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Charlie Brown e Le Tecniche di Memoria

Aggiornato il 31/01/2017 da Armando Elle Leave a Comment

Charlie Brown e Le Tecniche di Memoria

Dopo tanti anni che mi occupo di memoria e crescita personale ancora mi stupisco di come le lezioni e le idee migliori vengano spesso da cose semplici, in cui ti imbatti quasi casualmente mentre leggi un articolo, passeggi per strada, o chiacchieri con un amico.
Certo, libroni e manuali sono importanti. Ma non dimenticare di prestare attenzione a le piccole cose che la vita ogni giorno ti mette per strada! L’altro giorno leggevo per caso un fumetto di mio nipote ed ecco il dialogo tra Linus e Charlie Brown che ho trovato. Una vera piccola perla per ogni appassionato di tecniche di memoria.

Charlie Brown e il suo prezioso insegnamento

Linus: Non so come fai a ricordare la combinazione del tuo armadietto, Charlie Brown!
Charlie Brown: E’ facile, vedi? 3-24-7
Linus: Ma come caspita fai a ricordarla?
Charlie Brown: Babe Ruth aveva la maglia numero 3, Willie Mans la 24 e Mickey Mantle la 7 ….

Da bambino adoravo Charlie Brown.
In effetti mi sentivo un po’ come lui, perché c’è un po’ di Charlie Brown in ogni bambino.
O almeno, in ogni bambino goffo, sognatore e “perdente” come ero io.
Di baseball, a differenza del mio alter ego a fumetti, non sapevo niente; a quei tempi in effetti il baseball non esisteva alle nostre latitudini.
Però mi piaceva molto il calcio… ed ero scarsissimo.
Hai presente il bambino che, quando si fanno le squadrette fra amici, viene scelto sempre per ultimo? Quel bambino ero io.
Comunque, proprio come Charlie Brown sapeva tutto di baseball, io sapevo tutto di calcio: nomi, formazioni, numeri di maglia e statistiche.
Avevo 7-8 anni e ricordavo tutte queste cose pur non avendole mai studiate, neppure per un minuto.
E questo ci porta al primo punto di questo articolo sulle tecniche di memoria e Charlie Brown:

L’interesse in un argomento è fondamentale per ricordare!

Per almeno 3 motivi:

  1. Stimola la concentrazione (quando guardavo una partita niente poteva distrarmi!)
  2. Ti tiene ore e ore sullo stesso argomento senza farti sentire né stanchezza né noia (“mamma, voglio stare sveglio fino alle 11 per vedere il goal di Baggio alla domenica sportiva” “tesoro, ma è la terza volta che lo vedi!”)
  3. Ti fa trovare collegamenti, rimandi e comparazioni fra le varie informazioni (allora, vediamo le caratteristiche dei grandi numeri 10 della storia della Juve…)

Ora, il problema di molti, anche il tuo e il mio, è che bisogna studiare e ricordare anche cose che non ci interessano.
E questo ci porta al secondo punto di questo articolo:

Gran parte di quello che dobbiamo fare o imparare non ci interessa

E come risolvi la questione?
Se ripenso al dialogo di Charlie Brown, mi vengono in mente almeno due modi:

  1. Dedicandoti a quello che ti piace. Lo so, non sempre è possibile nella vita, ma è un dovere almeno provarci con tutte le proprie forze. Tu ci stai provando con tutte le tue forze? Intendiamoci: chi ha letto il mio libro Il Kata Della Volontà sa che la motivazione non va sopravvalutata, è solo una componente, e non la più importante. Però la vita non deve essere masochismo puro, e quindi cerca di fare, banalmente, cose che ti interessano. Almeno il 60% del tuo tempo.
  2. Trovando, in quello che non ti interessa, qualcosa che lo faccia un po’ assomigliare a quello che ti interessa. Il Charlie Brown della vignetta di questo post non ha nessun interesse (nel senso di passione) a ricordare il codice del suo armadietto; e così lo fa ricordando i numeri di maglia dei suoi tre giocatori di baseball preferiti.

Ora, io non faccio il guru, mi limito a parlare di tecniche di memoria, lettura veloce e metodi di studio.
Però dopo aver letto la vignetta mi piace pensare una cosa e condividerla con te: ricordando il codice del suo armadietto Charlie Brown non solo applica una tecnica di memoria, codificare cose astratte e sconosciute rappresentandole con cose concrete e conosciute, ma anche una tecnica semplice semplice per stare bene: trasformare almeno un po’ le cose che non ci interessano e non ci piacciono in cose che ci interessano e ci piacciono.
Che poi è anche questa una tecnica di memoria.
E per farlo bisogna essere anche un po’ sognatori.

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