
Un paio di mesi fa i proprietari di una famosa App per allenare la mente hanno ricevuto una multa di alcuni milioni di dollari per aver detto ai loro clienti che sarebbero diventati più intelligenti.
Il motivo? Pubblicità ingannevole: non c’è nessuno studio scientifico al mondo che dimostri che si possa diventare più intelligenti. Né con la loro App, né con altri sistemi.
Ma allora, qual è il punto di fare esercizi per il cervello?
Allenare la mente, serve a qualcosa?
Bè, da un punto di vista dell’invecchiamento cerebrale cominciano ad emergere le prime evidenze scientifiche che allenare la mente sia in grado di ritardarlo. E questa è già una gran bella notizia, anche se purtroppo non è che i risultati siano eccezionali.
Da un punto di vista invece del potenziamento cerebrale, si sa poco o niente, ed è per questo che i fondatori dell’App si sono presi la loro multona.
Credo però che, nel valutare l’efficacia dell’allenamento cerebrale, si possa fare una interessante analogia con le tecniche di memoria: infatti applicandole non aumenti affatto la tua memoria, ma la tua capacità di memorizzare. Che sono due cose diverse.
Se prima di studiare le tecniche di memoria eri magari in grado, con le tue capacità “naturali”, di leggere e ricordare per qualche secondo un numero di al massimo 8-10 di cifre (e già son tante!), dopo averle studiate la tua memoria “naturale” continua a poter ricordare al massimo 8-10 cifre. La tua memoria quindi non è aumentata.
Ma se utilizzi la tecnica di memoria della conversione fonetica , la tua capacità di memorizzare numeri arriva facilmente a 20 o 30 cifre, e anche di più.
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Ora, secondo me, per le altre facoltà cerebrali vale più o meno la stessa cosa. Non credo che possano essere aumentate in senso assoluto, per lo meno non con le attuali risorse scientifiche che possediamo.
Perché l’intelligenza in senso assoluto è una roba complessa, difficile sia da definire che da misurare. Puoi capire “migliorarla”!
Sicuramente però possiamo usare molto meglio le capacità che già abbiamo.
Cioè, “forse non possiamo diventare più intelligenti, ma sicuramente possiamo usare meglio il cervello”.
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Ma come si fa ad allenare la mente?
Da un punto di vista logistico, è molto più semplice che andare in palestra.
Puoi infatti allenare la mente in qualunque momento e in qualunque luogo, con una varietà di attrezzi praticamente infinita: te stesso e il mondo che ti circonda.
Per dimostrarti alcuni dei questi metodi, ho messo giù una serie di esercizi di allenamento mentale fra i miei preferiti e tra i più popalari in internet. E alla fine del post scopriremo cos’hanno in comune.
1. Scrivi con la mano non dominante
Cioè, con la sinistra se sei destro e con la destra se sei mancino.
Provare ogni tanto a scrivere (a mano, non a computer) con la mano “scarsa”, stimola nel tuo cervello attività sinaptiche (le sinapsi sono strutture che permettono la comunicazione fra le cellule nervose) normalmente poco utilizzate.
E lo fa in maniera massiccia: scrivere infatti è un’attività estremamente complessa, che coinvolge molte aree cerebrali, da quelle del linguaggio a quelle del controllo fine del movimento delle dita.
Inoltre, per scrivere con la mano “scarsa” avrai bisogno anche di un surplus di concentrazione mentale, normalmente non necessaria quando usi la mano “buona”.
2. Fai la doccia con gli occhi chiusi
La vista è un senso potentissimo, di fatto il più potente quando si tratta di utilizzare la memoria; tuttavia, la usiamo così tanto che alla fine “spegne” un po’ tutti gli altri sensi.
E poiché ciascuno dei nostri sensi rimanda a delle aree cerebrali specifiche, se un senso viene utilizzato poco anche la sua area cerebrale di riferimento si attiva poco.
Facendo la doccia con gli occhi chiusi potrai concentrarti meglio sulle sensazioni tattili date dall’acqua, e dalla spugna; così come sarai più sensibile agli odori che provengono dal sapone e dal rumore dell’acqua vicino alle tue orecchie.
Inoltre, ti rilasserai da paura!
3. Riconosci gli oggetti con il tatto
I bambini all’asilo fanno spesso un gioco in cui devono riconoscere degli oggetti, ad occhi chiusi, toccandoli solo con le mani. Si ritrovano così a valutare con il tatto cose che normalmente riconoscono con gli occhi, in particolare la consistenza e la forma degli oggetti.
Per riconoscere un oggetto in questa maniera il cervello deve fare tantissime comparazioni e analogie con esperienze precedenti, molto diverse da quelle che fa utilizzando la vista.
Inoltre, l’incertezza rispetto a cosa si sta toccando ed il carattere giocoso del compito, danno a quest’esercizio un contenuto emotivo che influisce positivamente sull’attivazione cerebrale
4. Gioca con i numeri
E’ una maniera classica ma sempre valida di allenare la mente. Puoi per esempio contare al contrario, cosi da stimolare il cervello facendogli fare qualcosa di normale (contare), ma in maniera insolita.
Oppure fare moltiplicazioni nella mente fra numeri di due cifre, in maniera tale che nello svolgere l’operazione sei costretto a creare “riporti” che il cervello deve ricordare, per poi sommarli alla fine.
5. Guarda gli oggetti al contrario
La memoria visiva è potente ed utilissima, anche per studiare; ma basta poco per ingannarla, e ingannandola la stimoli un po’.
Prendi oggetti di uso comune e osservali dopo averli messi al contrario; il tuo cervello certamente riconoscerà l’oggetto in questione, cioè il consueto pattern di forme e colori che lo identificano, ma noterà anche una serie di relazioni diverse dell’oggetto con l’ambiente circostante, così come dettagli nuovi e interessanti che ha già visto, ma sui quali non si è mai soffermato prima,
Hai presente l’espressione “guardare le cose da un altro punto di vista?”. Facendo questo esercizio scoprirai che significa davvero qualcosa.
6. Assaggia, e soprattutto, annusa
Marcel Proust incomincia il suo capolavoro di 2 mila pagine “Alla ricerca del tempo perduto” partendo dai ricordi che di colpo affiorano quando assaggia una madeleine (si tratta di un biscotto francese).
Cavoli, duemila pagine di libro innescate dal gusto di un biscotto!
Le strutture cerebrali connesse ai nostri recettori olfattivi e gustativi fanno parte della zona più vecchia e “primitiva” del nostro sistema nervoso, e sono in gran parte adiacenti all’ippocampo, che è considerato il vero centro cerebrale della memoria (e in parte delle emozioni)
La vicinanza anatomica fra queste strutture si riflette anche in alcune correlazioni funzionali molto studiate in neurologia: tutti sanno ormai che la capacità di memoria del gusto e dell’olfatto, anche se non è dettagliata come quella visiva, è non solo potentissima, ma anche associata in maniera forte con le emozioni.
Inoltre, particolarmente per quanto riguarda l’olfatto, abbiamo una enorme, innata capacità di distinguere differenti stimoli sensitivi. Che però non usiamo.
Prendi allora l’ abitudine di chiudere gli occhi ed annusare la natura, le cose e le persone (in quest’ultimo caso occhio a non passare per matto!), e riuscirai a provocare nel tuo cervello delle vere e proprie “esplosioni sinaptiche” di attivazione mentale.
7. Fai brainstorming
Prendi una attività qualunque, semplice e scontata, come per esempio aprire una bottiglia. E poi cerca di descrivere almeno 20 modi diversi di svolgerla.
Esauriti i più semplici, come prendere un cavatappi e aprirla, passerai rapidamente ai più “creativi”: per esempio costruire una macchina del tempo e mandare la bottiglia nel futuro, dove la apriranno con la telecinesi.
Oppure mandare una coccinella in palestra ad allenarsi, per poi infilarla nel tappo attraverso un piccolo buco e farglielo togliere spingendo da dentro (esempi veri presi da alcuni workshop).
Ti sembra stupido?
Forse è proprio quello il beneficio. Facendo l’esercizio, il cervello all’inizio farà resistenze; po, piano piano, andrà in un’area per lui poco utilizzata, quella in cui si attiva la “sospensione dell’incredulità”.
In questa maniera la tua mente potrà lavorare senza i vincoli che normalmente gli derivano da coerenza e logica.
Perde insomma i freni inibitori, e oltre a partorire una marea di cazzate sarà in grado di aumentare la sua capacità di sfornare soluzioni creative ed efficaci.
Per allenare la mente con questo esercizio, è indispensabile che il cervello capisca il compito assegnatogli. Se no non sarà in grado di andare oltre la quindicina di soluzioni teoriche.
Ricorda che non si tratta di aprire veramente la bottiglia, ma di sopprimere temporaneamente il senso critico per produrre il numero maggiore possibile di immagini cerebrali attorno a un tema dato.
8. Fai esercizi di velocità mentale
È pieno di App per allenare la mente ad “andare veloce”.
Prova questi esercizi per allenare la mente e con i quali puoi testare:
- memoria visiva
- memoria per le parole
- memoria per i numeri
- tempo di reazione allo stimolo.
Vedi, il bello di quando costringi il tuo cervello a fare le cose velocemente, è che in maniera naturale ti concentri di più. E la concentrazione ti fa usare meglio le tue capacità mentali.
E’ per questo motivo per esempio che nella lettura veloce, entro certi limiti, la comprensione del testo aumenta invece di diminuire. (Vai alla guida sulla lettura veloce)
9. Fai esercizio fisico
Quando io mi sono laureato in medicina, si pensava che non potessero crescere nuovi neuroni.
Pare invece che non sia così, e che in effetti la neurogenesi sia possibile anche in età relativamente avanzata. In particolare, ci sono una serie di studi che dimostrano la crescita neuronale all’interno dell’ippocampo (di nuovo lui!), una struttura cerebrale profonda coinvolta nei processi di memorizzazione.
Per chi fa medicina, o per chi in generale è interessato all’argomento, ecco qui un lungo video che parla delle attività in grado di stimolare la crescita dei neuroni della memoria: fra di esse spiccano la corsa e alcuni cibi.
(Un avvertimento: da un punto di vista medico, siamo lontanissimi dal curare i disturbi degenerativi cerebrali, e questo video parla di cose che si è cominciato a scoprire, ma che daranno risultati chissà quando e chissà come).
10. Fai il Di Caprio in Inception
Nel film (fighissimo!) Inception, i protagonisti costruiscono interi mondi immaginari, nei quali si muovono dopo essersi immersi in un sonno profondo.
Il concetto è interessante, e mi ricorda la costruzione dei palazzi della memoria: strutture mentali che costruisco nella memoria a lungo termine grazie alla tecnica dei loci, e a cui lego poi informazioni di breve termine per ricordarle.
Lo sforzo di costruire immagini mentali precise e dettagliate nella nostra mente, sia di cose che abbiamo visto, sia di cose immaginarie, è uno stimolo potentissimo per il cervello, ed una abilità che si raffina e perfeziona nel tempo. Inoltre, se usi e conosci le tecniche di memoria, ti puoi allenare costruendo palazzi mentali che ti serviranno poi per memorizzare informazioni in seguito.
11. Ricorda cose del tuo passato
Si tratta di un esercizio molto completo che stimola allo stesso tempo la concentrazione, le aree della memoria, la creatività.
Memorizzare è diverso da ricordare: il primo infatti è il processo attraverso cui fissi nella tua memoria delle informazioni; il secondo invece è il processo attraverso il quale le ripeschi dopo averle memorizzate.
Ricordare è esso stesso una forma di pensiero, ma diversa dal pensiero logico o ragionamento. Quando ragioni su qualcosa infatti, per molti motivi il tuo cervello si è abituato ad usare dei processi connessi soprattutto con la verbalizzazione.
Quando invece ricordi, il tuo cervello attua processi connessi soprattutto con la visualizzazione.
A grandi linee cioè, ragioniamo con le parole e ricordiamo con le immagini.
Riuscire a portare la visualizzazione all’interno del ragionamento può dare alla tua mente molta benzina in più, e il motivo lo vedremo nel prossimo esercizio.
12. Risolvi indovinelli “visuali”
Ti sei mai chiesto perché in molti film di guerra si mostrano riunioni di generali di fronte ad un plastico del terreno, con tanto di soldatini di piombo e carri armati schierati?
Il fatto è che il ragionamento strategico ha bisogno, per essere più efficace, di “vedere” le cose. Prova per esempio a risolvere questo indovinello:
“un contadino vuole trasportare da un lato all’altro di un fiume una volpe, un’oca e un sacco di semi. Però con la sua barca può trasportare solo una cosa alla volta. Ma se lascia la volpe da sola con l’oca, la volpe se la mangia. E se lascia l’oca da sola con i semi, l’oca si mangia i semi. Come fa allora a trasportare i tre da un alto all’altro?”
Soluzione:
E se portasse la volpe, rimarrebbero oca e semi insieme, con l’oca che se li mangia.
Ci sono dunque due scenari:
Come la maggior parte dei problemi che richiedono, per essere risolti, la pianificazione nell’ordine corretto di una serie di azioni (esattamente come nelle scienze strategiche), questo indovinello si risolve più facilmente solo se sei in grado di visualizzare con precisione i vari scenari alternativi.
Riflessioni sugli esercizi per allenare la mente
Gli esercizi che ti ho proposto sono, nella descrizione, abbastanza diversi gli uni dagli altri. Ma ci sono alcune regole che si ripetono spesso e li rendono simili:
- La visualizzazione mentale è un potente stimolo per la memoria, la creatività e il problem solving
- I sensi diversi dalla vista devono essere stimolati più di quanto fai di solito, perché li utilizzi poco e male
- La vista va stimolata, ma in maniera diversa dal solito, cambiando cioè la prospettiva
- I contenuti emotivi positivi (gioco, relax, bei ricordi) sono, per la mente, come un bel massaggio rigeneratore.
Il cervello insomma, per aumentare il suo livello di attivazione, sembra avere bisogno di spezzare la monotonia con cui interpreta e interagisce con la realtà, utilizzando nuovi punti di vista e dando alle cose contenuti emotivi nuovi e piacevoli.
E allora non si annoia e ritrova interesse nelle cose e fiducia in sé stesso. Così come il suo proprietario.
Il più grande beneficio di fare questi esercizi secondo me è che ci ricordano che abbiamo un cervello e ci danno la consapevolezza delle sue differenti abilità e possibilità. E allenare la mente spesso significa, in fondo, solo utilizzare parti di essa che ci siamo dimenticati di avere. Un saluto. Armando.
AnnaTitti dice
Sono un’ex insegnante, fino a quando non c’e’ stato l’ictus emorragico, 18 anni fa ; ho smesso di andare a scuola, perche’ non avevo più la possibilità di parlare. Ho superato tutto, mi sono sottoposta a tre interventi urgenti, i soliloqui fra me e me, depressa ancora una volta e ho ripreso prima a micro parole e poi, più tardi a sintomi brevi( e’ il massimo, i neurologi me l’hanno riferito)
Se si puo’ realizzare la memoria per i poveri che hanno avuto l’ictus? grazie.
Armando Elle dice
Ciao Anna, grazie del messaggio. Per un problema particolare come il tuo bisogna fare rieducazione sotto costante controllo di un centro di riabilitazione specializzato. Si possono ottenere dei risultati, ma nessuno può dire prima fino a che punto. In bocca al lupo!
Maria Di Sciullo dice
Ciao Anna. Anch’io ho avuto un ictus ischemico (non emorragico), circa sei anni fa. Ero un avvocato, con una certa notorietà e molti “amici”. Poi il buio, la disperazione, le lacrime a fiumi, silenzio assoluto da parte degli “amici”, gente che finge di non conoscerti…Non parlavo affatto, due o tre parole al massimo, poi con la logopedia (pagata da me, sia chiaro, non dallo Stato…) ed esercizi ora mi esprimo discretamente. Non basta dire la “depressione” per descrivere la voragine in cui siamo stati scaraventati. Io faccio ancora terapia per cercare di camminare un po’ meglio (!), ma adesso credo che il meglio consista nel metterci in contatto anche tra noi (non solo gli esercizi di cui comunque bisogna avvalersi). Scrivimi. Ciao.
Armando Elle dice
Ciao Maria, a meno che Anna non abbia qualche sistema di notifica è difficile che ri-capiti su questo articolo a leggere il tuo messaggio, perchè ormai è passata qualche settimana. Cerco attraverso il mio database di provare a contattarla e a segnalarle il tuo messaggio, ma non sono sicuro di riuscirci, dipende dai dati che ha autorizzato. Un saluto e a presto. A.
Natalia O. dice
Grazie Armando! Sicuramente hai contribuito, come tanti altri autori su questo prezioso argomento, ad aiutarmi per poter dare il meglio ai miei studenti un pochino piu’ pigri. Quelli che, come tutti sappiamo, hanno delle ottime capacitá per imparare ma si trovano in una fase di “stagnazione”.
Eleonora dice
Qui ce ne sono altri, molto carini http://illuminati.cristalfarma.it/giochi-per-la-mente.html
cosimo dice
sono un insegnante di kundaliniyoga l esercizio che pratico x stimolare il cervello e quello di scrivere contemporaneamente con tutte e due le mani si sente un qualcosa e questo esercizio svuota anche la mente sa qualsiasi pensiero provate
mariella morizzi dice
veramente interessante e molto chiaro complimenti!
anna dice
vorrei stare meglio con me stessa aiutandomi a fare qualche esercizio per il cervello mi sembra interessante
Raffaele dice
Articolo molto interessante; mi fa piacere che oltre 200 persone abbiano scaricato il libro sul focus, ma mi dispiace che solo tre di noi abbiano fatto una recensione, che invece è molto importante, ed è un modo per ringraziarti.
Riguardo la memoria olfattiva, e stati mentali ed emozioni, mi ricordo di un aneddoto raccontato da un ragazzo che incontrai nel treno mentre andavo all’università che studia Psicologia.
Parla del caso di un ragazzo che aveva l’abitudine di bere parecchio prima di studiare, e andare all’esame brillo lo ha aiutato davvero tanto a sostenere un ottimo esame.
Questo ovviamente non è un invito a bere, ma per dire che trovarsi nello stesso stato mentale, con emozioni simili e stesso stato emotivo, aiuta davvero la memoria.
Dopo aver studiato la memoria olfattiva, il fatto che sia trineuronale, e tutto il resto, volevo fare anche io un esperimento sullo stile dell’ubriaco, e provai ad associare un odore allo studio di una materia (comprai un profumo da 4 soldi e me lo spruzzavo sulla mano prima di iniziare e lo odoravo, e feci lo stesso il giorno dell’esame).
Il risultato fu molto deludente ahaha però il mio è un caso singolare, sarebbe interessante invece che almeno 50-100 persone provassero la stessa cosa, magari troveremmo molti Marcel Proust.
Io credo che tutti questi metodi da te indicati siano ottimi perché il nostro cervello tende a “potare i rami secchi”, quindi se abbiamo capacità che non utilizziamo mai, finiremo per “perderle” (ovviamente non definitivamente, ma servirebbe tanto lavoro per farle riaffiorare)
Un saluto,
Raffaele