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Consigli per studiare a uno studente di ingegneria bloccato

Aggiornato il 24/07/2019 da Armando Elle 5 commenti

consigli ad uno studente di ingegneria

Andrea è uno studente di ingegneria che segue il blog, e mi ha scritto per avere dei consigli per studiare.

Dalle sue email capisco che  ha tutte le qualità per essere un ottimo studente.  Ed infatti lo è anche stato per un bel po’!

Adesso che si avvicina alla fine dell’università però sta incontrando dei problemi.

Nel post di oggi,  come ho fatto in passato sia con uno studente di medicina che con uno studente di veterinaria , pubblico parte del nostro scambio di email.

Ho fatto solo un po’ di editing ed eliminato i dati personali, cercando di mantenere le mail il più fedele possibile all’originale

Perché vedi, il blog de GliAudaci è pieno di articoli e tecniche su come studiare, alcune molto semplici, altre fantasmagoriche.

Ma sono le mail di ragazzi come Andrea che mi riportano alla realtà e a quello che è importante:

Il blog de GliAudaci è un blog per risolvere problemi veri di studenti veri, non una discettazione scientifica sul cervello e su come apprendiamo.

Anche perché studiare non è una scienza esatta! E la tecnica che funziona per uno può funzionare poco per un altro.

Certo, ci sono principi e regole di studio che devi conoscere.

Ma poi c’è la tua variabilità individuale, i tuoi gusti, le tue inclinazioni. E aggiungo io: per fortuna!

Leggere articoli quindi è interessante, ma solo l’applicazione pratica ti permette di ritagliarti il tuo metodo di studio perfetto. Quello cioè che non solo ti fa andare bene, ma anche stare bene.

Quindi, un grazie ad Andrea e a tutti quelli che mi scrivono, contribuendo a rendere questo blog uno strumento utile per gli studenti che lo leggono.

E’ la prima volta che leggi il Blog de GliAudaci?

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Andrea

Gentilissimo Signor Elle,

La ringrazio per l’aver risposto alla mia disperata richiesta di aiuto.
Sono all’ultimo anno della specialistica in Ingegneria ambientale.
Finché studiavo materie come matematica o simili con esercizi o materie brevi ero tra i migliori. Adesso che le materie sono molto lunghe e orali sono tra i peggiori.
Sono molto studioso riesco a studiare anche 19 ore al giorno, ma con risultati scadenti.
Di solito leggo e evidenzio le parole chiave, faccio schemi a cascata e mappe mentali, mi preparo con tecniche di concentrazione e respirazione ed uso a volte la tecnica del pomodoro, ma i risultati non sono quelli che vorrei.
Tra gli errori che secondo me commetto e che non riesco a correggere è che voglio finire la materia (lunga) il prima possibile (preso anche dall’ansia) e quindi non mi soffermo a capire e memorizzare ogni singolo capitolo arrivando alla fine che non ricordo nulla.
Spesso dopo un mese di studio non ricordo niente di quello che ho letto e riletto penso perché non l’ho capito o non l’ho memorizzato (non soffermandomi adeguatamente).
Cerco di memorizzare l’intera materia rileggendola più volte dall’inizio alla fine, faccio così perché preso dall’ansia di non finire in tempo.
Aggiungo anche una forte carenza di motivazione causata dal fatto che ho capito troppo tardi che la mia strada sarebbe dovuta essere matematica e non ingegneria e dalle statistiche pessimistiche su chi si laurea al Sud.
Spero di non averla annoiata. Questi sono i problemi che penso di avere io, attendo con ansia il suo responso e i suoi consigli per diventare un “mostro dell’apprendimento”.
Ringraziandola per la cortese attenzione, porgo cordiali saluti.

 

Armando

Ciao Andrea

ecco una serie di appunti sulle cose che mi hai raccontato:

Studiare 19 ore al giorno!

 E’ una cosa che consuma le tue energie fisiche e mentali, e devi assolutamente evitarlo. Anche a costo di non passare un esame. Serve meno tempo, ma di miglior qualità.

Le mappe mentali

Secondo me ti fanno perdere tempo. Si tratta infatti di uno strumento molto utile per la parte creativa, ma proprio perché un po’ destrutturate (in quanto formate da associazioni “libere”) secondo me non sono indicate per uno studio sistematico come quello di ingegneria.

Anche se molti le insegnano come tecnica di studio per memorizzare, le mappe mentali sono più una tecnica da brainstorming, e da approfondimento.
Per memorizzare sono invece molto meno efficaci.
Ok invece gli schemi a cascata, utili per organizzare le idee e per il ripasso.

Tecnica del pomodoro

 Ok per memorizzare, o per fasi intense ma senza particolare rilievo cognitivo.
Se invece affronti concetti importanti, e sei in una fase in cui devi capire roba pesante, spezzettare il lavoro ogni 25 minuti non va bene.
Quindi, per esempio: se devi ripetere un pezzo del libro, va bene la tecnica del pomodoro.
Se invece devi capire e studiare, cerca di immergerti in quello che fai senza distrazioni e interruzioni.
(Nota: per chi vuole, ecco dove approfondire la Tecnica del Pomodoro)

Rileggere dall’inizio alla fine

E’ sbagliato, devi concentrarti sulle cose più importanti.

 Rileggere dall’inizio alla fine denota che hai messo tutto sullo stesso piano, mentre ogni materia ha delle parti fondamentali e delle parti secondarie.
Già solo individuarle e sceglierle ti aiuterà a studiare meglio. Si ripassa cominciando da quello che è più rilevante, non da cosa viene prima.
Questo aspetto è molto importante e puoi approfondirlo sull’articolo come studiare velocemente e bene.

Leggere velocemente

La lettura veloce è ottima all’inizio, perché ti orienta.
Non importa se non capisci o ricordi tutto, ma almeno circoscrivi il perimetro di quello che dovrai sapere e ti fai una idea generale.
Poi ricominci, ma non da capo, ma da quello che hai deciso che è più importante e più difficile.

Motivazione

 Il fatto che sia difficile trovare lavoro è un certamente un problema. Ma pesandoci adesso non lo risolvi, e ti fai distrarre tremendamente.
Se vuoi, leggi il libro “focus”, di cui ho parlato sul mio sito. E’ molto breve e spiega bene come concentrarsi sugli obiettivi e lasciare da parte pensieri/preoccupazioni che ti disturbano.
Mi spiace che lo devi pagare, l’autore mi aveva fatto fare il lancio gratuito fino al 16 settembre.

Ansia

Parola che ripeti spesso. E’ sicuramente la ragione principale dei tuoi problemi.
Ti fa studiare male, ti toglie la concentrazione, ti fa rendere male all’esame.
Un aspetto importante è che per gli esami scritti ne soffri meno. Non credo sia un caso.
Allora fai così, simula un esame orale:
Per prima cosa, mentre studi, fatti un foglio delle domande.
Non domande a cui si risponde in 10 secondi, ma domande da esame, di quelle per le quali devi parlare un po’, e magari anche collegare più argomenti.
Poi tagli il foglio, facendo una strisciolina per domanda, e infili tutte le striscioline in un sacchetto.
Infine, per ripassare:
– Estrai a sorte la domanda
– Rispondi alla domanda, con calma, concentrandoti. Anche se non ricordi quasi niente, cerca comunque di parlare per un po’. In questa maniera fai lo sforzo vero di ricordare (serve moltissimo!), e ti preparai psicologicamente simulando la situazione d’esame.
– Solo una volta che hai fatto ogni sforzo possibile e hai risposto qualcosa alla domanda, te ne vai sul libro (che fino a quel momento è stato rigorosamente chiuso), e confronti la tua risposta con quello che trovi sul libro. Questo è un meccanismo di feedback potentissimo per ricordare.
– Ti dai un punteggio sulla risposta: saputo bene, saputo così cosi, saputo male. A seconda del punteggio, metti quella domanda in uno di 3 sacchetti diversi che hai chiamato allo stesso modo. (Cose sapute bene, cose così cosi, cose sapute male)
– Ogni 10 domande nuove, tiri fuori a caso una già fatta dal sacchetto “male” e la ripeti. Se la sai meglio, la muovi di sacchetto. Se no, la rimetti dentro alo stesso sacchetto.
– Ogni 20 domande nuove, ne tiri fuori una dal sacchetto “cosi cosi”, rispondi, ed eventualmente la cambi di sacchetto
– Quando hai finito tutte le domande nuove, tirerai fuori le domande dai sacchetti a gruppi di 7 in queste maniera: ogni 4 “male” 2 “cosi cosi” e 1 “bene”. Ogni 7 domande ti riposi qualche minuto
Il tuo scopo è avere prima o poi tutte le domande nel sacchetto “bene”. Come se fosse un gioco.
Le tue domande non devono essere né troppo brevi, né troppo lunghe.
Idealmente, per esempio, se il libro ha 300 pagine, dovresti avere fra le 100 e le 150 domande. Cioè, 1 domanda per ogni 2-3 pagine di libro, dipendendo dalla materia.
In questa maniera non solo ripasserai alla grande da un punto di vista della memorizzazione, ma ti abituerai a rispondere oralmente alle domande, come fossi all’interrogazione.
Naturalmente è  possibile che il professore ti formuli la domanda in maniera diversa, o accorpi più domande in una , o ne divida una in molte parti.
A te la cosa non interesserà, perché non solo saprai tutto, ma saprai anche esporre bene oralmente.

Un altro consiglio sull’ansia da esame

Quando l’ansia ci blocca, meglio puntare a poco ma ottenere il risultato che puntare a tanto e non ottenerlo.
Nella vita, quando le cose girano bene e stai bene bisogna approfittarne, ma quando girano male e sei in difficoltà devi difenderti e basta, lasciando momentaneamente da parte l’ambizione.
Pensa a un atleta che corre la maratona e  va in crisi.  La cosa peggiore che può fare è cercare di accelerare o di tenere il passo degli altri. Rischia solo di collassare e fermarsi.
Quello che invece fa è preoccuparsi non della velocità, ma di mettere un passetto davanti all’altro fino a quando le gambe non ricominciano a girare bene.
Ogni nuovo passetto gli da fiducia e lo allontana dalla crisi.
O in parole povere, se programmi una sessione d’esame ma sei in crisi, è meglio puntare due esami e passarli che tentarne 4 e farsi bocciare.

Veniamo adesso al metodo di studio.

Sul mio blog c’è tanta roba che puoi leggere.  Ma non metterti a fare tecniche di memoria avanzate, perché richiedono un tempo e uno sforzo che in questo momento ti sconsiglio di investire.

Non sei nella condizione giusta per farlo.

 Riparti invece dalle basi:
  • Semplici strumenti di monitoraggio e programmazione (diario, priority check, post it)
  • Schemi (come visto sopra)
  • Pomodoro (secondo le indicazioni di sopra)
  • Domande – risposta (secondo le indicazioni di sopra)
  • Concentrazione (vedi articolo su blog, libro)
  • Rilassamento: continua con la respirazione, come già fai
Con questi strumenti ce n’è abbastanza per sbloccarti, il segreto è usarli davvero.
La tentazione è passare il tempo a cercare questo o quel nuovo strumento, questa o quella nuova cosa. E così perdi tempo a inseguire l’ultima magia per studiare, invece che a studiare.
Quindi, usa le cose essenziali che ti ho detto, non un giorno ma tutti i giorni. Quanto le avrai imparate a usare bene i risultati saranno la naturale conseguenza.
Fammi sapere come va!  Un saluto. Armando.

 

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Commenti

  1. Raffaele dice

    03/11/2016 alle 6:51 am

    Ciao Armando, bella l’analogia con il superallenamento, e come vedi i periodi storici influenzano anche la mentalità degli scienziati. Qualche tempo fa si puntava molto di più che ora che in ogni campo, la cosa più importante e socialmente accettata fosse l’impegno e le ore di lavoro.

    Il problema però dello studio è che le energie mentali si possono consumare anche con l’ansia, pensieri negativi, depressione, tristezza, rabbia.

    Mentre nello sport se non ti alleni, non ti sforzi tanto, nello studio puoi anche studiare poco, ma le tue energie mentali le hai finite in altro modo.

    Rispondi
  2. Andrea dice

    02/11/2016 alle 10:33 pm

    Articolo eccezionale. 6 molto meglio di Tony Buzan ;)

    Rispondi
    • Armando Elle dice

      02/11/2016 alle 11:56 pm

      Grazie : )

      Rispondi
  3. Raffaele dice

    02/11/2016 alle 7:23 am

    Come al solito gli articoli di Armando, non deludono mai, ormai è quasi inutile fargli i complimenti perché sono impliciti.

    Mi vorrei soffermare però su due aspetti messi in evidenza da Andrea :
    – aver scoperto troppo tardi di aver compiuto una scelta sbagliata
    – statistiche/consigli/notizie pessimistiche che demotivano

    E vorrei anche notare una cosa, in base alla mia esperienza, gli studenti quando sono vicini alla laurea, hanno due atteggiamenti : o studiano come pazzi perché non vedono l’ora di finire, o rallentano e mentre studiano sono sempre più annoiati e fanno fatica perché “inconsciamente” hanno paura di quello che viene dopo e delle scelte future.
    Mi sembra questo il caso.

    Riguardo le scelte, sappi che spesso riguardo scuola/università, prendiamo scelte molti anni prima, senza essere veramente consapevoli delle conseguenze, e molti si pentono delle proprie decisioni, ma finito il liceo, cosa ne vuoi sapere della vita e cosa puoi saperne di matematica o ingegneria se affronterai dopo questi studi?
    La buona notizia, almeno secondo me, è che un lavoro è un lavoro, lo fai per guadagnarti da vivere, non deve essere per forza la tua ragione di vita; inoltre ti ci puoi appassionare anche successivamente. Non è vero che se non fai il lavoro dei tuoi sogni, quello che fai fa schifo, se lo vivi senza pregiudizi, vedrai che col tempo troverai tante cose che ti piacciono, e aspetti positivi che se non te lo faranno amare, almeno lo renderanno molto sopportabile.
    E le tue passioni, le puoi coltivare sempre !

    Inoltre son convinto che ingegneria non sia tanto male, ma tu vivi male la situazione anche per colpa delle preoccupazioni, delle ansie. Preoccuparsi vuol dire PRE-occuparsi; sebbene la programmazione nella vita sia di vitale importanza, bisogna programmare, non OCCUPARSI di tutto quello che verrà in futuro PRIMA del tempo senza vivere il PRESENTE.
    Tu inizia a fare quello che devi fare ora, al futuro, poi ci pensi.
    E non stare a sentire tutte quelle persone che pensano negativo e ti mettono ansia, ascolta i consigli, le cose negative, non essere INCOSCIENTE, ma dai il giusto peso.
    I laureati al Sud Italia trovano poco lavoro? Pensa a laurearti e poi ci pensi, non è detto che tu non riesca nella vita. Sono statistiche di cui tener conto, ma non bisogna preoccuparsene ora ad un passo dal traguardo.
    Ti racconto un’esperienza simile : io sono più o meno 8 anni che so cosa voglio fare “da grande”, e da qualche anno, la specialistica che sceglierò, è molto ambita, mentre quando me ne innamorai io, nessuno se la filava. Sento in continuazione amici, soprattutto alcuni particolarmente ansiosi che mi riempiono la testa di pensieri negativi (la tua specialistica è troppo ambita, devi partire dal 110 se non 110 e lode per sperare di poter entrare ! Non accettare quegli esami con un voto inferiore al 26/27 se dovesse capitare, meglio perdere mesi e mesi che rischiare poi di finire e non entrare alla specialistica ! Pensa anche a delle alternative, troverai molta concorrenza).

    Sebbene bisogna tener conto delle difficoltà future, sai cosa ho fatto? Ho smesso di PRE-occuparmi. Ora devo essere concentrato sul mio percorso, e del futuro poi mi occuperò. Non riuscirò ad entrare? Me ne vado all’estero, oppure cambio, boh, poi si vedrà. La vita di oggi non è più importante di quella del domani, bisogna vivere bene o abbastanza bene sempre, fare sacrifici sempre, ma mai vivere da cani sperando in un futuro migliore. Ripeto, la vita oggi non è meno importante di domani, quindi lascia perdere chi ti dice che la vita è difficile, fai qualcosa di bello anche oggi, e non preoccuparti delle difficoltà del futuro, si affrontano un passo alla volta. Star male oggi non serve a niente.

    Armando nel suo articolo ha dato così tanti input che basterebbe seguirne bene la metà per essere un buon studente. Davvero in poche righe ha concentrato tantissime informazioni che possono aiutare migliaia di studenti; ti consiglio di analizzare per bene tutto quello che ha detto, riguardo il metodo di studio, invece per l’ansia ho da proporti un ulteriore consiglio.

    Questa è una cosa che in un futuro prossimo (molto vicino spero), mi son promesso di tentare, ma non ho ancora avuto il coraggio di fare. Non avendolo fatto io per primo, non do il buon esempio, e ne sono consapevole, ma se sei in una situazione “disperata”, non hai niente da perdere, e puoi provare.

    Lascia perdere lo studio. Studi 12 ore al giorno? Imponiti di studiarne 2 per una settimana, e poi 3 quella successiva e basta. Troppo poche? Sì, però fa niente se non ti permettono di dare tanti esami, anche così stai facendo poco ma soprattutto RENDENDO (quindi con poca efficienza) poco.
    Dedicando solo 2 ore allo studio hai un’intera giornata per te, passala a fare quello che più ti piace fare e ricaricherai le pile, ed in più avrai studiato un pochino per calmare i sensi di colpa.
    Se davvero ti sei imposto di studiare solo 2 ore, e credi nella tua scelta, non dovrebbero venirti rimpianti. Così avrai molta più motivazione.

    Un saluto,
    Raffaele

    Rispondi
    • Armando Elle dice

      02/11/2016 alle 11:55 pm

      Grazie per il commento. C’è una parte che mi sta molto a cuore, e su cui voglio prima o poi fare un articolo. Quando dici che puó valere la pena, per certi periodi, prendersi la responsabilità di studiare meno. Sono perfettamente d’accordo. In qualche maniera, la cosa mi ricorda il concetto di super-allenamento nello sport. Cioè quella situazione in cui, all’aumento dell’allenamento, la performance comincia a deteriorarsi e aumenta il rischio di infortunio. Mentre una volta si puntava di brutto sulla quantità, negli ultimi anni qualunque medico sportivo o preparatore ha capito che, senza una adeguata distribuzione dei carichi di lavoro e del riposo, l’atleta peggiora. Credo che questo concetto sia estendibile a tutti i campi della vita. Molti studenti possono ritrovarsi, mentalmente e fisicamente, in super-allenamento. Eppure continuano ad aumentare lo sforzo, in una spirale alla fine controproducente. Come dicevo, presto ci farò su un articolo. Un saluto

      Rispondi

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