
Ti capita mai, mentre stai facendo tutt’altro, di ritrovarti a pensare a qualcosa che hai lasciato in sospeso?
Per esempio, un libro letto a metà, un impegno sul lavoro che non hai ancora portato a termine, una bolletta che non hai ancora pagato … o anche un ex – ragazza di 10 anni fa con cui ti sei lasciato senza chiarire le cose?
Probabilmente sì.
Il fatto è che il nostro cervello non è programmato per lasciare le cose a metà.
E, quando per qualche motivo lo facciamo, lui diligentemente continua a riproporcele, ancora e ancora.
Ha infatti paura che, se no, le dimentichiamo!
Si chiama effetto Zeigarnick, dal nome di Bluma Zeigarnick, la psicologa che, negli anni 20 del 900, per prima lo scoprì e descrisse.
La dottoressa Zeigarnick partì da una osservazione casuale fatta da un suo collega in un Caffè parigino.
Egli si era reso conto che i camerieri:
- Tendevano a ricordare le ordinazioni che non erano ancora state completate molto meglio di quelle che invece avevano già completato.
- Una volta che una ordinazione veniva completata, la dimenticavano molto rapidamente.
La Dottoressa Zeigarnick, incuriosita, decise di approfondire la questione con una serie di esperimenti successivi, i quali confermarono l’intuizione avuta nel Caffè: se cominci a fare qualcosa e poi non la porti a termine, essa ha una alta probabilità di continuare ad agitarsi nella tua memoria ed uscire nei momenti più inaspettati.
Cosa che, francamente, può davvero essere fastidiosa.
Difendersi dall’effetto Zeigarnick
La bolletta che ti sei dimenticato di pagare, la presentazione che non hai finito, gli appunti che non hai terminato di sistemare, il libro iniziato che ti guarda con occhi accusatori dalla scrivania ….
A volte, le cose lasciate a metà (o meno) diventano talmente tante da affollare il tuo cervello e ripresentarsi continuamente nella giornata, come pensieri ricorrenti e intrusivi.
Quando questo capita, ti senti come pervaso da una continua sensazione di leggera ansia e, peggio ancora, non riesci mai a concentrati fino in fondo su quello che stai facendo in quel momento.
Con il risultato che:
- La tua produttività peggiora, perché aumentano le probabilità di lasciare ulteriori cose a metà.
- Il tuo umore va sotto le scarpe, perché ti senti assediato da tutto ciò che dovresti portare a termine.
Come fai a difenderti da queste conseguenze negative dell’effetto Zeigarnick?
1. Comincia solo quello che ti senti di portate a termine
Non so se lo hai notato, ma le persone tendono a “iniziare” a fare qualcosa un po’ troppo alla leggera.
Quando inizi a fare qualcosa, infatti, ti stai prendendo un impegno o verso te stesso, o verso gli altri, o verso entrambi.
Se non lo porti a termine, per colpa dell’effetto Zeigarnick esso non ti darà tregua, perseguitandoti in mille modi.
Per prima cosa, dunque, impara a ragionare per priorità, iniziando qualcosa solo quando è davvero fondamentale farlo.
In particolare, come racconto nell’articolo sulla matrice di Eisenhower, se qualcosa non è urgente o importante, lasciala stare, non iniziarla neanche.
Per farlo, è indispensabile perdere una brutta abitudine: quella di dire sempre di sì ogni volta che qualcuno ci propone un impegno.
Impara quindi a dire dei bei NO, per prima cosa a te stesso.
Come infatti racconto in questo articolo, imparare a dire di no è il miglior strumento di produttività che esiste, perché:
- Ti libererà di un sacco di attività inutili
- Ridurrà in maniera drastica le cose che lasci incompiute
- Ti toglierà un sacco di stress
2. Utilizza le to do list.
Sai qual è la maniera più semplice per liberarsi di un pensiero intrusivo? Portarlo fuori dal tuo cervello e scriverlo su un pezzo di carta.
Sicuramente ti sarà capitato, per esempio, di fare un piano di studio o di lavoro e di sentirti sollevato già solo nello scrivere date e azioni da fare.
Ecco, è quello che devi fare con tutte le attività che non hai terminato.
Se le metti per iscritto in una to do list:
- Ti rendi conto che alcune di esse non hanno assolutamente senso, e potrai quindi cancellarle dalla lista e dimenticartele per sempre
- Alle altre invece, assegna un tempo e un luogo specifici per farle, e poi dimenticatele fino a che non arriveranno quel tempo e quel luogo.
In questa maniera ti sentirai immediatamente più sereno, e avrai anche costruito un sistema efficace per portarle a termine.
3. Fallo e basta
Ricordi lo spot della Nike?
Nella sua prima versione, quella del 1988, si vede un uomo di circa ottant’anni che corre a torso nudo sul Golden Gate di San Francisco. A un certo punto, mentre saluta le auto, comincia a parlare e dice:
Corro per diciassette miglia al giorno, ogni mattina. La gente mi chiede come faccio a non battere i denti d’inverno. Li lascio nell’armadietto
Appare poi, alla fine, il logo della Nike con la scritta Just do it, “Fallo e basta”.
Ecco, è quella la mentalità giusta per non cadere vittima dell’effetto Zeigarnick.
Arriva un momento in cui ciò che hai lasciato in sospeso devi “farlo e basta”, senza ulteriori scuse e procrastinazioni.
Diversamente, il costo emotivo e pratico di non aver ultimato quell’attività diventa, giorno dopo giorno, più grande del sacrificio necessario per portarla a termine.
Oltre che difendertene però, puoi anche usare l’effetto Zeigarnick a tuo favore …
Anche il più lungo dei viaggi comincia con un passo …
Riflettiamoci un attimo su.
Abbiamo visto che, a causa dell’effetto Zeigarnick, il tuo cervello ti presenta ancora e ancora le attività che non porti a termine.
Ma allora, quando devi fare qualcosa di davvero importante per te, la differenza fra iniziare e non iniziare potrebbe essere fondamentale.
Fin quando non inizi, infatti, l’attività in questione rimane un desiderio al quale ogni tanto ritorni con la mente.
Una volta che l’hai iniziata, invece, l’effetto Zeigarnick farà sì che essa ti torni alla mente molto più spesso, spingendoti a fare ulteriori passi per portarla a termine.
O, detto in altre parole: se hai un obiettivo ambizioso, un sogno nel cassetto, ma neanche lo inizi, alla fine rimarrà nel cassetto senza dare fastidio più di tanto, ma anche senza realizzarsi mai.
Se invece fai anche solo un piccolo passo per iniziarlo, ecco che esso comincerà a darti la caccia chiedendo di essere terminato. Ed avrai avrai più chance di realizzarlo.
Non male no? Un saluto. Armando.
Michele dice
Fantastico! Sarà per quello che sta laurea mi perseguita, mi manca solo la tesi ma continuo a procrastinarla e la vivo come una palla al piede pffff. L’ho accantonata temporaneamente ma dovrei mettermi perchè voglio laurearmi a marzo 22. E niente, ho talmente tante cose che dovrei riprendere in mano che mi sento smarrito perchè non so dare una priorità, infatti se dico questo è più importante mi sento male per quello che lascio indietro…
Gennaro dice
Post come sempre illuminanti.
Dattila Laura dice
Grazie grazie Armando! Sempre ottimi consigli molto pratici ecc. In questo momento per me molto pesante, stressante, complesso e di stanchezza….e caos….
Adesso faccio subito la to do list!
Ciao!
Buon lavoro!
alessandra dice
Grazie Armando per gli spunti interessanti, cercherò di seguire i tuoi consigli.