
Tanti lettori mi scrivono perché interessati a come preparare i concorsi pubblici più disparati: polizia, avvocatura, agenzia delle dogane, carabinieri, docenza nella scuola, test di medicina etc.
Molti di loro hanno alle spalle ben 18 anni di studi: elementari + medie + superiori + università.
Alcuni meno, quando si tratta di concorsi dedicati a diplomati (in questo caso sono “solo” 13 anni)
Altri invece persino di più, quando si tratta di concorsi dedicati a persone con master o altri titoli di studio superiori alla laurea.
Tanti, infine, lavorano da anni e hanno anche una famiglia: sono dunque abituati a responsabilità e pressioni molto maggiori di quelle di un test.
Eppure, nel preparare un concorso, quasi tutti incontrano enormi difficoltà.
Questo dà da pensare, no?
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Perché i concorsi pubblici sono difficili
Beh, la prima ragione è che tanti non hanno mai imparato a studiare davvero bene.
Sembra paradossale, perché dopo 18 anni a fare una cosa per 7-8 ore al giorno (fra lezioni e studio personale), uno dovrebbe essere ormai diventato un drago e aver acquisito una tecnica formidabile.
Pensa per esempio se, avendo iniziato a 6 anni, tu avessi giocato a tennis 7-8 ore al giorno per i successivi 18. Saresti un mostro della racchetta, no?
E invece, dopo 18 anni di studi, capita ancora di avere dubbi su come studiare.
E ci si ritrova così a preparare un concorso, magari determinante per la propria carriera e il proprio futuro, chiedendosi:
- Come organizzarsi?
- Quando iniziare a studiare?
- Come memorizzare?
- Quanto tempo dedicare a ciascuna materia?
Il problema è che tutte le scuole ti fanno studiare, ma poche ti insegnano a farlo.
Di solito vieni buttato in acqua e ti tocca imparare a nuotare da solo, così che alla fine te la cavi ma lo stile e i risultati non sono sempre i migliori.
E più il tempo passa, più sei preso da altre attività (come per esempio lavoro e famiglia), più i limiti del tuo metodo di studio diventano evidenti, perché hai meno tempo ed energie per compensarli.
C’è poi un secondo aspetto molto importante, e che viene sottolineato da tanti di quelli che mi scrivono: lo studio non è tutto uguale.
O meglio, ci sono una serie di attività che sono sempre le stesse:
- Acquisire le informazioni (lezioni, testi, video, etc).
- Capirle
- Memorizzarle
- Riprodurle all’esame (quiz, prove scritte descrittive, esami orali, preparazioni di elaborati etc. etc.)
Ma queste attività, a seconda che uno stia preparando la maturità, un esame universitario o un concorso pubblico, presentano peculiarità differenti.
E così tanti, pur essendosela magari cavata discretamente all’università, quando devono preparare un concorso o un esame di stato si ritrovano in difficoltà:
- Perché devono gestire tante materie tutte insieme in vista di una unica deadline.
- Perché non sono abituati alla modalità con cui avviene l’esame.
Infine, poi, c’è una terza ragione che rende difficili i concorsi pubblici: sono test nei quali purtroppo non ti basta fare bene, devi anche fare meglio degli altri, che come te sono agguerriti e preparati.
Non corri, insomma, da solo, come quando ti siedi ad un esame universitario o vai all’interrogazione al liceo, ma contro migliaia e migliaia di persone.
Inoltre, mentre la scuola dell’obbligo, e in misura minore anche l’università, sono organizzate – seppur con mille difetti – per aiutarti ad andare avanti, un concorso pubblico è costruito apposta per farti cadere.
Per tutte queste queste ragioni, se devi passare un concorso pubblico NON ti basterà semplicemente studiare tanto e bene.
Dovrai anche adattare la tua preparazione.
Tre suggerimenti per quando prepari un concorso
La varietà dei bandi e delle materie da preparare è tale che è impossibile per me dare consigli specifici su ognuno di essi.
Ci sono però tre cose che, sulla base della mia esperienza e di quello che mi raccontano studenti e lettori, considero fondamentali per passare qualunque tipo di concorso pubblico:
- Allenarsi dal primo giorno a quella che sarà la modalità d’esame
- Studiare le materie in sequenza e non in parallelo
- Scoprire e concentrarsi sulla materia che fa la differenza (ce ne è sempre almeno una).
Vediamo allora questi aspetti l’uno dopo l’altro.
Simulare l’esame fin dal giorno 1
E’ ovvio che:
- Se sai tutto di un argomento ma vai a dare un test a crocette contro il tempo senza averne mai fatto uno, probabilmente non lo passerai.
- Allo stesso modo, se conosci perfettamente tutta la giurisprudenza ma non hai mai commentato un caso, scordati di passare l’esame d’avvocato.
- E se conosci molto bene una materia ma non ne hai mai parlato ad alta voce, potresti non arrivare a dare il meglio di te quando la esponi oralmente.
Tutti coloro che preparano un concorso dunque, si allenano con quella che sarà la modalità d’esame.
Ma, in realtà, la maggior parte non lo fa abbastanza: ci dedica del tempo solo qua e là, e soprattutto negli ultimi giorni, alla fine delle preparazione.
Quello che ti consiglio io invece è di allenarti per il tuo test in maniera quasi ossessiva fin dal primo giorno.
Abituati da subito al tipo di domande che troverai all’esame, a non avere tempo, a non sapere cosa rispondere.
Questo, a parità di preparazione, aumenterà tremendamente la tua performance all’esame e probabilmente diminuirà nettamente la tua ansia quel giorno.
Studia in sequenza, non in parallelo
Nel mio metodo di studio, consiglio agli studenti universitari di preparare gli esami della sessione procedendo in parallelo, cioè portando avanti più materie contemporaneamente (anche se con intensità diversa).
Per preparare un concorso invece, la programmazione va fatta diversamente, perché:
- Il numero di materie da preparare è spesso maggiore di quelle che normalmente si preparano in una sessione d’esame universitaria
- Non c’è stato un periodo in cui si è assistito alle lezioni, il materiale di studio non è stato ancora pre-elaborato, e quindi c’è bisogno di una prima fase di quasi full immersion per sgrossarlo.
- Il candidato spesso ha un lavoro e/o una famiglia, quindi non ha 10 ore al giorno di tempo da dividere su molte materie diverse.
Per questo, consiglio di studiare una o al massimo due materie alla volta, e passare alle successive solo quando hai terminato con queste.
Mentre studi le successive poi, ripasserai quelle che hai già terminato, utilizzando i principi della ripetizione spaziata: si tratta di una modalità di ripasso delle informazioni a intervalli di tempo prestabiliti, e che migliora di molto la memorizzazione.
In questa maniera:
- Lavori in maniera meno dispersiva
- Troverai molto più facile organizzarti
Ma quali materie conviene fare per prime?
Certamente le più difficili, perché sono anche quelle determinanti per superare il concorso.
Individua la materia che fa la differenza e concentrati su di essa.
Se incominci dalla materia più difficile:
- Avrai più tempo per ripassarla e consolidarla.
- Lascerai le più facili all’ultimo periodo di preparazione, quando tipicamente si è sempre un po’ in ritardo
Questo ti darà un grande vantaggio rispetto agli altri candidati, perché è nelle materie più difficili che si scavano le vere differenze di punteggio.
Attento, perché questo è un aspetto che a molti sfugge.
Vedi, le materie facili sono un po’ come andare in bicicletta in pianura: c’è chi arriva primo e chi arriva ultimo, ma i distacchi non sono mai abissali, anzi, spesso si arriva tutti insieme in gruppo.
Le materia difficili, invece, sono come le salite: si possono guadagnare o perdere decine di minuti e i distacchi possono essere molto profondi.

Un concorso è come la bicicletta: in pianura si va più o meno tutti insieme, ma appena la strada si inclina sulle materie più difficili, emergono le differenze di preparazione.
Ti faccio un esempio con un test che conosco molto bene, quello di medicina, sia perché l’ho dato, passandolo fra i primi 40 su migliaia di candidati, sia perché ho aiutato molti lettori del blog a superarlo.
Al test di medicina, la parte di biologia la fanno benino in tanti: biologia infatti è facile e piacevole da studiare e ricordare.
Inoltre, non essendo molto complessa:
- Se uno sa, non sbaglia
- Se invece sa poco o non sa, può tirare a indovinare con una certa possibilità di successo.
E così, fra chi la prepara bene e chi la prepara poco, alla fine i punti di differenza non sono molti.
Con la Chimica invece, anche essa parte del test, le cose sono molto diverse: poche scuole superiori ti preparano bene, è una materia ostica che a molti non piace, richiede calcoli e conoscenze molto precise.
Se dunque la sai bene, ottieni un buon punteggio. Se invece la sai poco, fai un disastro.
E dunque, fra uno che ha preparato bene chimica e uno che l’ha preparata così così, si possono scavare distanze di punteggio abissali, accumulando un vantaggio o uno svantaggio di punti poi difficilmente colmabile con le materie più facili.
Ora, questo tipo di differenze fra materie “bestia nera” e “materie fattibili” c’è in ogni concorso pubblico.
Spetta a te individuare, nel concorso che devi sostenere, quali sono le materie su cui si fa davvero la differenza. E, naturalmente, ti converrà partire da quelle.
Riassumendo dunque, se devi preparare un percorso pubblico, oltre a tutte le solite buone regole di studio, ricorda che:
- Non è un esame normale, ha delle peculiarità che vanno capite
- Non corri da solo, devi fare meglio degli altri
- Devi fare simulazioni d’esame in maniera ossessiva
- Se non puoi studiare tutto il giorno ti conviene organizzare il tempo portando avanti una, al massimo due materie alla volta
- Ti conviene concentrati sulle “salite”, perché è la che puoi accumulare i vantaggi più ampi
In bocca al lupo e un saluto. Armando.
Pat dice
Grazie davvero, avevo già questa idea di impostazione per studiare, ma leggerla qui mi regala una certezza in più
Armando Elle dice
In bocca al lupo per il tuo concorso