il Cantico dei Cantici.
Sapienza invece è un termine veramente poco comune. Caso vuole però che sia il nome della più antica e prestigiosa università di Roma, la Sapienza appunto. All’immagine del canto di Nerone davanti a Roma che brucia colleghiamo allora quella di un professore di musica della Sapienza.
Osserviamo il canto di Nerone che giunge fino a lui, dentro un’aula dell’università. Nell’aula della Sapienza c’è un particolare tipo di studentesse: sono Sirene. Poiché l’indizio SIR di sirena non mi basta a ricordare la parola Siracide, segmentiamo sopra l’immagine della Sirena (come avevamo fatto per Deus/Terra/Nome di Deuteronomio) una parola che completi l’indizio: la parola è acido. Sulla lingua le sirene hanno un piccolo francobollo che contiene dell’acido. Si stanno facendo di LSD.
All’immagine delle sirene in acido, collego quella di una rISAIA. Per esempio,posso immaginare che vengano arrestate a causa dell’LSD, e poiché devono vivere nell’acqua vengono mandate non in carcere, ma a fare le mondine in una rISAIA. Nella risaia ci sono degli uccelli che nuotano, sono dei GERmani. Mi dovrebbe bastare per ricordare l’ultimo libro della cinquina, Geremia. Se non hai una buona immagine mentale dei germani, utilizza come ancora la parola “Germania”.
Adesso è il turno dell’indice sinistro e della cinquina ad esso associata.
Esercizio di memorizzazione: parte VII
Lamentazioni, Baruc, Ezechiele, Daniele, Osea
Visto che l’indice destro me lo mettevo nel naso con la conseguente anemia, il sinistro me lo metto nell’orecchio sinistro per tapparmelo e non sentire i tuoi lamenti per la fatica di queste memorizzazioni.
Lamenti riecheggia “Lamentazioni”, e dovrei ricordarmelo grazie all’assonanza con la parola memorizzazioni che ho appena citato. All’immagine di te col dito che tappa l’orecchio associo quella di un BAR. Diciamo che per fare una pausa vai al bar sotto casa. BAR mi sembra sufficiente per ricordarmi il libro 32, Baruc.
Dentro il bar a questo punto posso mettere direttamente EZECHIELE il lupo, personaggio di Walt Wisney. Se invece non conosci Ezechiele il lupo, metti una enorme e schifosa zecca, grande come tutto il bar. Zecca dovrebbe bastare a ricordare Ezechiele. Per il libro successivo, Daniele, utilizzo l’immagine del nostro capitano della nazionale italiana di calcio Daniele Derossi.
Se hai scelto la zecca, immagina che sotto di essa, spiaccicato e immobilizzato, ci sia Daniele Derossi. All’immagine di Daniele Derossi spiaccicato collego quella di un Osso; diciamo che lo tiene in bocca, come i cani. Osso è abbastanza per ricordare l’ultimo libro della cinquina, Osea.
Arriva adesso il dito medio della mano sinistra, e la relativa cinquina.
Esercizio di memorizzazione: parte VIII
Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea
Non mi da particolari idee, e quindi mi limito ad utilizzarlo al contrario di quello della destra, e lo immagino girato verso il basso, con le altre dita chiuse. Essendo così lungo, assomiglia un po’ a una stampella per l’intera mano. L’idea mi piace, e da questo momento il medio della mano sinistra è una stampella, e a questa immagine lego quella successiva: GIOiello, per ricordare il libro di GIOele.
La stampella dunque alla sua estremità è decorata con un bellissimo gioiello.
All’immagine del Gioiello associo poi quella di un AMO da pesca, per ricordarmi il libro di AMOS. Come? diciamo per esempio che il gioiello è un collier con un pendaglio a forma di AMO. Si tratta dunque di un collier assai strano.
Infilzato sull’Amo c’è il famoso direttore d’orchestra Claudio ABbaDo. Il suo cognome contiene le consonanti del terzo libro della cinquina, il libro di ABDIA.
Questo passaggio so che sarà difficile da ricordare, ma è veramente il meglio che mi viene in mente. Mi fermo un attimo e insisto nella visualizzazione mentale del direttore Abbado, con tanto di bacchette e frac, infilzato all’amo.
Proseguiamo.
Claudio Abbado dirige una serie di orchestrali molto particolari: ci sono John Wayne, John Kennedy, John Lennon, John Turturro. Tutti questi 4 John mi rammentano il quarto libro, quello di GIONA.
Alla curiosa orchestra dei 4 John, associo poi l’immagine delle quattro AMICHE della sitcom Sex and the City. Ogni amica è fidanzata con uno dei John.
A questo punto devo ricordarmi di spostare la A di amiche al fondo per ottenere MICHEA, il quinto libro. Se non conosci Sex and The City, usa 4 amiche tue.
Continua a cercare di vedere le immagini nella tua mente come fossero foto, immagini reali; non devi cioè raccontarti una storia (quello lo faccio io per motivi didattici), la devi vedere.
Siamo arrivati al penultimo gruppo, che si attacca sull’anulare sinistro dove c’è la fede nuziale. La relativa cinquina è una delle più difficili.
Esercizio di memorizzazione: parte IX
Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria.
Per Naum non c’è molto da fare, e così lo scompongo in NAve UMida. Quindi, vedo la fede nuziale sul’anulare farsi enorme, fino a quando al suo interno non riesco ad infilare una NAve.
Essa è assai strana, perché completamente ricoperta di muschio a causa dell’Umidità. Sopra a questa NAve Umida ci sono i tipici comignoli di vapore, che però assomigliano insieme ad un grande ABACO: l’immagine dell’abaco mi ricorda il 42esimo libro, Abacuc.
Ad una delle estremità dell’ABACO la mia mente visualizza un termoSIFONe, che è la cosa più assonante possibile a SOFONIA. Il termosifone è così grande che dentro ci sta tutta l’acqua del mare Egeo. È molto importante che ricordi esattamente acqua dell’Egeo. Infatti la parte finale di Egeo ti suggerirà la parte finale di AGGEO, mentre le lettere acq di acqua ti aiuteranno con l’inizio della parola e con la doppia consonante (è probabile che qualche volta potrai sbagliarti pensando ACQEO, rendendoti conto però, un po’ per la grafia sbagliata, un po’ per il suono che non ti torna, che la parola corretta è AGGEO).
Nell’acqua dell’Egeo a quel punto immagina dei pesci particolari, a forma di forbice, che procedono nel mare serrandosi e aprendosi ed emettendo il suono tipico ZAC ZAC. Ed ecco ZACCARIA, l’ultimo libro della cinquina.
Siamo arrivati al mignolo sinistro:
Esercizio di memorizzazione: finito!
Malachia
Potremmo anche attaccare l’ultimo libro direttamente al suono di ZACCARIA, ma così non utilizzeremmo l’ultimo dito, e perderemmo simmetria.
Il mignolo sinistro è ancora più debole del destro, dunque può tenere un solo libro. Nonostante tenga un solo libro, è così debole che nel farlo gli viene una MALATTIA.
Potrebbe bastare questo per ricordarti Malachia. Ma se hai dubbi segmenta sull’immagine di malattia la parola Macchia, in maniera tale da avere MALAttia e macCHIA che insieme ti faranno ricordare il libro di MALACHIA.
Bene, la memorizzazione è finita!
Ripasso
Facciamo subito alcune prove e un po’ di consolidamento dei dati memorizzati. Cioè passiamo dalla fase di memorizzazione a quella del ricordo.
Alza il dito medio della tua mano destra, per ricordare tutta la cinquina corrispondente: guardi il dito e vedi il segno universale del vaff … A chi lo fai?
Ricorda il re sole e il suo gemello, quindi Re1 e Re2. Vedi il volto di Leonardo di Caprio. Ricorda che sta guardando un film (il fatto che sia un attore ti aiuta a ricordare che guarda un film), le Cronache di Narnia. In particolare, l’episodio 1. Ecco quindi il libro Cronache 1.
Guarderà poi anche il 2 (Cronache 2), quello in cui Aslan ha in mano una enorme clessidra. Qui il passaggio è difficile, ma lo sai: scarta cl, tiene ES, scarta si, tieni DRA: il titolo del quinto libro della terza cinquina è ESDRA.
Quali altri attori ricordi nella memorizzazione? A me viene in mente subito Tobey Maguire, il libro di Tobia. Che libro è? Allora, Tobey porta le sacche di sangue per una anemia, la tua. Dovuta al tuo indice della mano destra sempre nel naso.
Tobia è il secondo libro della cinquina dell’indice destro, quindi è il 17esimo libro dell’Antico Testamento. Vicino a lui c’è un’altra attrice, Jodie Foster, che rappresenta il libro di Giuditta. A questo punto, completa la cinquina mandandola all’ESTERo a mangiare un bigMAC con uno scaraBEO.
Dimmi adesso il libro numero 41. È il primo della cinquina numero 9. Alza allora l’anulare della mano sinistra, e immagina la fede nuziale che si fa enorme, fino a contenere una NAve ricoperta di muschio, quindi UMida. Il libro 41esimo è NAUM.
E il libro di Giosuè, che numero è?
Ricorda che Giosuè si collega a Giosuè Carducci, del quale una poesia ti è stata declamata quando ti han dato l’anello di fidanzamento, che sta sull’anulare della mano destra, cioè nella seconda cinquina. Giosuè è il sesto libro dell’Antico Testamento.
Continua in questa maniera, facendo tre tipi di prove:
- Ricordare la posizione di un libro del quale ti si dice il titolo.
- Ricordare il titolo di un libro del quale ti si dice la posizione.
- Alzare una delle dita a caso e ricordare l’intera cinquina, ripetendola in un senso e nell’altro.
Ripeti poi un paio di volte i libri, dal primo al 46esimo, e segnati i punti dove hai difficoltà, quelli cioè in cui la memorizzazione è sbagliata, imprecisa o impossibile, cercando di capirne il motivo.
Alcune difficoltà di memorizzazione incontrate
Nella prima ripetizione io mi sono bloccato per diversi secondi sul libro 36, Gioele. Vedevo chiaramente l’immagine “ancora” del dito medio sinistro, cioè la stampella, e ricordavo vagamente che c’era qualcosa di prezioso a una estremità.
Mi veniva però in mente il diamante dell’anulare della mano destra e la sequenza a lui collegata, ben sapendo però che non centrava niente. Alla fine mi sono ricordato gioiello e tutto il resto, ma ho poi dedicato alcuni secondi extra di concentrazione a definire bene sia l’immagine del gioiello, un collier, sia il suo collegamento con la stampella che rappresenta il dito medio sinistro, sia l’amo all’estremità del collier.
Anche il collegamento fra i libri 22 e 23, Giobbe e Salmi, mi ha frenato un attimo. Qui il problema è stato che vedevo bene Giobbe Covatta, ma non trovavo l’immagine successiva, fino a quando non l’ho frugato per bene e ho visto il salmone nella sua mano.
Ho deciso allora di spostare il salmone nella bocca di Giobbe Covatta, immaginandomelo appunto con un enorme salmone in bocca. Ed in effetti adesso ricordo molto meglio l’associazione, anche perché simile a quella fra Daniele ed Osea (Daniele Derossi con l’osso in bocca).
Nel notare quest’ultimo particolare, mi sono anche reso conto di una cosa che non avevo notato nella prima memorizzazione: Daniele Derossi assomiglia a Daniele DeOSSI; molto bene, questo mi aiuterà a ricordare che Daniele ha in bocca un osso e non per esempio un salmone!
Questo tipo di associazioni di secondo livello fortificano moltissimo la memorizzazione, ed è probabile che te ne verranno diverse in mente mentre ripassi.
In una memorizzazione reale di dati complessi, senza che ci sia stata una “preparazione” preventiva del materiale da ricordare, bisogna essere capaci di utilizzare strategie associative multiformi ed estremamente flessibili.
Se hai visto delle dimostrazioni di memoria da parte di coloro che organizzano corsi, puoi notare la differenza: in quei casi il mnemonista dà per esempio le spalle ad una lavagna, e chiede al pubblico di comunicargli 50 numeri di 2 cifre, che scrive sulla lavagna.
Poi, voltando le spalle ai numeri, il mnemonista è in grado di ricordarli tutti in ordine; ed è anche in grado, se gli viene chiesto che numero c’è in una data posizione, di ricordalo perfettamente. Questa performance presuppone una preparazione capillare: il mnemonista ha già sviluppato un’associazione per ciascun numero di due cifre (in fondo ce ne sono solo 90, cioè quelli che vanno dal 10 al 99), e ha una serie di loci, ovvero un magazzino, in cui mettere ciascuna immagine man mano che gli viene detto un numero.
Se tu chiedessi al mnemonista di ricordare, invece che 50 numeri di due cifre, i 46 titoli dei libri dell’antico testamento, probabilmente impallidirebbe per la paura. Infatti dovrebbe creare velocissimamente una dopo l’altra tutte le immagini che abbiamo creato noi nell’esercizio, e non è facile. Mentre le immagini per i numeri se le è già fatte prima, così come ha già preparato la sua sequenza di loci.
Quindi, non è che non sia in grado di ricordare i 46 libri; però non ha preparato la memorizzazione, e quindi incontrerebbe molte più difficoltà che coi numeri.
Per questo motivo le tecniche di memorizzazione danno il massimo dell’efficacia solo quando si riesce ad utilizzarle senza la necessità di lunghe preparazioni per ricordare i dati.
Riflessioni sui percorsi di Loci
Per prima cosa, complimenti! Conosci molto bene i titoli dei 46 libri dell’Antico Testamento, per di più nel loro ordine esatto.
Inoltre lo hai fatto con una memorizzazione “vera”, di dati difficili, senza averla preparata prima, ma così di getto, giusto organizzando un po’ le cose e lavorando con semplici associazioni mentali.
Credo che tu ci abbia messo circa un’ora e mezza; da una parte sei stato avvantaggiato dal fatto che hai potuto utilizzare le mie “ancore”; dall’altra hai avuto lo svantaggio di dover seguire tutte le mie verbalizzazioni delle immagini, e ciò ti ha fatto perdere parecchio tempo.
Quando lavori da solo nella tua testa questo non avviene, e puoi essere più veloce. È anche probabile che, se non sei abituato, tu abbia spezzato quest’ora e mezza in due o tre fasi in giorni diversi o in momenti diversi della giornata.
Non c’è problema, l’importante era svolgere l’esercizio e analizzare insieme i meccanismi mentali della memoria.
Quale sarebbe stato un buon tempo di memorizzazione? Direi che un mnemonista abbastanza allenato dovrebbe essere in grado di ricordare i 46 libri dell’Antico Testamento con queste tempistiche: circa uno o due minuti per scegliere un meccanismo di ancoraggio valido (es. le dita) ed analizzarne i problemi; poi, circa 20 secondi per ogni libro; e un minuto di ripasso ogni 3 dita. Totale: meno di 20 minuti.
E in effetti anche 25-30 minuti, considerando la difficoltà dei titoli, sarebbe una discreta performance.
Adesso prova a ripetere questo tipo di esercizi con altre liste di libri. Per esempio i 27 libri del Nuovo Testamento, o i titoli delle poesie di Leopardi.
Cerca di non riutilizzare le dita, ma di pensare rapidamente ad altri magazzini che possano funzionare. Io uso molto il corpo umano, proprio perché ce l’ho sempre sott’occhio e quindi è ancora più facile visualizzare immagini sui suoi diversi punti.
Per esempio per i 27 libri del nuovo testamento manterrei la divisione in 5 immagini; e avendo bisogno così solo di sei loci, utilizzerei spalla, gomito e polso destri e sinistri.
O meglio ancora prenderei l’intero lato destro e utilizzerei spalla, gomito, polso, anca, gomito, caviglia. Così eviterei la confusione destra e sinistra. In più, ognuno di quei loci è molto ben caratterizzabile (es. la cinghia di uno zaino sulla spalla, il gomito del tennista, un braccialetto al polso, la cintura sull’anca, una ginocchiera da pallavolo sul ginocchio, una cavigliera da donna alla caviglia).
Il concetto che voglio ti sia chiaro è che ci sono infiniti possibili magazzini di loci.
Infatti, praticamente ciascun elemento contenuto nell’intera memoria a lungo termine può teoricamente costituire un magazzino di loci. E credimi che si tratta di un volume di dati enorme.
Tuttavia, è sempre bene scegliere, in questo volume teoricamente infinito, qualcosa che abbia le seguenti caratteristiche:
- La devi conoscere perfettamente
- Deve essere segmentabile
- I segmenti devono essere in un ordine ovvio da ricordare
- Ciascun segmento deve essere ben identificabile.
Ti faccio degli esempi: conosci perfettamente il tuo dito anulare. Ed è anche segmentabile: l’unghia e le 3 falangi, prese sia di palmo che di dorso, formano 8 loci (la parte palmare dell’unghia è il polpastrello).
L’ordine non è ovvio, ma comunque è accettabile: puoi partire per esempio dalla faccia dorsale della prima falange ed arrivare fino alla palmare passando per tutti gli altri loci.
O viceversa. Il vero problema ce l’hai invece nella caratterizzazione di ogni loco: non è affatto semplice! Come identifico una falange rispetto a un’altra? Quindi un dito da solo è poco adatto come magazzino di loci.
E la tua giacca preferita invece? Anche questa la conosci perfettamente; inoltre è segmentabile (bavero, pochette, bottoni, maniche, tasche laterali dx e sx, tasche interne, etc.) e ciascun segmento è ben identificabile.
Il problema potrebbe essere che l’ordine non è ovvio (prima la manica dx o la sx? prima la pochette o i bottoni? Etc), ma credo che sia un problema superabile: la tua giacca preferita quindi potrebbe essere un buon magazzino.
Alcuni esempi di buoni magazzini sono:
la tua casa; le stanze della casa; le dita delle mani; le articolazioni; il tuo volto; il volto di persone che conosci bene; la tua macchina; gli abiti di vestiario preferiti; la strada per andare in ufficio, a casa, o dai tuoi genitori; la tua scrivania; qualunque edificio che tu conosca bene; il tuo cellulare e il tuo computer ….
Ma credimi che c’è n’è veramente un’infinità. Già nel primo, la tua casa, puoi identificare una serie enorme di loci e sottoloci e segmentazioni.
Sei infatti circondato da immagini che vedi continuamente e conosci perfettamente; non è difficile quindi segmentare su ciascuna di essa almeno 5-10 loci ed attaccare a ciascun locus da 3 a 7 informazioni, costruendo infiniti schedari; brevi, precisi e pronti all’uso.
Ed è anche possibile costruire schedari più lunghi: dalla testa ai piedi di un individuo, vestiti compresi, non è difficile individuare un centinaio di loci molto ben caratterizzati e ordinati.
Ed attaccando 5 informazioni a ciascuno, ecco pronto un magazzino per 500 dati.
Che poi, con tecniche ulteriori, si può espandere verso il basso in una struttura ad “albero” praticamente infinita.
Studiare con la tecnica dei loci
Bene, ora non solo conosci i 46 libri dell’antico testamento in ordine, ma hai anche imaparato la tecnica dei loci e la sua combinazione con il keyword method.
Che te ne fai di questa bella roba nello studio? Te ne darò due piccoli esempi riportandoti un testo che ho scritto per il blog di un mio amico, Giovanni Fenu, ottimo formatore nell’ambito della metodologia di studio.
Le tecniche di memoria vengono spesso vendute come la soluzione a tutti i problemi dello studio. Ma lo studio è una attività organica, quasi “olistica” , e solo il fatto di cercare di dominarla affidandosi a una unica strategia è di per sé un errore.
Per essere uno studente efficace e felice non esistono scorciatoie, ma bisogna invece fare lo sforzo di abbracciare un metodo a 360 gradi, preparandosi per prima cosa sugli aspetti fondamentali che lo caratterizzano:
- Elemento psicologico (autostima, motivazione, forza di volontà, gestione dell’ansia, critical thinking…)
- Pianificazione e organizzazione (gestione del tempo, sviluppo delle giuste abitudini, scelta e processazione del materiale …)
Solo quando hai raggiunto un livello soddisfacente in questi elementi di base puoi iniziare ad inserire, in maniera graduale, eventuali tecniche specifiche che ti facciano andare più veloce, come per esempio la lettura rapida, lo skimming, le tecniche di memorizzazione.
Per questi motivi spesso paragono l’apprendimento di un metodo di studio all’apprendimento di una disciplina sportiva, come per esempio il tennis: prima di diventare un professionista e imparare colpi e strategie particolari, bisogna imparare e dominare i fondamentali.
Perché per esempio, presentarsi sul campo da tennis cercando di fare cose strane senza conoscere il dritto e il rovescio basici, è semplicemente assurdo.
E lo stesso vale per tecniche di memoria, lettura veloce, skimming e tutto il resto. Non sono facili da imparare e applicare, e quindi se non hai sviluppato le basi di un buon metodo di studio non riuscirai veramente ad utilizzarle.
E questo ti farà perdere tempo e ti demoralizzerà, peggiorando la tua performance invece di migliorarla.
Se invece hai sviluppato un buon metodo di studio, potrai imparare ed inserire le tecniche “speciali” nella tua routine, ottenendo risultati straordinari:
Memorizzare dati puri
I detrattori delle tecniche di memoria fanno un discorso certamente sensato: il focus dello studio è prima di tutto la comprensione, ed è grazie ad essa che si migliora la memorizzazione.
Non posso che essere d’accordo con loro sul principio, ma le mie conclusioni non sono le stesse.
Guarda per esempio questa lista che mi ha inviato Raffaele, uno dei lettori de
Cefalosporine (classificazione per generazioni) :
I generazione :cefalexina, cefalotina, cefazolina, cefapirina , cefradina e cefadroxil, cefaloridina*
II generazione :cefaclor , cefuroxima cefamandolo, cefronicid, cefprozil, loracarbef, ceforanide; Cefamicine => presentano un gruppo metossilico in posizione 7 (cefoxitina, cefotetan, cefmetazolo)
III generazione:ceftriaxone, cefoperazone, cefotaxime, ceftazidime, ceftizoxima, cefixima, cefpodoxima proxetil, cefdinir, cefditoren pivoxile, ceftibuten, moxalactam
IV generazione:cefepime, cefpirome, cefaclidina, cefozopran
Nuove cefalosporine :ceftaroline fosamil , ceftobiprolo, ceftolozane
Sono circa 35 nomi (e che nomi!), ed è l’elenco, classificato per “generazione”, di un tipo di antibiotici che si chiama “cefalosporine”. Fa parte a sua volta di un elenco più grande, costituito da più di 200 molecole, che tutte assieme costituiscono la categoria farmacologica degli antibiotici.
Che tra l’altro è SOLO UNA delle tante categorie che si devono studiare per l’esame di farmacologia a medicina.
Ora, puoi passare tutto il tempo che vuoi su questo elenco, e credimi che troverai ben pochi elementi di “ragionamento” che ti aiutino ad impararlo. L’unica vera soluzione è impararlo a memoria. Come abbiamo fatto con i libri dell’antico testamento.
È il tipico caso di “dati puri”, cioè di dati che non hanno appigli logici per essere ricordati (o ne hanno, ma molto scarsi), e di cui ci sono infiniti esempi un po’ in tutte le università e in tutti i tipi di esame.
E’ in questi casi che le tecniche di memoria vengono in tuo soccorso e ti fanno risparmiare settimane di tempo! E’ chiaro che esse vengono dopo i fondamentali, e quindi, ritornando per esempio all’esame di farmacologia, per passarlo bene devi:
- pianificarlo correttamente, perché è lunghissimo
- avere la giusta motivazione per stare col sedere sulla sedia a studiare
- organizzare appunti e libro, perché ogni professore c’ha le sue fisse e le devi conoscere
- fare il necessario sforzo cognitivo per capire i meccanismi d’azione delle molecole
Ma anche fatte tutte queste cose, il problema di come ricordare centinaia di nomi difficili rimane, e puoi farlo:
- ripetendoli fino allo sfinimento
- oppure usando le tecniche di memoria
Anche così non sarà comunque semplice ricordare i nomi di centinaia di molecole (altro mito da sfatare: le tecniche sono sì veloci, ma non indolori!), ma ci metterai circa un quinto delle ore, e le ricorderai molto meglio anche a distanza di tempo. Non è male come risultato.
Quindi, quando si tratta di dati puri, per me non c’è confronto: se impari ad applicare bene le tecniche hai un’arma nucleare al servizio del tuo studio.
Memorizzare dati logico-cognitivi
“Gli anni fra il 1968 e il 1973 furono tra i più proficui per l’autore, che cominciò la serie dei concept album con “Tutti morimmo a stento”. Quest’album, ispirato dalla poetica di Francois Villon e a tematiche esistenzialiste, (queste ultime torneranno anche negli album successivi), è il quarto concept album a essere pubblicato in Italia. il testo del primo brano, Cantico dei drogati, è tratto da una poesia di Riccardo Mannerini, “Eroina”. De André incise anche una versione inglese dell’album, mai commercializzata e oggi esistente in unica copia, che è stata proprietà di un collezionista statunitense e oggi appartiene a un collezionista pugliese”
Questo breve brano su Fabrizio de Andrè, tratto da wikipedia, è molto simile, per quanto riguarda le esigenze di memorizzazione, a tanti altri brani di testo che devi studiare durante l’università.
Cambia il tema, ma bene o male le esigenze sono le stesse: qualche concetto, alcuni nomi, delle date di riferimento, dei collegamenti fra le varie parti.
Mettiamo che il tuo prossimo esame universitario verta su Fabrizio de Andrè, e che tu, terminato il tuo corso di 2 giorni di tecniche di memoria, ti metta entusiasticamente a cercare di applicarle allo studio dell’esame, cominciando proprio dal testo riportato sopra.
Probabilmente cominceresti con l’individuare i dati da memorizzare, per poi farlo con le varie tecniche imparate:
“Gli anni fra il 1968 e il 1973 furono tra i più proficui per l’autore, che cominciò la serie dei concept album con “Tutti morimmo a stento”. Quest’album, ispirato dalla poetica di Francois Villon e a tematiche esistenzialiste, (queste ultime torneranno anche negli album successivi), è il quarto concept album a essere pubblicato in Italia. Il testo del primo brano, Cantico dei drogati, è tratto da una poesia di Riccardo Mannerini, “Eroina”. De André incise anche una versione inglese dell’album, mai commercializzata e oggi esistente in unica copia, che è stata proprietà di un collezionista statunitense e oggi appartiene a un collezionista pugliese”
In corsivo ho evidenziato quello che, nella mia esperienza, lo studente medio che ha appena abbracciato entusiasticamente le tecniche di memoria, cercherebbe di ricordare parola per parola, come fossero i titoli dell’antico testamento.
Si tratta di circa una ventina di gruppi di parole (su un totale di partenza di 100 parole) che puoi trasformare in immagini e poi legare fra loro, oppure attaccare a una sequenza di loci.
Così facendo, ti candidi a fare uno sforzo immenso, inutile, e che inevitabilmente ti porterà ad abbandonare le tecniche dopo 2-3 giorni.
Il primo grande errore che si fa nell’applicare le tecniche è utilizzarle per cercare di ricordare le cose più o meno parola per parola, cioè trasformando in dati puri ciò che non lo è.
Vediamo invece come Cicerone si sarebbe preparato per studiare vita e opere di Fabirizio de Andrè, e poi raccontarle in un lungo discorso in senato. Nella prima fase:
- Avrebbe suddiviso le 12 mila parole di wikipedia che costituiscono l’intero articolo su De Andrè in non più di una sessantina di argomenti principali (media di 200 parole per argomento, cioè un minuto di lettura per argomento)
- Nel creare questi 60 argomenti principali, avrebbe usato il suo critical thinking per “distillare” l’essenza di ognuno di essi in una immagine (ed è qui che le tecniche di memoria forzano alla comprensione del testo, diventando parte attiva del processo logico-cognitivo!). Per esempio, il brano che abbiamo visto l’avrebbe potuto intitolare “fase esistenzialista”, creando adeguata immagine per rappresentare il concetto.
- Avrebbe infine attaccato le immagini che rappresentano questi 60 argomenti principali ad altrettanti loci creati allo scopo (come abbiamo fatto noi per l’antico testamento).
Questa prima fase l’avrebbe completata in non più di tre ore attraverso i seguenti passi:
- 30 minuti per leggere tutto una volta a velocità rapida, diciamo 400 parole al minuto, grazie alle tecniche di lettura veloce, in maniera tale da formarsi una idea generale di tutto il testo
- Circa 120 minuti per rileggere con più attenzione, trovando nel contempo le immagini che corrispondo ai vari argomenti, e associandole ai vari loci.
- Circa 30 minuti ulteriori per tenermi abbondante
Dopo tre ore si sarebbe così ritrovato a:
- ricordare perfettamente e in ordine tutto lo sviluppo degli argomenti principali, attraverso immagini che ne rappresentano l’essenza
- ricordare, grazie alla memoria naturale e a ovvie connessioni logiche, tanti elementi secondari di ciascun argomento.
A questo punto il buon Cicerone potrebbe
- accontentarsi di quello che sa, perché ritiene che sia più che sufficiente per fare bella figura in senato.
- oppure decidere che deve poter riferire più informazioni
In questo secondo caso, ripartirebbe da capo andando ad attaccare, su ciascuna delle 60 immagini-concetto che ha formato, una o più ulteriori informazioni di dettaglio SUI SEGMENTI IN CUI LE HA DIVISE.
Costruendo cioè una struttura ad albero, come quella che ho descritto nel capitolo “Riflessioni sull’esercizio”
DISTINGUENDO anche in questo caso fra dati puri e dati logico cognitivi.
Per esempio, nell’esempio del testo, tratterebbe le date “1968 e 1973” come dati puri, trasformandole in immagini attraverso il procedimento della conversione fonetica.
In realtà magari facendola solo sul numero 6873 (cioè sulle ultime due cifre di ciascuna delle date, essendo scontato che ci si trovi nel 1900!). Se vuoi vedere come funziona la conversione fonetica vai a questo articolo sul blog; frattanto ti dico che grazie ad essa il numero 6873 potrebbe trasformarsi nelle immagini CIF (il prodotto per la casa) e GOMMA (da cancellare).
Mentre la questione dell’album inciso in inglese, mai commercializzato, di cui esiste una unica copia, posseduta prima da uno statunitense e poi da un pugliese, probabilmente la ricorderebbe tutta condensandola nell’immagine di “unica copia”.
Infatti se di un album di De Andrè ce n’è una unica copia, i casi sono due:
- O le altre sono andate tutte distrutte (ma in questo caso lo ricorderesti grazie alla memoria “naturale”, essendo un evento veramente insolito)
- O non è stato commercializzato, cosa impossibile se l’album fosse stato in italiano (o di nuovo, così strana che la ricorderesti da sé). Ora, è improbabile che fosse in arabo o cinese, no? Per ovvi motivi non poteva che essere in inglese (o spagnolo, ma questa della traduzione per i mercati latini è una tendenza recente).
Così come è ovvio che, trattandosi di copia unica, sia un oggetto da collezione!
Purtroppo con le parole viene lungo spiegare quello che il cervello è in grado di fare in maniera semplice e quasi automatica: vedere l’immagine di “unica copia” e dire a se stesso “ma certo! è l’album mai commercializzato, fatto per il mercato inglese, e che è diventato oggetto da collezione”.
Se poi, a quel punto, decidi che per passare il tuo esame è necessario anche sapere la nazionalità dei collezionisti (cosa che escludo!), ti crei immagine adeguata e la attacchi a quella di “unica copia”.
Vedi quindi la differenza di utilizzo delle tecniche di memoria: lo studente un po’ insicuro perché ne ha appena imparato la teoria ma non le ha mai praticate, individua su un brano di 100 parole ben 20 gruppi di parole da trasformare in immagini-dato puro da ricordare. E si mette a memorizzarle una dopo l’altra.
Mentre un buon mnemonista individua UNA IMMAGINE PRINCIPALE, che rappresenta il cuore dell’intero brano.
E poi forse, se non si ricorda tutto quello che gli serve con la memoria naturale, attacca altre due-tre immagini SUBORDINATE per rappresentare altre info di dettaglio.
Quindi per esempio, immagina un intellettuale esistenzialista francese con basco, sigaretta gauoloise in bocca e dolcevita nera per “fase esistenzialista”; poi segmenta l’immagine individuando più loci su di essa: partendo dalla testa, metti per esempio sul basco una bottiglia di CIF e una GOMMA (per ricordare le date della fase medesima); poi vai alla bocca, dove c’è la sigaretta, che lo farà morire, ma non di tumore: è che fuma tanto da non mangiare, quindi morirà di stenti (ed ecco l’indizio per “tutti morimmo a stento”, l’album citato nel testo).
E poi magari fai stringere con forza fra le braccia al nostro intellettuale un disco in vinile, è terrorizzato di farselo fregare perché è una copia unica … e via con il ragionamento visto prima (è unica, perché è in lingua straniera, ed è da collezione!). Eventualmente segmentando ulteriormente “unica copia”.
Ti sembra complicato? Considera allora, su un intero brano di 12 mila parole, quanto tempo ti ci vorrebbe per imparare le informazioni con questo livello di dettaglio con le tecniche tradizionali.
E poi pensa di potere semplicemente avere fra le mani una foto del nostro intellettuale francese, così come te lo descritto: ti basta guardarla per ricordare tutto.
Vedi il basco con il CIF e la Gomma che ti dicono, tramite conversione fonetica, le date esatte della fase; poi vedi la sigaretta e ti ricordi che lo fa morire di stenti; poi vedi le braccia che stringono ferocemente un disco in vinile …
Solo che la foto non ce l’hai fra le mani, ma te la sei fatta nella testa con la tua immaginazione.
E quindi, credimi, la difficoltà reale delle tecniche di memoria non è affatto la memorizzazione.
È la creatività che ti serve per costruire buone immagini.
E mentre per imparare la tecnica dei loci ci vuole una mezz’ora, per imparare a costruire buone immagini ci vogliono parecchio esercizio ed esperienza.
Ti consiglio allora di cominciare ad usare al più presto le tecniche di memoria per ricordare i dati “puri”: nomi, liste, parole straniere, date e numeri (questi ultimi dopo aver imparato la conversione fonetica). Non farlo sarebbe un peccato, perché non solo sono molto più veloci, ma è relativamente facile utilizzarle nell’ambito dei dati puri.
Per quanto riguarda invece i dati “logico-cognitivi”, è importante che ricordi quello che ti ho detto in questo articolo: se non provi sul serio ad utilizzarle, perdi un’occasione. Se però ti ci butti dentro troppo rapidamente, farai tanta fatica e tanto casino.
Comincia allora con utilizzarle ogni tanto, magari prima solo sui macro concetti.
E spingiti poi solo successivamente ad utilizzarle anche per i concetti subordinati e i dettagli.
Soprattutto, non cercare di utilizzarle per memorizzare parola per parola. I dati da memorizzare sono esattamente gli stessi che dovresti memorizzare con le tecniche tradizionali, è solo la metodologia che cambia.
Conclusioni
Come hai visto, le tecniche di memoria sono in grado di darti grandi soddisfazioni sia nella memorizzazione di dati puri altrimenti difficilmente ricordabili, sia come strumento di supporto all’analisi e memorizzazione di testi complessi.
Come hai anche visto però, non è semplicissimo imparare ad usarle.
Tuttavia, non è poi così difficile: basta semplicemente
1- Uscire dalla propria zona di Comfort
2- Lasciare da parte le illusioni di ricordare tutto parola per parola come fosse una poesia (se c’è però un motivo per farlo, puoi riuscirci leggendo come si memorizza un copione teatrale), e ricordarsi invece che abbiamo un cervello pensante in grado di:
- distinguere ciò che è importante da ciò che non lo è
- distinguere i dati puri dai dati connessi logicamente
- trattare ognuna di queste cose nella maniera che meglio gli corrisponde
Quando sarai in grado, dopo un po’ di esercizio, di produrre sempre immagini efficaci, non ti staccherai più dalle tecniche di memoria.
E adesso che abbiamo veramente finito il nostro esercizio di memorizzazione, una domanda per te: che libro c’è in posizione 16?
Un saluto. Armando.
Vladimiro dice
Ciao Armando,
ho letto con entusiasmo ed interesse il sistema per ricordare i 46 libri dell’antico testamento. Ero in pausa pranzo e avevo poco tempo e quindi sono riuscito a memorizzare solo una mano.
Una cosa che mi è piaciuta molto… è che dài molte spiegazioni senza mandare i tuoi lettori, incessantemente, a destra e manca per cercare di vendere qualcosa. Adesso appena trovo un pochino di tempo… entro a leggere tutti i tuoi articoli e, visto che non stressi nessuno, comprerò quell’1% che hai in vendita :-)
Grazie davvero per il tuo lavoro.
Armando Elle dice
Grazie per il commento
Luca dice
Ciao Armando, mi ha molto appassionato l’esercizio sull’Antico Testamento. Per entrare meglio nella parte ho provato a riadattarlo con qualche mia immagine personale: ad esempio al posto di Giobbe ho messo l’americano su un cammello in mezzo alle 2 “Gobbe”. è stato molto divertente.
Ti vorrei chiedere se esiste qualche libro consigliato per approfondire questa disciplina, grazie.
Luca
Eva ferrari dice
Gent. Armando , ho letto tutti gli articoli sulla memorizzazione e li ho trovati assai belli e interessanti.
Io sono vecchia e ho 70 anni, ancora tante curiosità. Una memoria nella media con particolare disposizione per i numeri per cui la conversione che insegna mi sarebbe quasi d’intralcio ma proverò per curiosità. A me manca, ed è sempre mancata, la memoria fotografica delle persone (visi) associate ai nomi. E nei suoi articoli non ho trovato niente che possa aiutarmi.
La cosa in passato mi ha procurato non poche noie, sul lavoro e nella vita. Mio marito era capace di ricordarsi il genitore di un bambino che era stato al nido con nostro figlio 40 anni fa, senza averlo mai rivisto , incontrandolo per caso. Io non mi sono ricordata di una collega di ufficio con cui ho lavorato per 8 anni, incontrata per caso pochi anni dopo il pensionamento. La mia memoria fotografica è incredibilmente buona per le case, anche viste per pochi minuti, anche a distanza di decenni, per i luoghi, le cose , gli oggetti. E poi per la musica , suono il piano e mi ricordo decine di pagine di musica , ma è normale.
Come si fa a ricordarsi di Armando che se me lo presentano e dopo due ore lo incontro non lo riconosco?
Grazie e anche degli articoli
Armando Elle dice
Ciao Eva, c’è un metodo particolare per i visi, credo che lo pubblicherò presto sul blog. Un saluto!
Giuseppe dice
La sensazione che ho provato leggendo i tuoi articoli è di rassicurazione, proprio quello che ci vuole per ‘schiodarsi’ dalla zona di comfort. Una guida semplice, chiara e dettagliata.
Great!
Giuseppe dice
Secondo quello che ho letto, potrei applicare le tecniche descritte alle parole chiave generate per costruire le mappe mentali?
Armando Elle dice
Si, anche se per la verità è una cosa che io faccio raramente, tanti ragazzi mi han detto che lo fanno con buoni risultati
Armando Elle dice
Grazie!
Antonio dice
Grazie per il tempo che dedichi gratuitamente. Mi è piaciuta molto la seconda parte, penso sia veramente pratica e utile.