
La scorsa settimana mi ha scritto una lettrice, Maria, chiedendomi dei consigli per memorizzare un copione teatrale.
Ora, memorizzare un copione è difficile, e lo è ancora di più per un attore di teatro.
Infatti a teatro non si possono fare venti ciak della stessa scena, come per il cinema.
Ci si presenta invece sul palco davanti al pubblico, e bisogna ricordare tutto, lì e in quel momento, a dispetto della tensione, delle luci, delle mille distrazioni e ansie che ti possono assalire di colpo.
Esattamente come a un esame universitario, solo che è peggio.
Si tratta infatti di uno sforzo molto diverso dalla memorizzazione che serve per studiare.
Perché di un libro bisogna imparare concetti e dati. Mentre un copione di teatro va imparato parola per parola.
Inoltre, per quanto possa fare paura un professore, è comunque meno ansiogeno che impappinarsi davanti a un pubblico di centinaia di persone che hanno pagato un biglietto per vederti.
Così, nel post di oggi, troverai:
- parte della risposta via email che ho mandato a Maria
- un micro esercizio di memorizzazione teatrale fatto in tempo reale da me
- alcuni consigli e una App
Lo scopo è insegnarti a memorizzare un copione velocemente e con sicurezza.
Che tu faccia l’attore o meno, è un ottimo e divertente esercizio.
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Perché la tecnica dei loci è ideale per l’attore
Un attore deve ricordare la parte nella sua esatta sequenza.
Per prima cosa quindi, essendo i loci un sistema ordinato, essi sono ideali per fare da “magazzino mnemonico” su cui memorizzare le battute.
Poi, ogni locus costituisce un appiglio molto sicuro per il pezzo di informazione da ricordare.
A molti attori capita, prima o poi, l’esperienza di avere un completo vuoto di memoria.
E se hanno memorizzato la parte semplicemente ripetendola 100 volte, non c’è maniera di superare il vuoto.
Il loro cervello fruga qua e là senza trovare niente, come fosse bloccato.
Il locus invece è là, pronto a fare da appiglio e a salvare l’attore in qualunque momento.
Infine, la tecnica dei loci è un buon rimedio anche per l’ansia.
Spesso infatti si utilizzano percorsi di loci famigliari e rilassanti, e percorrerli nella mente mentre sei sul palcoscenico ti aiuta a toglierti la paura.
Ecco un link per approfondire la tecnica dei loci, ma intanto una precisazione:
Non devi usare la tecnica dei loci parola per parola.
Perché memorizzare un copione parola per parola con le tecniche di memoria è fattibile ma improbo.
Dovresti infatti fare uno sforzo creativo enorme per trasformare ogni parola in una immagine!
Ma soprattutto, usare un locus per ogni parola non è affatto necessario.
Vediamo perché.
Esercizio per memorizzare un copione
Quando usi le tecniche di memoria per memorizzare un copione, ti devi focalizzare su:
- Incipit di ogni battuta
- Parole chiave
- Nessi logici
Mi spiego con un esempio.
Mettiamo che devi fare la parte di Lopachin ne “Il Giardino dei Ciliegi”.
E che ti sei già costruito il tuo bel percorso di Loci su cui memorizzarla.
Partiamo insieme allora dalla prima battuta di Lopachin:
LOPACHIN “Il treno è arrivato, grazie a Dio. Che ore sono?”
Per ricordarla ti crei l’immagine del treno e la infili nel primo locus del tuo progetto “Il Giardino dei Ciliegi”
A questo punto hai due opzioni:
- – Accontentarti dell’incipit “treno”, che è quello che io consiglio. Infatti normalmente è l’incipit che sfugge dalla mente, il resto lo si ricorda di conseguenza, per mera ripetizione.
- – Individuare, sull’immagine del treno, delle altre immagini per il resto della frase. Per esempio, una per “grazie a Dio”, e l’altra per “che ore sono”
In questo secondo caso potresti per esempio immaginare che il treno arriva con dentro Dio che guarda l’ora spazientito.
Ho già parlato negli articoli “ricordare attraverso le immagini” e “memoria visiva” del perché e come le immagini sono straordinarie per ricordare.
Quindi in questo ti faccio semplicemente notare che, se veramente tu fossi in stazione e vedessi un treno che arriva con dentro Dio, bè, non lo dimenticheresti mai più.
Adesso però proseguiamo con altre due battute
DUNJAŠA “Manca poco alle due. Fa già chiaro”
LOPACHIN “Ma di quanto è in ritardo questo treno? Saranno almeno due ore. Furbo che sono, razza di bestia! Sono venuto fin qua apposta per andarli ad aspettare alla stazione e non mi sono svegliato… Mi ero messo a sedere e mi sono addormentato. Peccato… Almeno tu mi avessi svegliato.
Tralasciamo la parte di Dunjasa e concentriamoci su Lopachin.
Per prima cosa, non cercare di ricordare la particella “ma” con cui inizia la battuta. Ti serve a poco in questo caso.
Ricorda invece “ritardo”, creando una buona immagine mentale che lo rappresenti.
E fai che contenga un elemento emotivo di disappunto, che è proprio quello che prova Lopachin.
Crea poi una immagine anche per “razza di bestia” , che però non attaccherai in un locus tutto suo, ma attaccherei all’immagine del ritardo. Perchè siamo nella stessa battuta. Se invece fosse una nuova battuta, useresti il locus successivo.
La parte seguente, “sono venuto…”, non necessita secondo me di una immagine. Mi sembra infatti logica e facile da ricordare dopo “razza di bestia”: Lopachin spiega a se stesso il motivo per cui si da della bestia!
Mentre del pezzo successivo creati una immagine per la parola “sedere”. Così come dovrai creare una immagine per ricordare l’incipit della frase finale, “almeno tu…”.
Ti sembra macchinoso? Seguimi nella mia interpretazione di Lopachin
Nella parte di Lopachin
Mettiamo che io sia l’attore che fa Lopachin, e me ne esco sul palco.
Sono emozionatissimo, e ho avuto pochissimo tempo per studiare la mia parte.
Ma ho memorizzato, in una serie di Loci disposti dentro casa mia, delle immagini che mi guideranno per tutta la recita.
Comincio allora dal primo locus (per es. la porta di casa mia), e gli vedo associata mentalmente l’immagine del “treno” (che probabilmente c’è anche nella scenografia).
Così comincio, in maniera sciolta e senza alcuna ansia:
“Il treno è arrivato, grazie a Dio, che ore sono?”
(Nota: Se proprio ho il terrore dei primi due minuti di palcoscenico, ho anche associato a quella del treno una immagine per “Grazie a Dio” e una per “che ore sono”)
A quel punto attendo la risposta, naturale, di Dunjasa.
Quando lei termina, sono mentalmente nel secondo Locus, vedo l’immagine che ho creato per “ritardo” e sbotto:
“ma di quanto è in ritardo sto treno? saranno due ore”
Poi vedo, attaccata a ritardo, l’immagine per “razza di bestia” e così proseguo
“Che razza di bestia che sono“.
E mi chiedo come mai lo sono.
Bè, proseguo mentalmente, perché:
“Sono venuto apposta alla stazione per aspettarli e non mi sono svegliato“.
Logico no?
A quel punto vedo “sedere” attaccato a “razza di bestia” e proseguo ancora:
“Mi sono messo a sedere e mi sono addormentato“.
Infine, vedo l’ultima immagine.
E’ un MENO, a rappresentare “almeno”. (Ti consiglio di trovare una immagine sempre uguale per ciascuna di queste particelle di correlazione).
E concludo:
“Almeno tu mi avessi svegliato!”
A questo punto, ricontrollo come me la sono cavata:
Non sono stato precisissimo nel ricordo, d’altro canto ho fatto tutto in fretta, però è accettabile come prima memorizzazione, no?
Anzi, direi molto buona per essere stata fatta nei due minuti in cui la scrivevo.
E’ ho dovuto solo ricordare “treno” sul primo locus, e “ritardo” sul secondo. Per poi attaccare direttamente a “ritardo”, in sequenza, “razza di bestia” “sedere” “meno”.
Alla fine ho dovuto creare e associare 4 immagini per riuscire a districarmi facilmente nella memorizzazione “grezza” di una sessantina di parole!
Non male. Avrò tempo per affinarla e renderla perfetta.
Anche perché poi, confrontando da subito gli errori/dimenticanze con il testo corretto, rafforzerò ulteriormente la memoria naturale che deriva dalla ripetizione.
E questo grazie al meccanismo di feedback per cui ricordiamo meglio le cose dopo averle sbagliate.
Tecniche di memoria e memoria naturale
Come hai visto, quando usi le tecniche di memoria per memorizzare un copione teatrale, non puoi prescindere dalla memoria naturale.
Dovrai cioè, comunque, ripetere ogni frase, controllarla e perfezionare la memorizzazione. Ma ci metterai un casino di tempo in meno.
Anche perché quando lavori su un testo teatrale con la tecnica dei loci, lo approfondisci meglio.
Sei infatti costretto a chiederti, per ogni frase:
- Il motivo per cui è là
- Qual è il suo concetto chiave
- Quali immagini vale la pena selezionare per il ricordo
- Come ogni cosa si lega logicamente a quella che viene prima e dopo
Per esempio, nella seconda frase di Lopachin, il tema è fin da subito il disappunto.
Prima lo rivolge nei confronti del treno in ritardo, poi di se stesso (razza di bestia), e infine di Dunjasa (almeno tu..).
E così, da subito, quando trovi l’immagine per “ritardo”, inserisci in essa una nota emotiva di disappunto. E poi ricorda che è diretto in sequenza a tre oggetti diversi.
In sintesi, se quando studi una parte fai questo lavoro di analisi su parole chiave, incipit, nessi logici, la approfondisci e memorizzi molto più rapidamente.
E non dovrai neanche, dopo un po’, fare ricorso ai loci per ricordarla: le parole infatti ti usciranno in maniera naturale.
Però il locus sarà sempre là per aiutarti in caso di un vuoto di memoria.
Memorizzare tutto il copione?
L’attore di teatro non deve però memorizzare solo la sua parte.
Ha anche il problema di memorizzare quando è il suo turno di parlare.
Per esempio, Lopachin deve sapere che gli tocca parlare di nuovo dopo che Dunjasa ha detto “fa già chiaro”.
In questo caso è semplice, perché è un dialogo a due. Ma alcune volte le cose si fanno molto confuse.
Una opzione è memorizzarsi tutto il copione, ma francamente non è necessario.
Può bastare infatti utilizzare le tecniche di memoria per inserire una immagine “innesco” che ti ricorda che tocca a te. (Nell’esempio di sopra, l’immagine per la parola “chiaro”).
O, senza tecniche di memoria, esercitarti con qualcuno che legge le altre parti. Perché se te le leggi da solo ti distrai continuamente e non riesci a creare la sensazione del dialogo.
E se proprio non hai qualcuno sempre disponibile con cui esercitarti, puoi usare una App molto in voga fra i professionisti, e che si chiama rehearsal.
Ci carichi sopra il copione che ti interessa e lei recita i testi al posto degli altri attori, ti dà segnali quando tocca a te, ti aiuta ad approfondire il tuo personaggio, ti fa aggiungere o togliere commenti, e un mucchio di altre cose.
Conclusioni
Un grazie a Maria, che chiedendomi consigli per memorizzare un copione mi ha fatto affrontare un argomento molto interessante e diverso.
Adesso tocca a te.
Se hai avuto esperienze da attore amatoriale, scrivimi per raccontarmi la tua storia.
Se invece non le hai mai avute, pensaci un attimo su:
Memorizzare un copione è una sfida mnemonica molto intensa, che ti consiglio di fare anche se non sei un attore.
Scegliti allora un testo teatrale che ti piace, un personaggio che vuoi fare, e mettiti alla prova.
La sensazione di essere in palcoscenico e impersonare qualcuno è non solo elettrizzante, ma anche molto istruttiva. Un saluto! Armando.
Stefania dice
Ciao Armando! Complimenti per il blog, sto leggendo tutti gli articoli per migliorare il mio metodo di studio! Non sono un’attrice ma una studentessa di lingue :) Sto preparando un esame di linguistica inglese (ovviamente tutto in inglese) e devo memorizzare un sacco di concetti e definizioni quasi parola per parola…sto avendo un pò di difficoltà a trovare le parole chiave e le immagini. Inoltre non so se sia meglio tradurre in italiano o partire direttamente dall’inglese (es. “phonology” immagino un phon). Hai dei consigli da darmi? Grazie mille! Stefania
Armando Elle dice
Ciao Stefania,
se già hai una forte base linguistica, é senz’altro meglio utilizzare parole chiave direttamente in inglese.
Per quanto riguarda trovare immagini, osa e credici: pesca in tutti i tuoi riferimenti culturali, in ogni memoria a lungo termine che hai. Hai centinaia di migliaia di immagini già ben inserite nei lobi cerebrali; devi solo ripescarle. Un saluto
Stefania dice
Grazie mille per la risposta! Potrei mandarti un esempio da memorizzare per vedere nella pratica come dovrei fare?
Armando Elle dice
Ciao Stefania, mandami l’esemopo inviandolo per favore attraverso il form di contatto (menu: contatti), e ci ragiono su. Un saluto