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Decluttering: Libera la Tua vita da Confusione e Disordine

Aggiornato il 16/08/2021 da Armando Elle 1 commento

Decluttering è una parola inglese che significa letteralmente “togliere gli ingombri” e ormai da alcuni anni è diventata di uso piuttosto comune, sopratutto  a partire dalla pubblicazione del libro di Marie Kondo “Il magico potere del riordino”.

Se non ne hai mai sentito parlare, si tratta di un volumetto di self-help, un manuale per affrontare l’accumulo di oggetti nei propri spazi (essenzialmente nella propria casa o nel proprio luogo di lavoro), in cui viene offerto un metodo ben preciso per liberarsi una volta per tutte dal caos e dal disordine.

Ma perché è così importante affrontare il disordine in cui vivi, studi o lavori?

Perché esso è, nello stesso tempo:

  • La quasi certa causa di infiniti problemi di produttività e procrastinazione. Il disordine infatti ci fa perdere tempo (“ma dove sono le chiavi?” “…e l’ombrello?”  “dove cavolo ho  salvato quel file? su ‘sto desktop non si capisce più nulla…ah eccolo…no, questa è la versione precedente….”) e questo tempo è letteralmente oro prezioso che se ne va in attività di poco conto e che ci rendono nervosi.
  • Il possibile sintomo di una disorganizzazione e mancanza di focus più interiori e generali, delle quali i fogli accumulati a casaccio sulla scrivania o i vestiti dimenticati nei cassetti non sono che la manifestazione esteriore.

In questo articolo quindi:

  • Vedremo come il “casino” influisce negativamente sulla tua vita di tutti i giorni
  • Smonteremo alcuni luoghi comuni su quanto è bello e creativo il disordine
  • Ti darò qualche consiglio pratico da cui partire per rendere il tuo ambiente un po’ più zen e ordinato

Il decluttering e il suo riflesso nella vita di tutti i giorni

La ragione dell’immensa fortuna del libro di Marie Kondo non risiede  tanto nel particolare metodo che propone  (ritengo infatti che esitano altri metodi altrettanto validi), quanto nella particolare promessa di trasformazione che lei stessa fa, sin dalla prima pagina dell’introduzione

“tutti gli studenti che hanno frequentato le mie lezioni … non solo sono riusciti a mantenere la propria casa in ordine ma, risultato ancora più stupefacente, dopo aver riordinato tutto, hanno visto sensibilmente migliorare molti aspetti della loro vita, come il lavoro e la famiglia”.

In poche parole, la teoria di Marie Kondo (e di molti altri) è che il disordine non è un semplice insieme disorganizzato di cose, ma è l’espressione di mancanza di ordine interiore, di confusione di idee e, in molti casi, anche dell’incapacità di lasciare andare emotivamente una parte del nostro vissuto.

Il disordine, in pratica, limita il nostro potenziale, genera incertezza e insicurezza, diminuisce la nostra capacità di fare le cose giuste.

E così:

  • Tendiamo ad accumulare oggetti e poi a dimenticarli, allo stesso modo in cui spesso iniziamo mille attività per non portarne a termine nemmeno una.
  • Non riusciamo a scegliere le nostre priorità e a dedicarci ai nostri veri obiettivi, così che le accumuliamo  rimandandole continuamente al futuro (non per niente si parla di “sogni nel cassetto”).
  • Non ci liberiamo mai del tutto di quella parte del passato che invece dovrebbe essere risolta o dietro le spalle, ma la manteniamo ben nascosta, permettendole però di condizionare in parte anche il nostro presente.

I teorici del caos creativo e perché non hanno ragione.

Sento già cori di scettici che dicono “io sono disordinato, ma trovo sempre tutto”, “io vivo bene nel mio disordine”, “l’ordine è arido, il disordine è creativo”.

Queste frasi sono tipiche di chi

  • Non ha mai vissuto nell’ordine (e quindi non sa cosa si perde ad essere ordinato)
  • Cerca una scusa per giustificare il proprio disordine (tirando in ballo la creatività quando le cose più creative che fa nella vita sono lasciare le calze in giro per casa e non rifare il letto).

Lo so che alcuni grandissimi geni erano disordinati in maniera quasi leggendaria (avete mai sentito parlare della scrivania di Einstein?) …

Ma la maggior parte di essi, per esempio Leonardo, erano ordinati e metodici fino all’ossessione.

C’è una famosa frase di Nietzsche che viene spesso tirata in ballo dai propugnatori del disordine creativo:

“Bisogna avere un caos dentro di sè, per generare una stella danzante”

Orde di artistoidi casinisti e sfaccendati hanno elevato a scudo in propria difesa questa celebre massima.

Ma io sono piuttosto sicuro che il caos a cui alludeva Nietzsche non fosse il letto disfatto o una pila di riviste di 5 anni fa mai lette, quanto piuttosto il coraggio e la capacità di guardare dentro noi stessi, nelle nostre mille sfaccettature, e di accettare che siamo esseri umani dai sentimenti molto, molto complicati.

I tuoi primi passi nel decluttering

Ed ecco che, se già siamo complicati interiormente, forse un bel decluttering esteriore non può che giovare alla nostra vita, sia pratica che emotiva.

Comincia allora con un piccolo esercizio di decluttering pratico e butta via:

  • Tutto ciò che non usi più da almeno un anno
  • Tutto ciò che è rotto in attesa di essere aggiustato (non lo aggiusterai mai, credimi!)
  • Tutto ciò che palesemente non è più della tua taglia
  • Tutto ciò che evoca in te brutti ricordi (Ricordi? Dietro la tendenza a non buttare via niente c’è spesso la difficoltà a lasciare andare emotivamente una parte del nostro vissuto)

Non avere pietà e sii radicale, vedrai che nel giro di un paio di giorni nessuna delle cose che avrai eliminato ti mancherà davvero.

Per dirla con Marie Kondo, tieni solo “le cose che ci fanno ancora scintillare gli occhi quando le guardiamo”…

Poetico, no?

Marie Kondo è stata anche parecchio criticata, ed effettivamente mettere in pratica il suo libro alla lettera significa disfarsi di buona parte dei propri oggetti.

Dobbiamo però fare un piccolo sforzo e capire il contesto culturale da cui proviene il libro: in Giappone mediamente le case sono molto ma molto più piccole che nel mondo occidentale, va da sé che il decluttering debba essere piuttosto estremo.

Noi non dobbiamo seguire proprio tutto alla lettera, qualche piccola concessione ci sta, ma davvero senza esagerare.

Io personalmente nell’ultimo anno (complice il lock down) ho sistematicamente declutterato casa mia e non conto neppure i sacchi di immondizia che ho buttato via.

Mentre lo facevo, mi sono imbattuto in ogni sorta di cose inutili, dallo spazzolino elettrico rotto da due anni alle ciabatte consumate, passando per le videocassette e gli immancabili orribili piattini con le conchiglie.

Ma, ancora più stupefacente di ciò che ho buttato, è ciò che ho ritrovato: un’antica e bellissima scatola di biscotti appartenuta a mia nonna, con dentro ancora dei suoi piccoli lavori di cucito; una scatola in legno grezzo comprata durante un viaggio in Australia e poi dimenticata; una bellissima felpa nuova –mai usata – appallottolata in fondo ad un armadio; delle foto di un me 20enne che mi hanno riportato alla mente dei bellissimi ricordi, e tante altre cose.

Cose che sì, mi hanno fatto scintillare gli occhi e che terrò con me per sempre, insieme al dizionario Greco-Italiano e ai libri di letteratura del liceo con ancora le sottolineature e le scritte a mano.

Cose che non sapevo neppure di avere, perché è così: per la smania di tenere tutto (perché “tutto un giorno potrebbe tornare utile”) creiamo degli archivi di roba così monumentali che non ricordiamo neppure più che cosa c’è dentro.

In questo senso, il decluttering dello spazio fisico assomiglia molto al cambio di mentalità che predico in molti miei articoli, quali:

  • Il grande potere di svegliarsi alle 5 del mattino
  • Come fare ciò che importa davvero
  • 6 tattiche per essere più produttivi

Hanno tutti lo stesso filo conduttore: aiutarti trovare il tuo vero Focus e liberarti di tutto ciò che è inutile.

Provaci davvero, quindi, a fare un po’ di decluttering.

Passa in rassegna i tuoi spazi (intendo anche quelli virtuali, quindi computer e APP del telefono) chiedendoti, per ogni cosa, se ha ancora un senso che occupi un posto nella tua casa e nella tua vita. Se la risposta è no …. il suo posto è nel sacco della spazzatura.

Ti garantisco che, dopo aver buttato quintali di roba, cancellato decine di app, trovato un posto degno alle cose che contano davvero,  ti sentirai immensamente in pace con te stesso e vedrai con molta più chiarezza non solo i tuoi obiettivi a breve e lungo termine, ma anche la strada per perseguirli.

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Commenti

  1. alessandra dice

    22/08/2021 alle 4:03 pm

    approvo tutto – ho letto anch’io il libro di Marie Kondo, ELIMINARE le cose superflue e ORDINARE quelle utili ti permette di avere più lucidità e consapevolezza di quello che si fa.

    Rispondi

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