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Studiare Anatomia Patologica con le mnemotecniche

Aggiornato il 21/02/2017 da Armando Elle 5 Comments

come studiare anatomia patologica

Nell’ultima settimana mi hanno scritto tre studenti di medicina chiedendomi la stessa cosa: come studiare anatomia patologica con le tecniche di memoria!

Li capisco, perché anatomia patologica è uno degli esami più tragici di Medicina: lungo, complesso, e pieno di dati da memorizzare.

E’ quindi un ottimo esempio per parlare di come utilizzare le tecniche di memoria a 360 gradi, per qualunque materia che sia, appunto, difficile e lunga da memorizzare.

Uno dei tre, Alex,  sta provando ad utilizzare il palazzo della memoria, ma sta incontrando qualche difficoltà:

“Buongiorno,

Recentemente ho scoperto il tuo blog.

Sono uno studente di Medicina, e ho trovato difficoltà nell’utilizzare il Palazzo della Memoria.

Ho provato ad utilizzarlo per l’esame di Anatomia Patologica, ma le domande sono tantissime, ciascuna ricca di informazioni

Quindi dovrei utilizzare un sacco di Loci

Es. Tumori cerebrali:

1) C’è una parte introduttiva con varie informazioni generali(epidemiologia, età, complicanze, esame del congelatore)
2) Poi la classificazione con 7 tipi principali, e ciascun tipo co i suoi diversi sottotipi.

Es. Tumori astrocitici si dividono in: astrocitomi, glioblastomi multiformi, oligodendroglioma etc.

Io devo sapere le caratteristiche di ciascun sottotipo con eventuali gradazione (quindi un’altra suddivisione)

Ho estrema difficoltà proprio per questo. Ho letto le varie tecniche (catena, scatola cinese, locus) ma mi servirebbero degli spunti per organizzare bene il mio palazzo, magari con qualche esempio.

Grazie mille, con te ho scoperto un mondo”

Rispondere ad Alex è allora un’ottima maniera non solo per vedere come studiare anatomia patologica con le tecniche di memoria, ma anche per affrontare due punti fondamentali dello studio con le tecniche:

  • Come si costruiscono palazzi della memoria strutturati ed efficaci
  • Come si deve iniziare, in maniera graduale, ad utilizzare le tecniche di memoria

Nella prima parte dell’articolo vedremo quindi, con semplici esempi, le basi per utilizzare davvero le tecniche di memoria nello studio.

Nella seconda parte troverai invece la mia risposta ad Alex, relativa specificatamente ad anatomia patologica, e strutturata sulla base  di quanto visto in teoria nella prima.

Cominciamo dunque a vedere come studiare anatomia patologica con le tecniche di memoria, chiarificando le basi della loro applicazione pratica.

3 metodi per memorizzare una semplice lista di parole

Immagina di dover ricordare la seguente lista di semplici parole:

Cane, cintura, cammello, spada, topo, albero, cerotto, teiera, ruota, luna, ombrellone, gatto, canoa, arco, bandiera

Puoi ripetere le 15 parole allo sfinimento, e magari impararle in ordine in 5/10  minuti, per poi averle dimenticate già un’ora dopo.

O, se conosci le tecniche di memoria, puoi impararle in un paio di minuti e ricordartele ancora bene il giorno dopo.

E puoi farlo con tre metodi che hanno crescente complessità, ma anche crescente efficacia.

Metodo di memorizzazione 1: associazioni semplici

Si tratta di creare una immagine per ciascuna parola e legare le immagini l’una all’altra con semplici tecniche associative.

Se non sai come fare, negli  articoli “ricordare attraverso le immagini”, “memoria visiva” e “conversione fonetica” puoi vedere:

  • Perché la conversione in immagini è così efficace per la memoria
  • Quali devono essere le caratteristiche delle immagini che crei
  • Come cominciare ad esercitarti con questa lista.

Questo primo metodo di associazione è la base stessa delle tecniche di memoria.

Tuttavia, di per sé, e poco utile per lo studio reale.

Eppure moltissimi cercano di studiare con le tecniche di memoria materie come diritto privato, anatomia, analisi 1, macroeconomia … senza neanche padroneggiare questo primo, semplice, e in fondo, poco utile, metodo.

E’ semplicemente impossibile allora che riescano ad applicarle sul serio in uno studio complesso.

Metodo di memorizzazione 2: tecnica dei loci “lineari”

Un secondo metodo è quello di costruire una percorso mnemonico lineare con la tecnica dei loci.

In questo caso, per prima cosa  crei un percorso di loci: cioè individui una serie ordinata di luoghi fisici che conosci bene.

E poi, a ciascuno di essi, leghi una delle immagini che rappresentano le parole. .

In questa maniera crei una associazione fra una memoria di lungo termine, il locus, e una di breve termine, la parola / immagine da ricordare.

E già in questa forma il metodo dei loci è abbastanza utile, perché:

  • L’associazione fra memoria di lungo termine e di breve termine migliora significativamente il ricordo
  • Sei in grado di ricordare le info anche in ordine sparso, andando al locus corrispondente

E questi due fatti da soli compensano ampiamente lo sforzo e il tempo impiegati per costruirti il percorso di Loci.

Ma ancora sei molto lontano da usare le tecniche di memoria in maniera efficace per studiare anatomia patologica, o qualunque altra materia complessa. Al limite, potrai avvantaggiartene qua e là per qualche lista di dati.

Metodo di memorizzazione 3: tecnica dei loci “segmentati”, o palazzo della memoria.

Un terzo metodo, che è poi una variante del secondo,  è quello della segmentazione dei loci.

In questa tecnica, sull’immagine principale individui dei dettagli, normalmente 4 o 5, ordinati in maniera logica.

Questi dettagli ti faranno da “uncino menmonico” per le successive immagini da ricordare, così che avrai un’immagine principale sulla quale sono raggruppate una o più immagini secondarie.

Quindi, per esempio, per memorizzare le 15 parole di prima, con la segmentazione dei loci devi procedere in questa maniera:

  • Ti crei un percorso di solo 3 loci. Per esempio: serratura della tua porta di casa, zerbino, portaombrelli
  • Visualizzi la prima immagine corrispondente alla prima parola, CANE, e la associ al primo locus, la serratura. Immaginando per esempio che dentro la serratura ci sia incastrato il tuo povero cane, o quello di una amico se non ce l’hai. Se vedi questa immagine assurda in maniera vivida nella tua mente, credimi che non la dimenticherai mai!
  • Poi, sull’immagine del cane individui 4 punti: per esempio, naso, occhi, orecchie, coda. È importante che i punti seguano un verso logico. In questo caso sono andato dalla parte anteriore del cane alla parte posteriore.
  • In ciascun punto, che deve essere visualizzato in maniera molto chiara, attacchi poi le successive 4 parole da memorizzare.

Quindi,

naso / cintura

occhi / cammello

orecchie /spada

coda / topo

Quello che hai fatto, in poche parole, è stato utilizzare la info / immagine del locus primario, CANE, come serbatoio per 4 loci secondari, a cui hai attaccato le info secondarie, cioè le successive quattro parole.

Procedendo in questa maniera, sul secondo locus primario, zerbino, attaccherai l’immagine di Albero, che è la sesta parola.

E poi, dopo aver segmentato l’albero in 4 loci secondari, attaccherai su ciascuno di essi le successive 4 parole da memorizzare.

E così via.

In questa maniera, avrai costruito un mini-albero mnemonico, perché il tuo ricordo ha due livelli di struttura:

Un primo livello, che è quello delle tre parole chiave Cane-Albero-Ombrellone.

Ed un secondo livello che contiene invece le altre.

Con il vantaggio, fra l’altro, che hai dovuto creare originariamente un percorso di soli 3 loci, invece che 15.

Mettiamo adesso che, imparate le 15 parole con questo terzo metodo, tu ne debba imparare altre 60 …

La maniera più semplice è

  • Prendere ciascuna delle 12 immagini /concetto secondarie che hai già imparato
  • Suddividerla in 5 ulteriori loci, così da averne 60 in tutto.
  • Associare le 60 nuove parole a ciascuno dei nuovi loci

Avrai ottenuto così un albero mnemonico con 3 livelli gerarchici distinti.

E quando queste strutture, con il moltiplicarsi delle informazioni, si fanno molto articolate, ottieni quello che io chiamo “palazzo della memoria”.

Studiare con le tecniche di memoria a cerchi concentrici

Quando studi con le tecniche di memoria devi cercare proprio di costruire strutture di questo tipo.

Non devi cioè, paragrafo dopo paragrafo, associare ad un unico percorso di loci tutte le informazioni una dopo l’altra.

Anche perché non ha senso da un punto di vista concettuale: infatti le informazioni non stanno mai tutte sullo stesso piano.

La conoscenza di un argomento, anche quando studi in maniera tradizionale, presuppone invece di creare delle gerarchie di informazioni: primarie, secondarie, terziarie, e così via, a seconda della loro importanza e della connessione logica fra di loro.

E quindi, ad ogni ciclo di studio, non devi tentare di ricordare tutto, ma devi procedere con la memorizzazione volontaria a cerchi concentrici.

Prima capendo e imparando i concetti principali, poi i secondari, poi i terziari, poi i dettagli veri.

In questa maniera:

  • Hai una gerarchia di esposizione che rispecchia la gerarchia di importanza concettuale
  • Ti costruisci prima una visione di insieme molto solida, e poi la espandi per cerchi concentrici successivi

Con o senza tecniche di memoria, è questa la maniera più efficace di studiare!

Ora, magari adesso sei un po’ perplesso, perché il sistema sembra abbastanza complicato.

Credimi allora sulla parola quando ti dico che è straordinariamente efficace e veloce.

Il problema, e non è certo colpa tua, è che non hai fatto pratica sufficiente.

Il problema delle tecniche di memoria

Ho già parlato spesso di questo aspetto, tra l’altro anche recentemente, rispondendo a una ragazza che voleva usare le tecniche per studiare giurisprudenza.

Il punto è molto semplice: le tecniche di memoria, come qualunque tecnica un po’ sofisticata, richiedono tempo per essere imparate.

Per spiegare cosa intendo, ecco alcuni esempi:

  • Se ti leggi un libro su come giocare a tennis e poi scendi in campo, non becchi una pallina e il tennis ti sembra complicatissimo.
  • Se provi a suonare le scale pentatoniche alla chitarra dopo aver fatto un corso di chitarra di qualche ora o anche settimana, ti sembreranno impossibili.
  • Se ti spiegano note e diteggiatura e poi ti metti al pianoforte, non sarai in gradi di suonare quasi niente

Insomma, è normale che quando una nuova attività presuppone l’apprendimento di una tecnica, all’inizio la svolgiamo in maniera lenta, dubbiosa, impacciata.

E non otteniamo risultati se non dopo un considerevole allenamento.

Mentre, non so perché, molti pensano di poter usare le tecniche di memoria in maniera efficace subito dopo averle scoperte.

Le tecniche di memoria invece non fanno eccezione alla regola dell’esercizio: per avere risultati bisogna avere il tempo, la volontà e la necessità di allenarsi.

E come per la chitarra o il tennis, così è per le tecniche di memoria: a seconda di quanto sforzo e tempo gli dedichi potrai essere più o meno bravo, e ti saranno più o meno utili.

Per questa ragione, riporto adesso la mia risposta ad Alex, lo studente di medicina che deve preparare anatomia patologica.

Ci troverai un esempio pratico della segmentazioni dei loci fatta prima, e un po’ di consigli per iniziare ad usare le tecniche, partendo in maniera semplice e poi aumentando la complessità.

Come si fa per qualunque tecnica!

Come studiare anatomia patologica

Ciao Alex,

per imparare a usare le tecniche di memoria bene ci vuole un po’ di tempo, e iniziare con anatomia patologica è come aver appena iniziato a giocare a tennis e trovarsi contro Federer.

Cerco di spiegarmi al meglio possibile.

Un errore che fanno moltissimi è mettersi a costruire un palazzo della memoria e cercare di attaccare da subito troppe informazioni.

Si tratta di uno sforzo “creativo” di immagini e associazioni troppo impegnativo, che inevitabilmente porta a grandissima fatica e scoraggiamento.

A maggior ragione se devi studiare anatomia patologica, materia descrittiva e ricca di dettagli!

Hai infatti decine e decine di dati per ogni pagina.

Devi quindi procedere in maniera diversa, che poi secondo me è anche la maniera più corretta di studiare.

Cerchi concentrici per anatomia patologica

Anche quando studi anatomia patologica in maniera tradizionale, non puoi certo tentare di ricordare tutto alla prima o seconda lettura.

Crei invece un primo set di ricordi molto di base, e ad ogni fase di studio li ampli.

Anche grazie al fatto che, avendo una visione di insieme, la memoria naturale crea connessioni, fa ragionamenti, individua analogie e differenze. Permettendoti di ricordare di più, e con più senso!

Nella stessa maniera devi procedere quando studi con le tecniche di memoria: una pagina cioè non va affrontata cercando di ricordarla tutta, da subito, in blocco.

E’ impossibile farlo con la memoria naturale, ed è pesantissimo cercare di farlo con le tecniche di memoria.

Devi fare invece una prima lettura in cui costruisci l’ossatura dell’esame, distribuendola nel tuo palazzo della memoria, con ogni elemento cardine su un locus.

Poi, ad ogni rilettura, attacchi a quell’elemento cardine ulteriori elementi.

Cioè, è lo stesso elemento cardine a fare da serbatoio di loci per le successive informazioni secondarie.

In questa maniera passi da una visione di insieme, molto precisa, a successive visioni di dettaglio.

Un esempio semplice per memorizzare anatomia patologica

Se devi studiare i tumori cerebrali, costruisci per prima cosa un palazzo della memoria per ricordare la classificazione così  come è: dura e pura. Come fosse l’indice di un libro.

Limitandoti, in prima lettura, a memorizzare attivamente solo UNA caratteristica del tumore in questione, quella che ritieni più importante perché lo differenzia rispetto ad altri.

Naturalmente, oltre a questa memorizzazione volontaria e selettiva, avverrà anche una prima quota di memorizzazione involontaria e random.

Cioè, ti ricorderai un po’ di cose qua e lá, perché ti hanno colpito, o perché molto logiche, o per chi sa quale altro motivo.

Alla successiva fase di studio, aumenterai poi la tua memorizzazione volontaria, costruendo ulteriori loci su quelli già costruiti.

Diciamo quindi che hai memorizzato, in prima lettura, tutta la classificazione dei tumori cerebrali, fra cui il subependimale a cellule giganti.

Lui se ne sta ora nel suo bravo locus, a cui è associata l’immagine di una SEGA (E’ l’acronimo con cui viene individuato!).

E hai anche memorizzato attivamente UNA  caratteristica principale, che in questo caso tra l’altro è  già individuata nel nome (subependimale a cellule giganti). Magari pensando a una sega gigante (i doppi sensi sono benvenuti, aiutano il ricordo!)

A questo punto, è l’immagine della SEGA a diventare serbatoio di loci per le info successive.

La dividi per esempio in manico, parte dentata, parte non dentata.

Il manico farà dunque da locus per l’associazione con la info successiva. E così via per le altre parti.

Ora, in questo caso è facile perché è un tumore raro su cui c’è poco da dire, ma è giusto per spiegarti il principio:

Hai una prima struttura di loci a cui associ immagini/concetto, e queste immagini concetto diventano esse stesse dei loci per le successive info.

Un esempio più complesso

Andiamo adesso su qualcosa di più articolato del subependimale, per esempio l’astrocitoma diffuso.

Diciamo che sta sul tuo percorso principale di loci, in particolare nel locus individuato dal tuo comodino, su cui, a rappresentare

l ‘astrocitoma diffuso, hai per esempio l’immagine della via lattea (stelle sparpagliate = astri diffusi….).

Qua hai una prima difficoltà, perché appunto, senza un po’ di pratica, trovare buone immagini non è facile.

La via lattea secondo me è una immagine discreta, anche perché può essere ulteriormente segmentata, e quindi è un ottimo serbatoio di loci. In più, la via lattea come tutte le galassie, lentamente si espande …..

E così  ricordi per esempio che si chiama astrocitoma diffuso perché è a lenta crescita, e ha dunque il tempo di andarsene in giro comodamente  e diffondersi…

E proprio per questo motivo le sue cellule hanno anche il tempo di fare diverse cose: e così trovi aree biancastre per formazione di fibrina e precipitati; aree giallastre per necrosi; microcisti; aree rosse per emorragie; neuroni e fibre nervose intrappolate…

Tutta roba che è turco per il lettore normale, ma che per uno studente di medicina del quarto o quinto anno discende in maniera relativamente scontata.

E magari, pensando alle microemorragie, ti viene in mente che anche la vascolarizzazione del tumore è molto variabile , e che la quantità e tipologia di vascolarizzazione dell’astrocitoma diffuso è proprio uno degli indici prognostici….

Vedi, dunque, che anche solo pensare di attaccare a un locus specifico ciascuna delle informazioni che ho messo in queste 4 righe, è impensabile. Soprattuto se moltiplicato per le centinaia di pagine dell’esame.

Eppure vanno sapute!

Per farlo hai allora scelto una immagine che rappresenta bene l’elemento principale del tumore in questione, con tutta una serie di nozioni che da essa derivano in maniera logica, anche se qualche volta un po’ forzata.

Se uno studiasse lettere e si trovasse di colpo a dover studiare anatomia patologica, dovrebbe probabilmente imparare davvero tutti questi dettagli uno per uno, perché per lui sono dati “puri”, cioè non hanno un loro senso intrinseco.

Sono quasi come sequenze di codici binari.

Ed è per questo che ho insistito all’inizio sul fatto di non snervarti a ricordare da subito tutto, pagina per pagina, ma di costruire la visione di insieme e poi andare piano piano nel dettaglio.

Perché più è ampia la tua visione di insieme più è facile memorizzare info secondarie, terziarie e i dettagli.

Ma adesso continuiamo con il nostro astrocitoma diffuso.

Sei al secondo giro, percorri i tuoi loci, e te ne arrivi al tuo comodino, dove l’immagine della via lattea ti ricorda che c’è l’astrocitoma diffuso. E il concetto di “diffuso” ti ricorda le cose che ti ho detto prima.

A questo punto, vuoi ricordare la ulteriore suddivisione: fibrillari, protoplasmatici, gemistocitici.

Allora, come abbiamo visto nel semplice esempio delle 15 parole, utilizzi la via lattea stessa come serbatoio di loci. 

Infatti vuoi attaccare nuove informazioni, secondarie rispetto alla prima, e gerarchicamente dipendenti. Perché dunque cercare un nuovo locus sul sentiero principale?

E qui, nel segmentare, ognuno si può sbizzarrire a modo suo.

Per esempio, il nostro sistema solare fa parte della via lattea, e quindi potresti utilizzare ogni pianeta come locus secondario.

Oppure potresti usare come nuovo locus solo la terra, per poi suddividerla ulteriormente in parte emersa e acque.

E poi la parte emersa potresti ulteriormente suddividerla in continenti …e le acque nei differenti oceani … e a ognuna di queste immagini puoi attaccare info, e suddividerla ulteriormente secondo il tuo gusto.

Seguendo però le 3 regole principali:

  • I loci devono essere cose già presenti nella tua memoria a lungo termine! E quindi, per esempio, se non conosci tutti i pianeti in ordine non scegliere i pianeti! Aggiungeresti infatti solo ulteriore sforzo per la memoria a breve termine.
  • Non fare troppe suddivisioni alla volta, ma procedi per cerchi concentrici
  • Scegli immagini / concetto che siano le più informative possibili, come abbiamo visto per la rappresnetazione di “diffuso”. Questo ti aiuterà anche a ragionare su quello che devi memorizzare.

Ma torniamo adesso al nostro esempio, e  memorizziamo i 3 sottotipi dell’astrocitoma diffuso:

  • Fibrillare
  • Proproplasmatico
  • Gemistocitico

Siamo sul sublocus “terra”, che fa parte del loucs principale “via lattea”.

Certamente non utilizzerei dei loci e delle immagini associate per memorizzare fibrillare e proptoplasmatico; i due nomi infatti individuano esattamente  gli astrociti a provenienza dalla sostanza bianca e dalla sostanza grigia (cosa che, se sai il resto, ti darà degli spunti di ricordo per le  caratteristiche dei tumori in questione).

Cosa che so da sé, perché sono uno studente all’anno X, e sto studiando a cerchi concentrici, quindi questa info l’ho giá precedentemente memorizzata!

Magari però, un locus e una immagine per “gemistocitico” lo utilizzerei, visto che non mi viene in mente in questo momento un collegamento logico adeguato (Il che non significa che non ci sia).

Per esempio quindi, all’immagine della terra, assocerei l’immagine di una donna incinta di tre gemelli (GEMelli->GEMistocitico): con tre gemelli ha una pancia molto grande; cosa che, guarda caso, individua per me la caratteristica principale delle cellule gemistocitiche: il grande volume citoplasmatico….

E perché ho messo tre gemelli invece di due? Perché visto che non ho creato immagini o loci per le altre due forme, quel “3” mi ricorda che i sottotipi di astrocitoma diffuso sono proprio 3.

Ora, per chi non è almeno al quarto anno di medicina tutto ciò può sembrare complicatissimo. Ma chi ci è, sa che invece questa struttura è davvero molto semplice da ricordare.

E mentre a scrivere tutto sto casino c’ho messo parecchio, a pensarlo c’ho messo due minuti. E in questi due minuti ho memorizzato in maniera molto stabile una quantità significativa di informazioni.

Quindi, da una parte è difficile usare le tecniche di memoria: devi infatti creare imagini, distillare concetti, fare associazioni.

Ma dall’altra, quando hai imparato a farlo, è facile e veloce; e la ritenzione del ricordo è altissima anche a distanza di tempo.

Il concetto principale, dunque, che ti devi portare via da questa lettura, è questo:

In un materia così dettagliata come anatomia patologica, procedere come un caterpillar, dato dopo dato, è veramente impensabile. Invece, se procedi a cerchi concentrici, è più facile:

  • Ad ogni giro consolidi in maniera duratura nuove informazioni.
  • Sei in grado di scegliere in maniera più efficiente cosa ricordare con le tecniche e cosa invece “si ricorderà da solo”.

Altri esempi di memorizzazione per anatomia patologica

Quando conosci le tecniche per davvero, le puoi usare in mille modi. Per esempio, per ricordare i nomi difficili, puoi usare il keyword method, lo stesso che si usa per le lingue straniere.

O la conversione fonetica per i dati numerici.

Per esempio, tutti i tumori hanno dei dati “numerici” comuni da sapere:

Epidemiologia, sopravvivenza a 5 anni, età di insorgenza (normalmente espressa come range tra due date).

Un tumore potrebbe quindi avere i seguenti dati:

3/100.000 , 75%, 20-30 anni

e un altro

9/100.000, 35%, 30-40 anni

E le altre decine e decine di tumori, altri dati ancora, simili e diversi.

Allora, mi costruisco, tramite la conversione fonetica, delle immagini che rappresentino questi numeri, prendendoli sempre nello stesso ordine. E avrò per esempio:

Per il primo tumore  3 75 25 (prendo la media fra 20 e 30), che converti in immagini con la conversione fonetica

Per il secondo, 9, 35, 35 (media fra 30 e 40), che converti in immagini con la conversione fonetica

E queste immagini le attacco all’immagine che rappresenta il tumore.

E poi, col procedimento inverso di conversione, ricavo i 3 numeri che mi interessano.

Questo appare complicatissimo per chi non ha pratica. E molto facile per chi invece conosce la conversione fonetica e ci si è esercitato su un po’.

L’alternativa è ricordarsi i numeri così come sono, per mera ripetizione dei medesimi moltissime volte.

Studiare anatomia patologica con le tecniche di memoria, andando per gradi.

Ora, la cosa sembra complessa se la vedi tutta insieme. Ma se te la digerisci un passo alla volta, un cerchio per volta, tutto diventa decisamente più facile.

Parti dall’indice stesso dell’esame, investendo qualche ora per memorizzarlo tutto su un percorso di loci dedicato.

Per ogni capitolo dell’indice, trova un concetto fondamentale, e una immagine che lo richiama, e che sia la più esplicativa possibile.

Poi prosegui alla stessa maniera con tutti i successivi cerchi concentrici. Per alcuni argomenti più ostici, puoi anche creare nuovi percorsi primari.

Ad ogni nuovo giro di studio ti ritroverai con:

  • Memorizzazioni volontarie molto ben consolidate
  • Chiarezza concettuale
  • Memorizzazioni involontarie random, in attesa si essere strutturate

Frattanto, non buttare via il tuo vecchio metodo di studio: schemi, sottolineature, ripetizioni verbali, flashcards, o quello che vuoi tu.

Diversamente, ti ritroveresti in un difficile guado:

  • Senza poter contare sui tuoi vecchi metodi, magari non eccezionali, però comunque consolidati e affidabili
  • Senza dominare il metodo nuovo

e verresti preso da panico e sconforto.

Studiare anatomia patologica con le tecniche di memoria, dunque, si può, ed è relativamente facile.

Dico relativamente perché parliamo comunque di una marea di informazioni, e di una complessità concettuale comunque di livello universitario.

Ma per farlo devi aver imparato ad usare le tecniche di memoria molto bene.  Al primo tentativo, non potrai sicuramente utilizzarle per tutto un esame, in particolare se molto complesso. . Infatti la mancanza di scioltezza ti massacrerebbe.

Ma con costanza e allenamento arriverai a un momento in cui potrai farlo, e goderti i risultati. Ed è più facile che imparare a suonare la chitarra o giocare a tennis. Un saluto.

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      Comments

      1. Filippo says

        20/01/2018 at 5:00 pm

        Ciao Armando ho letto bene l’articolo, e sto iniziando anch’io a testare il palazzo della memoria, sono uno studente di scienze motorie e sto avendo parecchia difficoltà con la memorizzazione dei muscoli dell’apparato locomotore in quanto sono davvero tanti e con nomi a volte davvero assurdi, cosa mi consigli?

        Rispondi
      2. Sara says

        28/02/2017 at 3:29 pm

        Ciao Armando, per chi invece deve studiare quasi 1000 pagine di storia dell’arte (quindi sapere analizzare un sacco di quadri, riconoscere l’autore, nome dell’opera, quando è stato dipinto, contesto ecc) come consigli di procedere per memorizzare tutte queste informazioni? Sono abbastanza disperata e nel panico anche perchè la prof è molto pignola e fa un sacco di domande…spero potrai aiutarmi e complimenti per il blog! Grazie in anticipo.

        Rispondi
        • Armando Elle says

          01/03/2017 at 12:17 am

          Ciao Sara, mandami i nomi di 5 quadri e le info da ricordare, così ti faccio un esempio. Scrivi alla mia email con il formulario di contatto. Un saluto

          Rispondi
      3. Alex says

        24/02/2017 at 11:02 pm

        Grazie mille ancora per la risposta alla mail. Sono contento che sia stata riportata sul tuo blog.

        I consigli che mi hai dato, mi stanon aiutando un sacco.

        Sono sicuro che arriverò a padroneggiare meglio le mnemotecniche in futuro (ora qualche risultato lo sto vedendo ).

        Rispondi
      4. Antonio says

        21/02/2017 at 8:17 pm

        Grande spiegazione, grazie per la tua generosità nella condivisione gratuita! Mi è molto utile

        Rispondi

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